Dani Alves andrà a processo per violenza sessuale: rischia 12 anni di carcere

Il tribunale di Barcellona ha deciso: Dani Alves andrà a processo per violenza sessuale. L’ex calciatore brasiliano è stato denunciato da una ragazza di 23 anni e da allora è scattata l’indagine in Spagna. Secondo quanto rivelato dai media locali, i racconti dei testimoni collimano con le prove raccolte e con quanto denunciato dalla giovane. Ora la decisione sul rinvio a giudizio per Dani Alves. L’ex terzino di Barcellona e Juventus è stato arrestato ed è attualmente nel carcere catalano di Brians 2 dal 20 gennaio 2023. Ora rischia fino a 12 anni di detenzione.

Dani Alves andrà a processo per violenza sessuale rischia 12 anni di carcere
Il carcere Brians 2 (Getty Images).

 

La violenza risalirebbe al 30 dicembre 2022

Secondo la ricostruzione della vicenda, Dani Alves avrebbe violentato la donna il 30 dicembre 2022. I due si sarebbero incontrati in un locale di Barcellona, il Sutton Club. Poi la violenza nel bagno di un privé. La ragazza ha poi denunciato l’ex calciatore, arrestato e portato in carcere, dov’è ormai da dieci mesi. Gli inquirenti hanno riscontrato anche diverse incongruenze nella versione di Dani Alves e sarebbero state queste a far decidere al tribunale di andare a processo.

Dani Alves nega

Da allora, l’ex stella della nazionale brasiliana, il calciatore con più titoli vinti nella storia del calcio, ha negato. In un’intervista ha anche sottolineato la volontà di chiedere scusa alla moglie per il tradimento. Poi ha ribadito che il rapporto sessuale con la presunta vittima era stato precedentemente concordato e di avere quindi «la coscienza pulita».

Mazzarri dice sì a De Laurentiis: è il nuovo allenatore del Napoli

Aurelio De Laurentiis ha scelto Walter Mazzarri come nuovo allenatore del Napoli. In attesa dell’esonero ufficiale di Rudi Garcia, il presidente dei partenopei ha deciso di tornare al passato, riportando sulla panchina azzurra il tecnico salutato dieci anni fa. Mazzarri ha allenato il Napoli per quattro stagioni fino all’annata 2012/2013. Ora il ritorno, con un contratto da traghettatore di appena sette mesi, in cui sarà inserita un’opzione di rinnovo per l’anno successivo. L’ufficialità è arrivata dal profilo X del club: «Bentornato Mister».

Mazzarri supera la concorrenza di Tudor

Walter Mazzarri ha superato in extremis la concorrenza di Igor Tudor, favorito per la panchina del Napoli fino a poche ore fa. L’ex difensore della Juventus, che in Italia ha già allenato Udinese e Verona, non ha convinto fino in fondo De Laurentiis. E lo stesso Tudor non ha accettato il contratto proposto da sette mesi, chiedendone invece uno da 18. Mazzarri, invece, ha detto sì al presidente e bisognerà limare soltanto qualche dettaglio prima dell’atteso annuncio ufficiale. Alla ripresa degli allenamenti a Castel Volturno, però, sarà lui a sostituire Rudi Garcia.

L’esonero di Garcia: buonuscita da quasi 3 milioni

Archiviato l’accordo con il nuovo allenatore, Aurelio De Laurentiis dovrà risolvere il rapporto con l’attuale tecnico Rudi Garcia. Tra i due non è mai sbocciato davvero alcun amore e la sconfitta contro l’Empoli allo stadio Maradona è stata la goccia finale. L’allenatore francese, che ha già lasciato Napoli, dovrebbe andar via con 2,8 milioni di euro, cioè la cifra prevista dal contratto da qui a fine stagione.

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Mazzarri dice sì a De Laurentiis è il nuovo allenatore del Napoli
Rudi Garcia (Getty Images).

Mazzarri al Napoli dal 2009 al 2013

I tifosi del Napoli, intanto, sono pronti a riaccogliere l’allenatore sbarcato per la prima volta in città il 6 ottobre del 2009. Anche in quel caso Mazzarri è arrivato in panchina a causa di un cambio di guida tecnica. A essere esonerato, in quel caso, è stato Roberto Donadoni. Da lì il sodalizio con il club ha portato alla vittoria della Coppa Italia nel 2012 e al ritorno in Champions League dopo 21 anni. Mazzarri ha allenato alcuni campioni rimasti nel cuore della tifoseria, come gli attaccanti Cavani e Lavezzi e capitano Hamsik. L’addio nell’estate 2013 con il passaggio del tecnico all’Inter.

Mazzarri dice sì a De Laurentiis è il nuovo allenatore del Napoli
Walter Mazzarri festeggia la vittoria della Coppa Italia (Getty Images).

Champions League femminile, tutte le partite in chiaro su YouTube

La Uefa Women’s Champions League sarà ancora una volta trasmessa in diretta su YouTube. Proprio nei giorni in cui la manifestazione ha il via ufficiale per la stagione 2023/2024, Dazn e la federazione europea hanno rinnovato la partnership, giunta al terzo anno. E la società di live streaming ha deciso di concedere a YouTube la possibilità di ribaltare in diretta tutte le 61 partite, e non soltanto 19 come prevedeva il precedente contratto. La Champions League femminile, lo scorso anno, ha toccato quota 55,2 milioni di visualizzazioni sul canale, con oltre 230 Nazioni coinvolte e un aumento del 19 per cento rispetto all’anno precedente. La sola finale è stata vista da 5,1 milioni di spettatori in diretta.

Champions League femminile, tutte le partite in chiaro su YouTube
Lieke Martens del Paris Saint-Germain tira in porta nel match contro il Manchester United (Getty Images).

Hannah Brown: «Per Dazn è un’opportunità di crescita»

Come raccontato da Calcio e Finanza, la co-Ceo Women’s Sport di Dazn, Hannah Brown, ha espresso la propria soddisfazione. Secondo la manager è un’importante opportunità per la società: «La Coppa del Mondo femminile di quest’estate ha catturato l’attenzione e l’immaginazione di milioni di persone in tutto il mondo. Per DAZN il calcio femminile rappresenta un’opportunità di crescita unica, e acquisendone i diritti per quattro anni, dal 2021 al 2025, ha dato prova della propria leadership: stiamo lavorando alla creazione di un progetto unico dedicato al calcio femminile a livello globale che possa dare visibilità ai migliori club del mondo e coinvolgere un pubblico internazionale attraverso la nostra piattaforma e i nostri canali».

Champions League femminile, tutte le partite in chiaro su YouTube
Un’esultanza della calciatrici del Paris Fc (Getty Images).

Hannah Brown: «Calcio femminile in crescita»

Brown ha proseguito: «Vantiamo un portfolio impareggiabile di alto livello, con competizioni come la Liga F, Google Pixel Frauen-Bundesliga, D1 Arkema, Serie A Femminile eBay, Barclays Women’s Super League, Women’s FA Cup e NWSL. Stiamo investendo in tutti i settori, dalla trasmissione e produzione di alta qualità, alla distribuzione capillare e al marketing multicanale. Questo approccio è fondamentale per la crescita del calcio femminile, in quanto potrà creare un ambiente economicamente interessante per i brand che vorranno avvicinarsi a un pubblico eterogeneo e internazionale».

De Laurentiis: «I top club italiani hanno debiti per un miliardo di euro»

Aurelio De Laurentiis ha parlato della situazione economica vissuta dal calcio italiano. Al convegno dal titolo La riforma dello sport dopo il decreto legislativo n.120/2023: le nuove prospettive, il patron del Napoli si è concentrato sugli stadi e sui debiti. Il presidente del club partenopeo ha dichiarato: «Se guardo 5 dei club più importanti in Italia che hanno una situazione debitoria che va dai 500milioni a un miliardo, significa che non funziona questo calcio».

Sugli stadi: «Non si può essere ostaggi dei consiglieri comunali»

Il presidente del Napoli si è concentrato sulla questione legata alle strutture. «Se si vogliono aiutare i club sugli stadi occorre limitare con legge i veti dei comuni e delle sovrintendenze», ha dichiarato De Laurentiis. «Non si deve diventare ostaggi dei consiglieri comunali che alterino progetti presentati e impongano scelte progettuali anti economiche quando gli stessi Comuni non hanno i fondi per la riqualificazione e la manutenzione. Rischiamo di non vedere mai applicata della modifica al decreto legislativo 38 del 2021 se poi si consente a i comuni di intervenire. Le norme non riesco a debellare il male incurabile del nostro Paese, che sono la burocrazia e l’ingerenza politica».

Napoli, vicino l’esonero di Garcia

Nessuna parola, invece, sul probabile cambio di gestione tecnica. Dopo la sconfitta maturata nei minuti di recupero contro l’Empoli, il Napoli si prepara a cambiare allenatore. L’addio a Rudi Garcia sembra ormai scritto e l’indiscrezione secondo cui il tecnico francese non condurrà l’allenamento alla ripresa, mercoledì 15 novembre, appare ormai una certezza. Ma prima dell’esonero, De Laurentiis vuole chiudere l’accordo con il nuovo tecnico. In lizza due nomi, Igor Tudor e Fabio Cannavaro, con il primo che appare in vantaggio dopo le ottime esperienze alla guida del Verona e del Marsiglia. Tudor e De Laurentiis si sono incontrati nella Capitale per un primo faccia a faccia. L’accordo, però, non è ancora vicino.

