La banca ha annunciato i tagli, previsti tra il 2019 e il 2023. L'istituto, nella lettera ai sindacati, ha chiesto di trovare un accordo entro e non oltre il 31 marzo 2020.
Sono 6mila gli esuberi annunciati da Unicredit. La società ha annunciato che le uscite riguardano l’Italia e che sono previste tra il 2019 e il 2023. Ma non solo. La banca ha intenzione di chiudere anche 450 filiali in tutta Italia. Nella lettera inviata ai sindacati, nell’ambito dell’apertura della procedura, si legge che 500 persone sono «eccedenza di capacità produttiva» del piano appena chiuso Transform 2019, mentre 5.500 riguardano «nuove eccedenze» legate al piano Team23.
LA LETTERA DI UNICREDIT AI SINDACATI
È intenzione di Unicredit, si legge nella lettera ai sindacati, cercare «soluzioni condivise» e, in questo ambito, si guarda a tutti coloro che maturano «il requisito pensionistico entro il 31 dicembre 2023 (con diritto alla pensione fino all’1 gennaio 2024 compreso)». Per le altre uscite, la banca «intende, poi, valutare in via prioritaria l’attuazione dello strumento del fondo di solidarietà di settore». In relazione a questa soluzione, Unicredit «ritiene sostenibile far riferimento all’uscita di personale più prossimo al diritto di pensione, con un anticipo medio rispetto al primo requisito pensionistico di 36 mesi, adottando finestre di uscita che garantiscano certezza di realizzazione degli obiettivi di riduzione».
L’istituto «chiarisce sin da ora che, nell’ambito della valutazione, si terrà conto delle residue circa 400 richieste di accesso alla sezione straordinaria del fondo di solidarietà di settore raccolte e non accettate nell’arco di piano Transform 2019 tra la popolazione maturante il primo requisito pensionistico entro il 30 giugno 2024». Poi per coloro che «successivamente al termine della raccolta del precedente piano» hanno avuto «un anticipo della maturazione del proprio requisito pensionistico entro il primo giugno 2024», la banca «conferma la disponibilità a gestirne la cessazione in via prioritaria entro la fine del primo semestre 2020». Infine, nell’ambito della trattativa verranno approfondite «ulteriori forme di esodo che consentano di ampliare le forme e/o le uscite» come «quota 100, opzione donna, riscatti di periodi non coperti da contribuzione».
UNICREDIT: ACCORDO SULLE USCITE ENTRO IL 31 MARZO
Unicredit, nella lettera, sottolinea che occorre ricercare «in ogni caso entro e non oltre il limite del primo trimestre 2020», cioè entro il 31 marzo, «attraverso il confronto sindacale, soluzioni condivise idonee ad attenuare per quanto possibile le ricadute sociali del nuovo piano». La banca evidenzia quindi che «il raggiungimento degli obiettivi di equilibrio complessivo dei costi consentiranno di evitare l’adozione generalizzata di ulteriori e diverse soluzioni connesse a condizioni di eccessiva onerosità che saranno altrimenti necessarie già nel corso del secondo semestre 2020».
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