De Laurentiis «I top club italiani hanno debiti per un miliardo di euro»
Igor Tudor (Getty Images).

ATP Finals, Sinner batte Tsitsipas all’esordio

Jannik Sinner, numero 4 del ranking mondiale, ha vinto in scioltezza il primo match alle Nitto ATP Finals di tennis a Torino, che lo ha visto contrapposto al greco Stefanos Tsitsipas (numero 6 al mondo); risultato finale un doppio 6-4 in poco meno di un’ora e mezza di gioco.

Sinner scenderà di nuovo in campo martedì 14 novembre contro il vincente del match tra Novak Djokovic e Holger Rune. Poi terzo e ultimo impegno del girone giovedì 16, contro il perdente della sfida di stasera che vede contrapposti il fuoriclasse serbo e il 20enne danese.

Il regolamento delle ATP Finals

Le Nitto ATP Finals, che segnano la conclusione della stagione tennistica prima di lasciare spazio alla Coppa Davis, prevedono una fase a gironi con gli otto giocatori suddivisi in due raggruppamenti. Partecipano i migliori dell’anno solare, dunque nel 2023 dunque Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, inner, Andrey Rublev, Tsitispas, Alexander Zverev e Rune. Tutti gli incontri di singolare si disputano alla meglio dei tre set, con tiebreak in tutti i parziali, compresa la finale. Stesso discorso anche per i match di doppio, con l’unica differenza del punto secco sul deuce (40 pari) e Match Tie-Break al terzo set, ossia un game più lungo vinto da chi totalizza 10 punti. I primi due classificati di qualificano per le semifinali incrociate, in cui il migliore dell’uno sfiderà il secondo dell’altro. In caso di arrivo a pari vittorie, conta il risultato dello scontro diretto.

Zverev, la narrazione di un amore tossico e l’inerzia del mondo del tennis

Le storie sono come le raccontiamo. E il racconto della storia fra il tennista tedesco di origine russa Alexander Zverev e la sua ex compagna, la modella tedesca di origini rumene Brenda Patea, svela tinte cupe dopo che a suo tempo era stata narrata come un idillio. Entrambi belli e di successo, felicissimi nel racconto che se ne faceva quando tutto iniziava. Il racconto di un mondo perfetto, per come ce lo restituisce il web grazie al repertorio di documenti filtrato per data. Era il 2019 e a distanza di quattro anni il mondo perfetto dei due è uno specchio incrinato.

Zverev, la narrazione di un amore tossico e l'inerzia del mondo del tennis
Zverev con la ex fidanzata Brenda Patea (Getty).

La storia idilliaca tra Zverev e Patea cambia improvvisamente registro

Lei denuncia lui di violenza, un tribunale tedesco le dà ragione e obbliga lui a una pesante multa, lui contesta la decisione del tribunale. Ma intanto tornano dal passato altri casi di maltrattamento di cui Zverev sarebbe stato protagonista. E la storia idilliaca cambia registro per convertirsi in un incubo. Materiale torbido, ma ancora una volta buono per la narrazione pubblica. Perché abbiamo voluto a tutti i costi che gli atleti di vertice fossero anche personaggi, protagonisti di amori da copertina. E quando la storia d’amore si converte in storia d’orrore, ecco che rimane la copertina ma cambia il genere del racconto: dalla cronaca rosa alla cronaca nera. L’elogio del riuso, pura economia circolare dell’informazione.

Zverev, la narrazione di un amore tossico e l'inerzia del mondo del tennis
Brenda Patea, la ex fidanzata di Zverev (Getty).

La scoperta della gravidanza e il tennista tenuto lontano dalla figlia 

Erano i primi di dicembre 2019 quando la storia fra i due cominciava. Belli, felici, immortalati in decine di foto pubblicate sui social e presto riprese anche dalle testate web specializzate in informazione tennistica. Che a loro volta devono reggere alla dura legge del web e dare la caccia ai clic, sicché non possono parlare soltanto del lato agonistico. E allora avanti con la cronaca rosa, col gossip, con le foto delle bellissime purché vi sia un vago appiglio col tema tennistico. Ma era soprattutto il racconto del campione che si avviava verso un nuovo equilibrio esistenziale ciò che adesso risulta interessante leggere. Chi scriveva sapeva nulla di come davvero andassero le cose fra i due, né poteva immaginare quali derive avrebbe affrontato il rapporto. Giorni felici che precedevano di poco l’incubo della pandemia. E i giorni cupi sarebbero arrivati immediatamente, dato che nel giro di nemmeno un anno la storia fra i due si sarebbe conclusa. Male. Talmente male che quando lei scoprirà di essere incinta di lui, ne darà annuncio aggiungendo che il padre non si sarebbe occupato della figlia nascitura.

Zverev, la narrazione di un amore tossico e l'inerzia del mondo del tennis
Brenda Patea sugli spalti ad assistere a una partita di Zverev (Getty).

Olga Sharypova tra tentato soffocamento e istigazione al suicidio

Non era ancora stata resa nota la storia delle presunte violenze di Zverev su Patea quando si sono diffuse le notizie su un precedente e burrascoso rapporto fra lo stesso tennista e una collega. Lei è Olga Sharypova, partner di lui per circa due anni. Nel corso di un’intervista rilasciata alla rivista Slate la tennista ha accusato Zverev di averla aggredita più volte, di aver provato a soffocarla con un cuscino, di averla indotta a due tentativi di suicidio.

Zverev, la narrazione di un amore tossico e l'inerzia del mondo del tennis
Anche un’altra ex di Zverev, la tennista Olga Sharypova, lo ha accusato di maltrattamenti (Getty).

L’Atp lo ha assolto perché non sono emerse prove sufficienti

Chi cercasse sul web quell’intervista troverà una pagina bianca, accompagnata da due laconiche righe con cui si avvisa che l’articolo è stato rimosso in seguito a un’ingiunzione d’emergenza avanzata da una corte tedesca, contro la quale Slate ha presentato ricorso. In quella circostanza il Guardian stigmatizzò l’inerzia del mondo del tennis, che se ne stava a guardare senza intervenire. Era ottobre 2021, due mesi prima Zverev aveva vinto l’oro Olimpico a Tokyo. L’Atp (associazione internazionale dei tennisti professionisti) ha emesso il verdetto soltanto a fine gennaio 2023, assolvendo Zverev perché da un’investigazione indipendente non erano emerse prove sufficienti.

La giustizia tedesca ha inflitto a Zverev una multa da 450 mila euro

Brenda Patea ha accusato Alexander Zverev di essere geloso in modo patologico. Stando alla versione di lei, le controllava ossessivamente il telefono e avrebbe tentato di strangolarla a causa di un like messo da lei via social. Lui nega, ma intanto la Corte distrettuale di Berlino ha dato ragione a lei infliggendo al tennista una multa da 450 mila euro. E a margine della sentenza è emersa anche una presunta offerta di Zverev a Patea affinché la vicenda venisse messa a tacere: un accordo di riservatezza da sigillare col versamento di 100 mila euro e di un sonante assegno mensile. Accordo rifiutato. E chissà cosa ne penserà adesso l’Atp. La sola certezza è che la vita sentimentale di Zverev non si ferma. La sua ultima conquista è l’attrice e influencer Sophia Thomalia, ex compagna del portiere Loris Karius (che a sua volta è l’attuale compagno di Diletta Leotta). Che dire? Buona fortuna.

 

Lione, Grosso contro la LFP: «Inaccettabile dover tornare a Marsiglia»

Il Lione di Fabio Grosso dovrà tornare a giocare a Marsiglia, dopo la sassaiola del 29 ottobre scorso contro il bus del club francese. La Commissione disciplinare della LFP, la lega di Francia, ha deciso di non intraprendere «provvedimenti disciplinari» contro l’Olympique, in seguito alla violenta aggressione contro il pullman del Lione. Un attacco di cui il tecnico Fabio Grosso porta i segni sul volto, dopo essere stato colpito alla testa. E l’allenatore italiano non ha accolto bene la decisione di dover tornare a giocare il prossimo 6 dicembre allo stadio Velodrome.

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Grosso: «Inaccettabile, non è normale»

L’ex terzino della Nazionale italiana, oggi allenatore del Lione, in conferenza stampa ha mostrato tutto il propri risentimento per la scelta di riprogrammare il match a Marsiglia, senza sanzione per il club avversario. Si giocherà con i tifosi sugli spalti e non a porte chiuse. Grosso ha dichiarato: «Ero abbastanza sicuro che non saremmo dovuti tornare lì. Ma ho visto che non è così al momento. Spero che prendano un’altra decisione perché quello che è successo è qualcosa di molto, molto serio. Non è normale. Non può passare una cosa normale».

Lione, Grosso contro la LFP «Inaccettabile dover tornare a Marsiglia»
Il pullman del Lione con i vetri rotti dopo la sassaiola (Getty Images).

Il Lione ha annunciato il ricorso

Ora il Lione presenterà ricorso contro la decisione. Grosso ha proseguito: «Quando si verifica qualcosa del genere bisogna prendere una decisione forte, altrimenti le cose inaccettabili torneranno, e sarà più grave, e magari la persona a cui succede non potrà tornare a parlare». In Francia c’è stato chi ha avanzato l’ipotesi che il Lione non vada in campo. Il tecnico ha spiegato: «Non ho nulla contro l’OM, ​​né contro i suoi veri tifosi, né contro l’atmosfera che si respirava lì allo stadio. Tuttavia, non possiamo pensare di dover giocare a calcio con un autobus blindato».

Atp Finals 2023 a Torino: format, calendario e albo d’oro

Tutto pronto per le Nitto Atp Finals, il torneo di tennis più importante dell’anno dopo i quattro del Grande Slam. In palio 1500 punti per il ranking mondiale e un montepremi da quasi 5 milioni di euro per il vincitore. Al Pala Alpitour di Torino, dove si giocherà almeno fino al 2025, dal 12 al 19 novembre si sfideranno i migliori otto del circuito, che hanno guadagnato l’accesso a suon di trionfi durante l’intero anno solare. Nel capoluogo piemontese ci saranno, per il singolare, dunque Novak Djokovic, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Jannik Sinner, Andrey Rublev, Stefanos Tsitispas, Alexander Zverev e Olger Rune. In programma anche le sfide di doppio, anche in questo caso con le migliori otto coppie del pianeta.

Dal 12 al 19 novembre Torino ospita le Atp Finals di tennis. In campo i migliori otto del ranking, tra cui l'italiano Sinner.
Jannik Sinner sarà in campo domenica 12 (Getty Images).

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Atp Finals, format e albo d’oro del torneo di tennis

Le Nitto Atp Finals, che segnano la conclusione della stagione tennistica prima di lasciare spazio alla Coppa Davis, prevedono una fase a gironi con gli otto giocatori suddivisi in due raggruppamenti. Tutti gli incontri di singolare si disputano alla meglio dei tre set, con tiebreak in tutti i parziali, compresa la finale. Stesso discorso anche per i match di doppio, con l’unica differenza del punto secco sul deuce (40 pari) e Match Tie-Break al terzo set, ossia un game più lungo vinto da chi totalizza 10 punti. I primi due classificati di qualificano per le semifinali incrociate, in cui il migliore dell’uno sfiderà il secondo dell’altro. In caso di arrivo a pari vittorie, si procederà ad analizzare il risultato dello scontro diretto. Qualora uno dei giocatori dovesse infortunarsi nel giorno antecedente il primo match, a sostituirlo entrerà il nono del ranking, ossia per il 2023 il polacco Hubert Hurkacz.

Dal 12 al 19 novembre Torino ospita le Atp Finals di tennis. In campo i migliori otto del ranking, tra cui l'italiano Sinner.
Novak Djokovic dopo la vittoria nel 2022 (Getty Images).

Quanto all’albo d’oro, il serbo Djokovic campione in carica mira al record assoluto di trionfi. Al momento condivide il primato con sei successi con Roger Federer, che vinse la sua ultima coppa nel 2011. Staccati di un titolo l’americano Pete Sampras e il ceco Ivan Lendl. Fra i tennisti ancora in attività, dopo Nole il primo è Zverev che ha collezionato due vittorie, tra cui la prima edizione a Torino del 2021. Un successo anche per Medvedev, Tsitsipas, Dimitrov e Murray. Curiosamente, non ha mai vinto Rafael Nadal. Lo spagnolo, detentore di 22 titoli del Grande Slam di cui 14 Roland Garros, si è arreso due volte in finale contro Federer e Djokovic. Lo svizzero è stato anche l’ultimo a vincere una finale al meglio dei cinque set, quando nel 2007 batté l’iberico David Ferrer.

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Il calendario del singolare e del torneo di doppio

Per il primo turno del singolare alle Atp Finals, domenica 12 novembre alle 14.30 scenderanno in campo il greco Tsitsipas e l’altoatesino Sinner. In serata, non prima delle 21 toccherà al numero 1 Djokovic contro il norvegese Rune. Lunedì 13 novembre, sempre alle 14.30, giocheranno il campione di Wimbledon Alcaraz e il tedesco Zverev, campione nel 2018 e nel 2021. In serata, spazio al derby russo fra Medvedev e Rublev. Martedì si procederà invece con le sfide incrociate tra vincitori e sconfitti del primo turno. La vittoria del proprio girone garantisce un montepremi di 390 mila dollari, arrivando a 1,1 milioni per la semifinale e ai 2,2 per la finale. Il campione imbattuto può collezionare ben 4,8 milioni di dollari per appena cinque match.

Quanto al doppio, si partirà domenica 12 a mezzogiorno i numeri 1 al mondo Ivan Dodig e Austin Krajicek contro Andres Molteni e Maximo Gonzalez. In serata, non prima delle 18.30, in campo Santiago Gonzalez e Edouard Roger-Vasselin contro Marcel Granollers e Horacio Zeballos. Lunedì 13 in campo Wesley Koolhof e Neal Skupski, secondi nel ranking mondiale, contro Riinky Hijikata e Jason Kubler. Chiuderanno poi la prima giornata Rohan Bopanna, in campo a 43 anni con il 35enne Matthew Ebden, contro la coppia numero sei in classifica Rajeev Ram e Joe Salisbury.

ATP Finals, Sinner nel girone verde con Djokovic

Jannik Sinner nel girone verde delle ATP Finals con Novak Djokovic, numero 1 al mondo, Stefanos Tsitsipas e Holger Rune. Lo ha stabilito il sorteggio a Torino. Nell’altro gruppo, quello rosso, Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Andrej Rublev e Alexander Zverev. L’evento che mette contro i migliori otto tennisti della stagione si svolgerà nel capoluogo piemontese dal 12 al 19 novembre.

Atp Finals, Sinner nel girone verde con Djokovic, Tsitsipas e Rune. Nel gruppo rosso Alcaraz, Medvedev, Rublev e Zverev.
Jannik Sinner (Getty Images).

Sinner ha già partecipato al torneo nel 2021

Djokovic, che vanta sei successi, è alla sua 16esima partecipazione. Per Alcaraz e Rune si tratta del debutto nel torneo. Sinner ha già preso parte della Atp Finals, ma è la prima volta che si qualifica. Alla competizione partecipano i primi otto classificati della Race ATP, che tiene conto dei risultati ottenuti nel corso dell’anno solare: nel 2021 aveva infatti partecipato come riserva al posto di Matteo Berrettini. In quell’occasione vinse al debutto contro Hubert Hurkacz e poi perse contro Medvedev, salutando già nella fase a gironi. Le ATP Finals prevedono un montepremi di 14 milioni di euro, di cui oltre 4 destinati al vincitore.

La Lega Pro al fianco della Toscana: «I club vogliono contribuire alla ricostruzione»

La Lega pro di calcio si schiera al fianco della Toscana e di tutta la popolazione delle zone colpite dai nubifragi e dalle alluvioni di inizio novembre. I club della terza serie italiana hanno voluto esprimere la propria vicinanza con un contributo simbolico. Il Consiglio direttivo ha stanziato un assegno di 12 mila euro alla Regione Toscana. Il presidente della Pro, Matteo Marani, ha così ricevuto il governatore toscano Eugenio Giani, che ha ricevuto la somma e ringraziato i club.

Marani: «I club vogliono contribuire»

Il presidente Marani ha affermato: «Avendo la sua sede a Firenze la Serie C ha un radicato senso di appartenenza a questo territorio. Tutti i club, dopo l’alluvione, hanno sentito la forte necessità di fare questo gesto per partecipare al cordoglio delle famiglie delle vittime, contribuire alla ricostruzione ed aiutare chi ha subito gravi danni».

La Lega Pro al fianco della Toscana «I club vogliono contribuire alla ricostruzione»
Matteo Marani (Imagoeconomica).

Giani: «Unione e collaborazione sono fondamentali»

A rispondere e ringraziare è stato lo stesso Eugenio Giani: «Desidero esprimere la mia profonda gratitudine al presidente Matteo Marani e a tutta la Lega Pro per la generosa donazione di 12mila euro a favore della Toscana, colpita dagli eventi calamitosi. Questo gesto di solidarietà conferma il radicato senso di appartenenza che la sede della Lega Pro ha a Firenze. In momenti difficili come questi, l’unione e la collaborazione sono fondamentali, e questa dimostrazione di sostegno si unisce a quella di tanti per contribuire in modo significativo a alleviare le difficoltà della nostra comunità. Grazie ancora per essere un esempio di solidarietà».

La Lega Pro al fianco della Toscana «I club vogliono contribuire alla ricostruzione»
Eugenio Giani (Imagoeconomica).

Champions: pareggio per il Napoli, con l’Union Berlino finisce 1-1

Occasione sprecata in Champions League per il Napoli. Allo stadio Maradona, la squadra di Garcia fa 1-1 con l’Union Berlino, fanalino di coda nel gruppo C, ma resta comunque in corsa per la qualificazione agli ottavi. Il capitano del Napoli Di Matteo: «Dovevamo gestire meglio il vantaggio, invece abbiamo battuto questo angolo velocemente e non eravamo in posizione dietro. Non si può prendere quella ripartenza, queste partite si decidono con gli episodi. È un pareggio che non ci sta, ci dispiace per i nostri tifosi perché anche oggi in casa non siamo riusciti a portare a casa la vittoria, ma ora faremo di tutto nelle ultime due gare di Champions per portare a casa la qualificazione». Il Napoli è ora a quota sette punti, con il Braga a quattro punti di distanza; primo punto nel girone per l’Union Berlino.

Annullato il gol di Anguissa

I campioni d’Italia ci provano da subito con Zielinski e Natan, fermato dal palo. Il Var annulla il gol di AndréFrank Zambo Anguissa, ma è  Matteo Politano al 39′ del primo tempo a portare in vantaggio il Napoli. Al 7′ della ripresa l’Union strappa il pari (e il primo punto) grazie alla rete di Fofana. Il Napoli ha perso solo due delle ultime 15 partite della fase a gironi di Champions League (10V, 3N), segnando in media 2.4 gol a partita nel periodo (36 reti in 15 match).

Garcia: «Non ho nulla da rimproverare»

«Ho visto il mio Napoli provarci in tutti i modi per segnare il secondo gol, questa sera non siamo riusciti per errori sulla finalizzazione o l’ultimo passaggio, ma non ho nulla da rimproverare ai ragazzi a parte di quella ripartenza per il gol subita sul nostro corner». È la dichiarazione del tecnico del Napoli Rudi Garcia, che non boccia i suoi dopo il pareggio in casa contro l’Union Berlino.

Milano-Cortina, Abodi sulla pista da bob: «Conservare matrice italiana»

Il ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, è tornato a parlare del caso della pista da bob di Milano-Cortina 2026. Il governo studia soluzioni per far fronte all’assenza di un impianto idoneo e da settimane si parla di spostare le gare all’estero. Un’idea che non piace al ministro, che durante il question time alla Camera ha dichiarato: «La priorità è valutare tutte le opzioni affinché resti la matrice italiana anche per la pista da bob. E vorrei far presente che un’eventuale delocalizzazione delle gare in sedi estere è una soluzione estrema, da prendere in considerazione solo qualora non dovessero arrivare soluzioni alternative».

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Milano-Cortina, Abodi sulla pista da bob «Conservare matrice italiana»
Bandiera con i loghi di Milano-Cortina 2026 al Duomo di Milano (Imagoeconomica).

Il ministro: «Istruttoria alla Simico»

Andrea Abodi ha proseguito: «L’individuazione di un’alternativa alla pista di Cortina passa necessariamente da un corretto iter istruttorio ancora in corso di svolgimento. Lo scorso 23 ottobre la Regione Piemonte e la città metropolitana hanno inviato alla Fondazione la documentazione richiesta sulla pista di Cesana, il 24 ottobre ho chiesto al Ministro delle Infrastrutture di valutare a chi affidare l’istruttoria tecnica, cosa fatta nella stessa giornata alla società Simico».

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Abodi: «Non è il momento di fare previsioni»

Il ministro ha continuato: «È stato aperto con un tavolo tecnico la cui prima riunione sarà svolta oggi, 8 novembre, alle 16.30 e ho personalmente sollecitato tutti gli attori in causa affinché l’iter si concluda entro questa settimana. Non è questo il momento delle previsioni. L’impegno del Governo è totale con investimenti che vanno soprattutto a opere pubbliche che in futuro miglioreranno la vita dei cittadini». Abodi ha parlato anche di strutture, in relazione ai Giochi della gioventù: «È imprescindibile che la realizzazione dei nuovi Giochi della gioventù sia accompagnata da un potenziamento delle infrastrutture per la pratica sportiva scolastica, grazie a una maggiore disponibilità di palestre e impianti sportivi, da garantire attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture, la messa in sicurezza di strutture già esistenti o l’utilizzo di impianti pubblici di prossimità».

Neymar, paura in Brasile: tre uomini tentano di rapire la figlia neonata

Tre uomini armati hanno fatto irruzione nella casa dei genitori di Bruna Biancardi e hanno tentato di rapire la figlia della modella e di Neymar, di appena un mese. È successo nelle ore scorse nella periferia di San Paolo, a Cotia. I malviventi sono entrati nell’edificio e hanno legato e imbavagliato i genitori della donna, che ha raccontato tutto su Instagram. Per fortuna, la piccola Mavie, il calciatore brasiliano e la compagno non si trovavano in casa. I tre si sono così dati alla fuga, ma non senza svaligiare la casa. Sono scappati con borse, orologi e gioielli per il valore di migliaia di euro.

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Neymar, paura in Brasile tre uomini tentano di rapire la figlia neonata
Neymar in azione con la maglia del Brasile durante un match contro l’Urugay (Getty Images).

Neymar: «Grazie a Dio stiamo tutti bene»

I media locali hanno ripreso la vicenda e spiegato che i tre uomini avrebbero approfittato del temporale di un problema all’erogazione dell’energia elettrica nella zona, dovuto ai temporali di venerdì 3 novembre. Almeno uno dei tre malviventi è stato arrestato dalle autorità brasiliane. Neymar, alle prese con un grave infortunio che lo terrà lontano dai campi per mesi, ha commentato la vicenda sui social. L’attaccante brasiliano, ex Psg e attualmente all’Al-Hilal, ha rassicurato i fan: «Giornata triste, ma grazie a Dio stiamo tutti bene». Parole identiche a quelle della compagna Bruna Biancardi, che su Instagram ha scritto: «Per fortuna è andato tutto bene».

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Parigi 2024, ancora problemi per il surf a Tahiti

Il presidente della Polinesia francese Moetai Brotherson ha affermato di voler spostare la prova di surf di Parigi 2024 in programma a Tahiti per la controversa costruzione di una nuova torre in piena laguna. Ambientalisti, surfisti e abitanti del villaggio di Teahupoo si sono mobilitati contro la torre dei giudici, in alluminio, costruita nell’acqua appositamente per la prova olimpica. Per gli ambientalisti sarebbero a rischio i fondali marini per il passaggio di una grossa nave all’interno della barriera corallina.

Prova spostata probabilmente a Taharuu

Nelle ultime settimane la mobilitazione si è intensificata. Brotherson condivide questi timori, esclude l’uso della torre in alluminio e prevede di organizzare la prova a Taharuu, un sito meno rinomato ma più facile da raggiungere, sulla costa occidentale: «È una spiaggia, dotata di tutte le infrastrutture a terra». A margine del forum delle Isole del Pacifico, a Rarotonga (Isole Cook), ha ricordato che questa opzione era già stata prevista: «Questo ci avrebbe permesso di evitare le preoccupazioni di oggi. All’epoca non era possibile. Alla luce della posta in gioco e della protesta, forse si potrà rivedere questa opzione».

Com’è fatta la torre

La torre prevista, alta 14 metri, dovrebbe avere tre piani, un locale tecnico climatizzato per i server internet alimentati da un cavo sottomarino, ma anche servizi igienici con un sistema di scarico collegato a una conduttura. Già costruita, non è ancora stata installata sul sito. Il costo stimato è di quasi 4,4 milioni di euro. Brotherson ha spiegato: «Non vedo da dove si possa far passare la chiatta senza distruggere la barriera corallina». Il surfista locale Matahi Drollet e l’associazione di difesa del sito Vai Ara o Teahupoo hanno lanciato una petizione che ha raccolto martedì 7 novembre oltre 147 mila firme. Per Brotherson, l’unica soluzione è quella di omologare per le Olimpiadi la torre di legno utilizzata nelle competizioni del circuito mondiale di surf a Teahupoo. Il comitato organizzativo delle Olimpiadi giustifica il progetto adducendo motivi di sicurezza poiché la torre di legno (13,50 m) non è più conforme alle norme. Un team tecnico sta lavorando su questa ipotesi e dovrebbe pronunciarsi il 15 novembre.

Demba Seck, archiviato il caso di revenge porn per il giocatore granata

Nessun processo per il calciatore del Torino Demba Seck sul caso di reveng porn. La notizia è stata diffusa da Repubblica: secondo quanto riportato dal quotidiano, il gip di Torino ha archiviato l’indagine nata dalla denuncia di una ventenne ripresa a sua insaputa dall’attaccante, durante alcuni rapporti sessuali.

L’incontro e la fine della relazione

I due si erano conosciuti circa un anno fa in una discoteca di Torino, ma la relazione era terminata dopo alcune settimane. Nonostante la rottura, Seck avrebbe contattato più volte la ragazza, inviandole i video ripresi di nascosto. Fu a quel punto che la giovane decise di denunciare, per paura che i filmati potessero finire nelle mani di altri. L’inchiesta, si legge, viene assegnata al pubblico ministero di Torino Enzo Bucarelli, che qualche mese dopo finisce indagato dalla procura di Milano con l’accusa di frode in processo penale e depistaggio.

Il contatto del pm riferito dalla giovane

«Dopo la denuncia sono stata contattata dal pm, che mi ha detto che non c’era stata alcuna divulgazione dei video. In quella occasione» – riporta Repubblica – «anche in ragione della mancata diffusione, il pm mi consigliava di procedere oltre. E di definire con una transazione la vicenda, individuando quale cifra dell’eventuale risarcimento, funzionale a una remissione di querela, una somma che poteva attestarsi tra i 500 e i 3000 euro». Il quotidiano ha interpellato il legale di Bucarelli che pare non avrebbe replicato alle accuse della ragazza.

Thomas Zilliacus vuole acquistare l’Inter: «Pronti 2,5 miliardi di dollari»

L’imprenditore finlandese Thomas Zilliacus ha lanciato un nuovo messaggio alla famiglia Zhang, ribadendo l’intenzione di acquistare l’Inter. In un tweet pubblicato su X la mattina del 6 novembre 2023, l’ex dirigente della Nokia ha parlato anche delle cifre. Ha scritto: «Ho appena firmato un accordo con alcuni investitori che vogliono investire nella mia società XXI Century Capital per mettere insieme una somma di 2,5 miliardi di dollari. Faremo una nuova amichevole offerta per l’Inter usando parte di questi fondi».

Zhang non vende

Difficile che Steven Zhang possa vendere l’Inter. Il debito del club deve essere rifinanziato entro il prossimo maggio, quando scadrà il prestito di Oaktree e la società dovrà restituire al fondo statunitense oltre 350 milioni di dollari. Ciò nonostante, il gruppo Suning sembra restio a lasciare proprio mentre ci sono in ballo il mondiale per club, la rincorsa alla Champions League e l’affare stadio. A settembre, media internazionali hanno riportato la notizia di un possibile accordo con un fondo mediorientale. Ma da allora, non è stato fatto nessun passo avanti.

Chi è Thomas Zilliacus

Thomas Zilliacus è un ex dirigente Nokia che si è occupato già in passato di sport, oltre che di immobiliare e telecomunicazioni. Ha fondato la Asia-Pacific Strategic Alliances Group e la Mobile FutureWorks. Le due società hanno un valore complessivo di oltre 3 miliardi di dollari. Zilliacus è già stato nel mondo del calcio. Dal 1982 al 1986, infatti, è stato il presidente dell’Hjk Helsinki. Dal 1989 al 1995, invece, del Geyland Internazional di Singapore. Nel 2003 è stato vicino ad acquistare il Manchester United, club a cui è stato accostato nei mesi scorsi.

Thomas Zilliacus vuole acquistare l'Inter «Pronti 2,5 miliardi di dollari»
Thomas Zilliacus a Singapore nel 1995 (Getty Images).

La Russia fa ricorso al Tas contro la sospensione del Cio

La Russia non molla Parigi 2024. Come riporta il Moscow Times, il Comitato olimpico di Mosca (Roc) ha deciso di ricorrere al Tas di Losanna contro la sospensione da parte del Cio, che pregiudicherebbe così anche la partecipazione ai Giochi invernali di Milano-Cortina 2026. Il 12 ottobre, infatti, il Comitato olimpico internazionale aveva deciso di sospendere con effetto immediato il Roc per aver violato l’integrità territoriale dell’Ucraina e del suo comitato, come decretato nella Carta Olimpica, riconoscendo come proprie le organizzazioni regionali nei territori occupati di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. Le parti, come ha riportato lo stesso tribunale sportivo elvetico, si stanno scambiando osservazioni scritte e sono al lavoro per costituire il collegio arbitrale che dovrà prendere una decisione, che sarà vincolante e definitiva. Al momento però non è possibile stabilire un arco temporale entro cui si arriverà al verdetto.

La Russia ha deciso di appellarsi al Tas di Losanna dopo la sospensione arrivata dal Cio il 12 ottobre. La decisione sarà vincolante.
Il logo del Roc in Russia (Getty Images).

La sospensione della Russia  e le parole di Vladimir Putin

A seguito della sospensione con effetto immediato, il Roc aveva perso il diritto di operare come Comitato olimpico nazionale e dunque la possibilità di ricevere finanziamenti dal movimento olimpico. In dubbio la partecipazione dei propri atleti ai Giochi di Parigi 2024 e Milano-Cortina 2026 non soltanto sotto stendardo nazionale, ma anche come neutrali. «Il Cio valuterà la singola posizione al momento opportuno», aveva spiegato Mark Adams, portavoce del comitato. A seguito della decisione, il presidente russo Vladimir Putin non aveva risparmiato accuse di strumentalizzazione politica dello sport. «L’invito ai Giochi non è più un diritto incondizionato dei migliori atleti, ma una sorta di privilegio», aveva detto il leader del Cremlino. «Oggi può essere guadagnato non dai risultati sportivi, ma dalla politica. Come discriminazione etnica grossolana, è di fatto razzista».

La decisione del Tas di Losanna sarà vincolante, anche se le parti potranno ricorrere anche al Tribunale federale svizzero entro 30 giorni. Difficile però che il ricorso della Russia venga accolto. Già nel marzo 2022 aveva avuto esito negativo quello della Federcalcio di Mosca per giocare il match dei playoff per il Mondiale di calcio in Qatar contro la Polonia. Pochi mesi dopo, a luglio, il caso si era riproposto in merito ai club per la partecipazione alle competizioni Uefa di Champions, Europa e Conference League. La Federazione di Mosca aveva deciso di fare appello assieme a Zenit San Pietroburgo, FC Sochi, Cska e Dinamo Mosca, rimaste però escluse.

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Malagò, pista bob in Italia? Solo con impegno scritto del governo

Continua la querelle sulla pista da bob in vista di Milano-Cortina 2026. Il presidente Coni Giovanni Malagò non ha escluso che le gare si possano tenere in Italia ma a patto che ci sia un impegno vincolante del governo.  «Quello che mi sento di sostenere, perché sono sempre a favore del nostro Paese e del governo, è che laddove si dimostrasse in un modo acclarato e ufficiale che per la data per cui il Cio e Federazioni internazionali pretendono che la pista sia pronta, se ce ne fosse una in Italia che oggi esiste e potrebbe diventare “working” a breve, allora sarei il primo a sostenere questa candidatura», ha ribadito Malagò. «Ma serve un pezzo di carta firmato dal governo italiano che si impegna a rispettare date e fattibilità. Lo sport è vittima di quello che è successo perché dopo quattro anni ha preso atto che l’opera pubblica non si può realizzare». Quanto alla possibilità che alcune gare si svolgano fuori dai confini italiani ha spiegato: «Non sarebbe uno scandalo. Si va verso un’epoca dove le nuove candidature, anche su altre discipline sportive, terranno conto di non stare più solo nel proprio Paese. Anche noi per qualche motivo avevamo anticipato tutto questo, perché non c’è una città o luogo di montagna che può concentrare tutte le venues sportive per ospitare i programmi invernali, per questo avevamo portato l’Olimpiade dei territori».

Riccardo Magrini ricoverato per un’ischemia al San Raffaele

Il mondo del ciclismo è in apprensione per le condizioni di salute di Riccardo Magrini, ex corridore e commentatore tv dello sport su pedali, che è stato colpito da un doppio attacco ischemico nella giornata di sabato 4 novembre 2023. Il suo stato medico era apparso, nelle prime ore, decisamente serio, mentre ora la situazione starebbe migliorando. È attualmente ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano. Per lui non si tratta del primo grave problema di salute. Già in passato, infatti, era stato colpito da due infarti, uno dei quali subito dopo un’intervista a Sky, quando a salvarlo con un immediato massaggio cardiaco era stato il giornalista Lucio Rizzica.

Le corse, la direzione sportiva e il commento in tv

Originario di Montecatini, da corridore professionista, nel periodo compreso tra il 1977 al 1986, ha vinto una tappa al Giro d’Italia e una al Tour de France. È stato poi direttore sportivo, per primo dell’amico Mario Cipollini, e commentatore tv delle gare di ciclismo. Proprio in questa sua ultima attività, svolta per Eurosport, Magrini si è attirato la stima di molti sportivi appassionati di ciclismo, ma anche diverse critiche da parte di chi ritiene il suo stile troppo cabarettistico. Un personaggio che è in grado di dividere, ma che proprio per questo è diventato negli anni la voce del ciclismo italiano.

Pallanuoto, annullati gli Europei 2024 in Israele

Non si disputeranno più gli Europei di pallanuoto in programma a gennaio 2024 a Netanya, città a una trentina di chilometri dal Tel Aviv. Lo ha annunciato la Len, ente continentale degli sport acquatici, spiegando in una nota che «dopo gli attacchi terroristici in Israele non ci sono più le condizioni di sicurezza. Dopo gli incontri tra noi di European Acquatics e la federazione israeliana, abbiamo convenuto che sarà impossibile far svolgere questa manifestazione».

Il comunicato della Federazione Europea

Questo il comunicato della Federazione Europea: «Constatato che sarà impossibile ospitare i Campionati Europei di Pallanuoto a Netanya, in Israele, si stanno studiando diverse opzioni per quanto riguarda la corretta procedura di qualificazione per i prossimi Campionati mondiali di pallanuoto acquatici di Doha. European Aquatics desidera cogliere ancora una volta questa opportunità per condannare fermamente i responsabili delle atrocità terroristiche contro i cittadini israeliani ed esprimere loro il nostro sostegno e la nostra solidarietà in questo momento difficile».

Guai per Zverev: il tennista è stato accusato di violenza domestica da due ex

Il tennista tedesco Alexander Zverev è stato accusato di violenza domestica da due delle sue ex compagne. Si tratta di Olga Sharypova e Brenda Patea. Con la prima, lo sportivo ha avuto una relazione di circa 9 mesi fino al 2019. Con la seconda, invece, è finita lo scorso agosto, anche se la donna è la madre di Mayla, la figlia di Zverev.

Guai per Zverev il tennista è stato accusato di violenza domestica da due ex
Brenda Patea, una delle ex che ha accusato Zverev di violenza domestica (Getty Images).

Le accuse di Sharypova: «Ha tentato di soffocarmi»

Olga Sharypova è stata intervistata in Russia da Championat e ha affermato che Zverev l’avrebbe colpita diverse volte. La donna ha affermato che «una volta ha perfino cercato di soffocarmi con un cuscino». Già alla fine della storia tra i due, lei ha pubblicato un post su Instagram in cui ha affermato di essere stata picchiata, facendo riferimento a presunti episodi del 2018. Adesso ha raccontato: «Quel giorno feci una passeggiata con Dasha Medwedewa. Quando tornai in albergo cominciammo a litigare, ho provato più volte a correre fuori dalla stanza, ma non mi lasciava andare. Ho avuto paura che qualcuno ci potesse sentire o vedere. Alla fine sono riuscita a divincolarmi e sono scappata, scalza, con un telefono in mano. Lui mi spinse al muro e mi disse che nessuno si sarebbe occupato di me, non importava cosa mi avrebbe fatto. Per fortuna in quel momento passarono delle persone e io presi l’uscita dell’albergo con loro. Ero da sola, scalza, in mezzo alla strada. Per fortuna ho scritto a un mio amico che mi ha accompagnato dalla mia famiglia».

Patea: «La sua rabbia si è trasformata in violenza»

Anche il rapporto con Brenda Patea si sarebbe chiuso per le violenze subite dalla donna, che ha denunciato il tennista. Martedì 31 ottobre, la procura di Berlino ha emesso un’ordinanza contro Zverev, con tanto di multa da 450 mila euro, secondo quanto racconta il Corriere della Sera. La modella intanto ha parlato dell’uomo e delle violenze subite in un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung: «Lui è un uomo geloso, controllava ripetutamente il mio telefono, e a volte un like di troppo era sufficiente per mandarlo su tutte le furie. La sua rabbia si è più volte trasformata in violenza fisica».

Scacchipugilato, il campione del mondo è italiano: storia e regole

Nicolò Tiraboschi, 23enne di Bergamo, è il nuovo campione del mondo di scacchipugilato. Sport emergente che unisce la boxe agli scacchi, il chessboxing è una delle discipline in ascesa in tutto il mondo, tanto che in appena 20 anni di vita ha visto la formazione di numerosi federazioni fra Italia, India, Regno Unito e Francia. Alla sua prima partecipazione in assoluto a una competizione ufficiale di tale disciplina, l’azzurro ha battuto nel torneo di categoria Under 65 chilogrammi disputato a Riccione il francese Tony Infantino, che si è arreso a poche mosse dallo scacco matto. L’Italia vanta anche due talenti internazionali fra i pesi massimi: si tratta di Sergio Leveque, attuale campione d’Europa, e Gianluca Sirci, ex detentore del titolo.

Scacchipugilato, la storia e le regole dello sport che unisce boxe e scacchi

Mix perfetto fra cervello e muscoli, lo scacchipugilato ha una storia ancora molto recente. Nacque infatti nel 2003 per opera di Iepe Rubingh, artista olandese che ha vissuto a lungo in Germania, che per primo ne organizzò un incontro ufficiale. L’idea originale è frutto però di una graphic novel. Lo inventò infatti Enki Bilal, fumettista francese ma originario di Belgrado, che lo rappresentò nelle sue tavole di Freddo Equatore, pubblicato nel 1992. Grazie all’intuito di Rubingh però ha ben presto catturato l’attenzione dei giocatori di scacchi e dei pugili di tutto il mondo, tanto che oggi esistono federazioni non solo in Italia, ma anche in Usa, Iran, Polonia, Francia, Russia e India. Numerose anche le competizioni, che mettono in palio non solamente titoli nazionali ma anche europei e mondiali.

Il bergamasco Nicolò Tiraboschi è il nuovo campione del mondo di scacchipugilato. Lo sport, ispirato a un fumetto, unisce boxe e scacchi.
Il campione mondiale di scacchipugilato è italiano (Getty Images).

Le regole di questo singolare sport combinato sfruttano le direttive già note per quanto riguarda la boxe e il gioco degli scacchi. Come si legge sul sito ufficiale delle Federazione italiana, i due contendenti si affrontano sulla distanza di 11 riprese, in cui si alterna un round sul ring e uno con le pedine. Si parte solitamente con il duello sulla scacchiera e ogni ripresa dura tre minuti. Si può vincere sia per scatto matto sia per KO in pedana, anche se ciascuno sfidante può decidere di ritirarsi in qualsiasi momento in entrambe le discipline. Tra un round e l’altro vige una pausa di appena 60 secondi, utile affinché i giocatori possano cambiarsi per fare lo switch tra uno sport e l’altro. Ciascun atleta ha massimo nove minuti sul personale orologio di scacchi per fare tutta la partita. Alla scadenza del tempo, la partita si conclude.

Le categorie e la variante nelle riprese per le donne

In Italia esistono sette categorie, differenti come per la boxe in base al peso degli atleti. Si parte dai Mosca (45-50 chilogrammi), salendo poi ai Gallo (50-56), Piuma (56-63), Leggeri (63-71) e Medi (71-80). In vetta ci sono poi i Mediomassimi (80-90) e i Massimi (oltre i 90 chilogrammi). Per quanto riguarda le donne, cambia la durata delle 11 riprese di un match. Le ragazze infatti combattono per un massimo di due minuti sul ring e giocano per tre minuti con le pedine degli scacchi. L’ultimo talento italiano è Nicolò Tiraboschi, che fino ai 20 anni ha mostrato il suo talento solo sulla scacchiera. Ex studente di Filosofia, poi passato a frequentare corsi di programmazione, durante il Covid ha scoperto la boxe, avvicinandosi poi allo scacchipugilato.

Il bergamasco Nicolò Tiraboschi è il nuovo campione del mondo di scacchipugilato. Lo sport, ispirato a un fumetto, unisce boxe e scacchi.
Una partita di scacchipugilato in Francia (Getty Images).

Bandiere per Gaza, il Celtic sospende abbonamenti di 250 tifosi

Il Celtic ha sospeso gli abbonamenti di circa 250 suoi tifosi per aver esposto bandiere palestinesi o filo-palestinesi nel corso degli ultimi incontri del club scozzese. Il provvedimento è entrato in azione già nel match casalingo dell’1 novembre, vinto contro il St Mirren. Assenti gli esponenti delle Brigate Verdi, storico gruppo organizzato della curva del Celtic raggiunto dal provvedimento del club di Glasgow.

«Comportamenti inaccettabili non conformi alle norme»

La motivazione ufficiale fornita dal club per giustificare il divieto d’accesso al Celtic Park è stata «un’escalation sempre più grave di comportamenti inaccettabili non conformi alle norme». Ma i più concordano nel ritenere che la sospensione sia scattata per la presa di posizione della frangia di tifo sul conflitto in Medio-Oriente. Fin dalle prime ore della rappresaglia militare di Tel Aviv, le Brigate Verdi avevano espresso la loro vicinanza alla causa della Striscia di Gaza, esponendo il 7 ottobre due grandi striscioni recanti le scritte «Palestina Libera» e «Vittoria alla Resistenza».

Lazio, Patric: «Ho avuto ansia e depressione per il Covid»

Il difensore della Lazio Patricio Gabarrón Gil, noto come Patric, ha confessato di aver sofferto di ansia e di depressione nel 2020, quando il mondo si è fermato a causa della pandemia da coronavirus e dei lockdown. Il centrale difensivo spagnolo ne ha parlato in conferenza stampa, alla vigilia del match dei biancocelesti contro il Bologna. Ha raccontato: «Ho sofferto tanto, perché sono stato chiuso da solo in casa con il Covid. Ho cercato di fare le stesse cose perché mi sentivo in crescita. Poi dal nulla ho avuto problemi di depressione, ansia: per me era tutto buio».

Il racconto di Patric: «Mollare era la cosa più facile»

Patric ha proseguito: «Ho iniziato a lavorare con un mental coach e mi sono ritrovato. La stagione senza tifosi ha inciso tanto, è stata la peggiore. Poi si era infortunato Luiz Felipe e quindi dovevo giocare tutte le partite, anche se non stavo bene. Ma non mi sono mai tirato indietro, perché le persone si vedono anche in queste cose. Quell’anno fu difficilissimo, la cosa più facile era mollare ma non l’ho fatto. Se a oggi sono migliore è anche grazie a quel momento di difficoltà».

Lazio, Patric «Ho avuto ansia e depressione per il Covid»
Patric durante un match della Lazio (Getty Images).

Sul momento attuale: «Pensiamo alla prossima partita»

Patric poi è tornato a parlare del momento attuale della Lazio e della gara contro il Bologna: «È una squadra organizzata, che sta concedendo anche meno gol. Stanno trovando una solidità e davanti hanno calciatori forti: Orsolini, Zirkzee… Abbiamo lavorato come sempre, ma da quando c’è Thiago Motta il Bologna sta facendo veramente ottime cose. Ormai il calcio di oggi è così, dobbiamo pensare partita per partita. Quella di domani è la più importante, poi arriva una settimana in cui ci giochiamo tanto. Ma sono tre punti uguali agli altri. Il Bologna sta facendo una grande stagione, dobbiamo pensare solo a questa partita».

Sinner si ritira da Parigi Bercy: salta l’ottavo con De Minaur

La notizia era nell’aria da qualche ora, ma adesso è ufficiale. Jannik Sinner ha annunciato il suo ritiro dal torneo di Parigi Bercy, l’ultimo Master 1000 della stagione. L’Azzurro numero 4 al mondo non disputerà il suo match degli ottavi di finale contro l’australiano Alex De Minaur, in programma per giovedì 2 novembre alle ore 17. L’altoatesino era però reduce da oltre due ore di battaglia contro lo statunitense Mackenzie McDonald, chiuso nella tarda notte fra l’1 e il 2 novembre, precisamente alle 2.37 del mattino. «Non è ideale giocare così tardi», aveva già spiegato Sinner durante la conferenza stampa post-partita. «Deciderò al risveglio». Tra le interviste e il defaticamento dopo il match, il tennista azzurro è rincasato solamente alle 5 del mattino, 12 ore prima della nuova partita. Il campione di Vienna tornerà in campo per le ATP Finals di Torino, previste dal 12 al 19 novembre, in cui è già certo di essere quarta testa di serie del seeding.

LEGGI ANCHE: Da eroe a peccatore, la strana parabola di Sinner nel 2023

Non solo Sinner, la polemica di Wawrinka, Thiem e Ruud

La programmazione del torneo di Parigi Bercy, fra i maggiori indoor dell’ultima parte di stagione ATP, non è nuova a polemiche e attriti. Già in passato infatti i tennisti avevano lamentato orari sempre più difficili per disputare le partite, motivati dai pochi campi a disposizione per distribuire al meglio gli incontri. Nel 2023 tuttavia la situazione è peggiorata, in quanto si è deciso di inserire sei match sul campo Centrale, iniziando però solamente alle 11 del mattino. Impossibile pertanto, prevedendo sfide da tre ore ciascuna, pensare di poter finire in tempo. Una scelta che ha indispettito anche il pubblico, come testimoniano le tribune vacanti durante la partita tra Sinner e McDonald. «Non tengono conto della salute dei giocatori», ha sbottato Darren Cahill, allenatore dell’altoatesino. «Felice per la vittoria di Jannik ma zero attenzione durante questa programmazione».

Dure anche le parole di Casper Ruud, norvegese numero 11 al mondo, che ha difeso Sinner con un post su X. «Complimenti per come avete gestito uno dei migliori nel circuito», ha postato il tennista. «Ha chiuso il suo match alle 2.37 e ha 14 ore e mezza per recuperare. Cos’è, uno scherzo?». Più pacata ma ugualmente pungente la polemica di Dominic Thiem e Stan Wawrinka, che 24 ore prima avevano terminato la partita solamente alle 2.23 del mattino con la vittoria dell’austriaco. Che non ha mancato di puntualizzare l’orario, scrivendo sulla telecamera dopo il successo un «Grazie Parigi» allegando l’orario. Lo svizzero, che avrebbe dovuto giocare in doppio con Sinner contro la coppia serba di Novak Djokovic e Miomir Kecmanovic, ha alzato bandiera bianca annunciando il ritiro. Nel 2025 Parigi Bercy dovrebbe spostarsi in una nuova sede, con stadio da 30 mila posti e più campi a disposizione.

Tennis, Ons Jabeur dona parte del suo premio delle Wta Finals ai palestinesi

La tennista tunisina Ons Jabeur ha annunciato l’intenzione di donare parte del suo premio in denaro delle Wta Finals per aiutare il popolo palestinese a Gaza. Lo ha detto a margine della vittoria del primo turno del torneo in corso a Cancun.

Non un messaggio politico ma una «questione di umanità»

Le Wta Finals sono considerate la rassegna più importante dell’anno dopo le quattro prove del Grande Slam, cui prendono parte le prime otto tenniste della classifica del singolare e le prime otto del doppio. L’ex numero due del mondo ha vinto il primo turno delle fasi a gironi contro Markéta Vondroušová per 6-4, 6-3. Nell’intervista post partita ha trattenuto le lacrime mentre parlava del conflitto in corso a Gaza. «Sono molto contenta della vittoria, ma la situazione nel mondo non mi rende felice», ha detto la tre volte finalista del Grande Slam. «È molto dura vedere bambini e neonati morire ogni giorno. È straziante. Ho deciso di donare parte del mio premio in denaro per aiutare i palestinesi. Non posso essere contenta di questa vittoria», ha aggiunto. La decisione di donare parte del suo premio, ha spiegato, «non è un messaggio politico, è umanità».

«Fatico a concentrarmi sul tennis, ogni giorno vedo immagini orribili»

Nella conferenza stampa post-partita, Jabeur ha proseguito parlando delle difficoltà nel mantenersi strettamente concentrata sul tennis di fronte a quanto sta accadendo in Medio Oriente. «Cerco di stare il meno possibile sui social media, ma è molto difficile. Ogni giorno mi imbatto in video e foto orribili, che non mi aiutano a dormire o a recuperare nella maniera che vorrei. Mi sento senza speranza, sento che non posso fare nulla. Mi piacerebbe avere una bacchetta magica e far finire tutto questo per riportare la pace. Forse posso dare un piccolo aiuto donando una parte del mio premio, anche se so che, alle persone che vivono la guerra, i soldi interessano poco», ha concluso.

Coppa Italia, diritti tv a Mediaset per 52 milioni: la Rai ne ha offerti 20

I diritti tv della Coppa Italia e della Supercoppa italiana sono stati assegnati a Mediaset. La decisione dell’Assemblea della Lega è arrivata lunedì 30 ottobre, una settimana dopo l’assegnazione della Serie A a Dazn e Sky. L’azienda di Cologno Monzese manterrà così i diritti per le gare delle due manifestazioni per un altro triennio, fino al 2027, dopo essersi aggiudicata già quello precedente, in scadenza a giugno. Battuta la Rai, la cui offerta non è stata considerata congrua.

Mediaset ha offerto oltre 50 milioni più bonus

A votare per Mediaset, secondo quanto spiega Il Sole 24 Ore, sono stati 18 presidenti su 20. Si è astenuto Aurelio De Laurentiis, numero uno del Napoli, in protesta dopo le polemiche contro la Lega per i diritti tv del campionato. L’offerta è stata di 51,8 milioni di euro, quasi 4 milioni in più rispetto a quanto sono costati i diritti per il triennio precedente. I club hanno comunque incassato meno di quanto previsto nel bando.

Coppa Italia, diritti tv a Mediaset per 52 milioni la Rai ne ha offerti 20
L’Inter ha vinto la Coppa Italia 2022/2023 (Getty Images).

I club avrebbero voluto incassare almeno 62 milioni

Il minimo era di 62 milioni. Con la parte variabile dell’accordo, invece, Mediaset potrà spendere al massimo 58 milioni, con 2 di costi di produzione. Questa deriva dai bonus legati agli ascolti: bisognerà toccare quota 6,5 milioni di spettatori per le semifinali e 8,5 milioni per la finale.

Pier Silvio Berlusconi: «Caso unico»

L’Ad di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, ha commentato: «È un caso unico, e un orgoglio, per un broadcaster commerciale poter offrire una grande competizione calcistica per squadre di club italiane tutta in esclusiva e senza alcun costo per i telespettatori».

La Rai si è fermata a 20 milioni 

L’offerta della Rai, unica contendente di Mediaset, è stata inferiore. A portare avanti le trattative private con i club sono stati alcuni esponenti della Lega. L’offerta non è andata oltre ai 20 milioni, meno della metà rispetto a quella presentata dalla società di Cologno Monzese.

Mondiali 2034 in Arabia Saudita, Human Rights Watch attacca la Fifa

Dopo la rinuncia dell’Australia, l’Arabia Saudita è rimasto l’unico Paese candidato a ospitare i Mondiali di calcio del 2034. Si tornerebbe in Asia e in Medio Oriente dodici anni dopo il contestato torneo in Qatar. E le polemiche sono già arrivate. Il direttore di Human Rights Watch Germania, Wenzel Michalski, ha commentato la rinuncia australiana attaccando la Fifa. All’agenzia tedesca Dpa, ha dichiarato: «La Fifa si è data un’agenda sui diritti umani in cui si afferma che i paesi ospitanti della Coppa del Mondo devono aderire ai diritti umani. E come sappiamo questo non è il caso dell’Arabia Saudita».

Mondiali 2034 in Arabia Saudita, Human Rights Watch attacca la Fifa
L’Argentina è campione del mondo in carica dopo Qatar 2022 (Getty Images).

Michalski contro la Fifa

Secondo Michalski, far disputare i Mondiali in Arabia Saudita sarebbe ancora peggio di quanto già fatto in Qatar. Ha spiegato i motivi durante l’intervista: «Prendiamo solo la libertà di stampa, che secondo lo statuto della Fifa deve essere garantita. E lì non esiste. O la parità di diritti. O nessuna discriminazione contro le persone Lgbt, per esempio. O semplicemente il diritto alla libertà di espressione». Nei mesi che hanno preceduto la Coppa del Mondo in Qatar, il Paese è stato attaccato più volte sul tema dei diritti umani violati. Amnesty International ha lanciato diversi appelli, uno di questi rivolto a David Beckham, invitato a parlare in difesa delle donne e della comunità Lgbtqia+ da ambasciatore del torneo.

L’Australia non ha ancora dato spiegazioni

Intanto molti addetti ai lavori si interrogano su cosa abbia spinto l’Australia a rinunciare. I vertici della federazione locale non hanno fornito alcuna spiegazione. In una nota hanno affermato: «Dopo aver preso in considerazione tutti i fattori, siamo giunti alla conclusione di non farlo per la competizione del 2034. Football Australia ambisce a portare sempre più tornei importanti sulle nostre coste. Crediamo di essere in una posizione forte per ospitare la Coppa d’Asia femminile nel 2026 e poi accogliere le più grandi squadre del calcio mondiale per la Coppa del mondo per club Fifa 2029».

Calcio: l’Australia rinuncia ai Mondiali 2034, Arabia Saudita unica candidata

L’Australia ha deciso di rinunciare alla propria candidatura all’organizzazione della Coppa del mondo di calcio del 2034, favorendo l’Arabia Saudita, che a questo punto (tranne clamorosi sviluppi) ospiterà l’evento. Il termine ultimo per l’invio delle candidature era stato fissato al 31 ottobre dalla Fifa, limitato alle confederazioni asiatica e oceanica: con il passo indietro dell’Australia, il massimo torneo calcistico tornerà così nella penisola arabica a 12 anni da Qatar 2022, Con i medesimi problemi: dal caldo soffocante ai tifosi “finti”, fino al divieto di bere alcolici.

Calcio: Australia rinuncia ai Mondiali 2034, Arabia Saudita unica candidata. A 12 anni da Qatar 2022 il torneo tornerà nella penisola araba.
La Coppa del Mondo (Getty Images).

L’assegnazione del Mondiale 2030 a tre continenti aveva spianato la strada all’Arabia Saudita

«Abbiamo considerato la possibilità di candidarci per ospitare la Coppa del Mondo Fifa e, dopo aver considerato tutti i fattori, abbiamo deciso di non farlo per la competizione organizzata nel 2034», scrive la Federcalcio australiana in un comunicato stampa. Le norme Fifa non consentono di ospitare la manifestazione nello stesso continente per le due edizioni successive. Considerando che l’edizione 2026 si disputerà tra Canada, Usa e Messico (Nord America) e che quella del 2030 è stata assegnata a Marocco, Spagna e Portogallo, con tre gare da disputare in Sudamerica tra Uruguay, Argentina e Paraguay (dunque Africa, Europa e Sud America), per il torneo del 2034 rimanevano solo le opzioni Oceania e Asia. La decisione della Fifa di assegnare il Mondiale del 2030 a tre continenti, molto discussa, è stata vista da molti come un trucco per favorire l’Arabia Saudita. Verità o meno, di sicuro ha spianato la strada al Paese del Golfo, interessato a ripulirsi l’immagine a livello internazionale tramite lo sportwashing.

Calcio: Australia rinuncia ai Mondiali 2034, Arabia Saudita unica candidata. A 12 anni da Qatar 2022 il torneo tornerà nella penisola araba.
Gianni Infantino, presidente della Fifa (Getty Images).

La candidatura saudita è stata subito sostenuta dalla Confederazione asiatica

Solo la candidatura dell’Australia, unico Paese dell’Oceania in grado di ospitare l’evento, poteva portare una certa competizione nell’assegnazione. C’è stata anche la possibilità di una candidatura congiunta con l’Indonesia, per un Mondiale tra Oceania e Asia. Ma la federazione calcistica di Giacarta si è poi tirata indietro, appoggiando la candidatura saudita, ufficializzata il 10 ottobre e già ufficialmente sostenuta dalla Confederazione asiatica di calcio. Nel 2023 Australia e Nuova Zelanda hanno ospitato la Coppa del Mondo femminile e la competizione è stata considerata un successo: nonostante ciò è arrivato il passo indietro.

Chi è Aitana Bonmatí, la stella del Barça vincitrice del Pallone d’Oro 2023

Aitana Bonmatí, centrocampista del Barcellona, è stata premiata con il Pallone d’Oro femminile come miglior calciatrice professionista al mondo della passata stagione. Ad agosto aveva già vinto il premio come miglior giocatrice del Mondiale del 2023, vinto dalla Nazionale spagnola, e il premio Uefa come migliore giocatrice europea dell’anno.

Bonmatí è il frutto di un Paese che ha investito nel calcio femminile

La Spagna sta vivendo un momento straordinario, continuando a dominare il mondo del calcio femminile. Bonmatí, 25 anni, ha afferrato il testimone della compagna di squadra Alexia Putellas, centrocampista del Barça che ha vinto il Pallone d’Oro nelle due edizioni precedenti. Ed è stata proprio Bonmatí, catalana e nelle fila del Barcellona femminile fin dalle giovanili, la calciatrice che nel 2022 ha tenuto a galla la Spagna dopo l’infortunio di Putellas, rimasta fuori dal campo per oltre un anno. Quel trauma vissuto dal Barça, di avere la giocatrice più forte al mondo sulla panchina, nel 2022 si è dissolto tra i piedi di Aitana, che è riuscita a trovare un feeling eccezionale con la squadra portandola alla vittoria della Champions League. Un passo dopo l’altro, nell’estate del 2023 la giovane ha coronato una serie di successi, portando la nazionale alla vittoria del Mondiale. Il successo di Bonmatì è anche quello di una Spagna che ha saputo investire con successo nel calcio femminile, diventando uno dei movimenti più vincenti e seguiti del panorama globale.

Chi è Aitana Bonmatí, la vincitrice del Pallone d'Oro 2023
Tifosi spagnoli festeggiano la vittoria dei Mondiali femminili del 2023 (Getty Images).

Guardiola: «È la versione femminile di Iniesta»

Bonmatì è nata nel 1998 nella piccola città catalana di Sant Pere de Ribes, dove ha iniziato a giocare a calcio fin da bambina prima di essere convocata da Jorge Vilda nelle giovanili del Barcellona. È amatissima dai suoi compaesani, che nel 2023 hanno rinominato in suo onore il campo in cui iniziò a giocare. Bonmatì fu convocata in prima squadra nel 2016, quando in Spagna la rivoluzione tecnica per il comparto femminile era già in corso, ed è oggi una calciatrice forte da un punto di vista atletico, ma che vanta sopratutto di doti analitiche e realizzative che la lasciano ridefinire le azioni e crearne di nuove in aerea. Una calciatrice che ha conquistato anche un certo Pep Guardiola, che l’ha paragonata a uno degli idoli della centrocampista: «Aitana Bonmati è una calciatrice di cui sono innamorato per il suo modo di giocare. Posso dire che è la versione femminile di Iniesta».

L’impegno nelle questioni sociali

Ma oltre a essere una grande calciatrice, Aitana è una figura che si è spesso schierata su questioni sociali di primo piano. Ha partecipato insieme alle compagne agli scioperi in protesta al coach Jorge Vilda e al presidente della federazione spagnola Luis Rubiales, per i comportamenti misogini per i quali sono stati recentemente licenziati. Inoltre, dal 2022 è ambassador dell’Unhcr, contribuendo al progetto d’inclusione per ragazze migranti attraverso il calcio. Ha raccontato che questa sua coscienza politica la deve ai genitori, due indipendentisti catalani che quando nacque le diedero il cognome della madre per protesta contro la legge spagnola che prevede l’anteposizione di quello del padre.