Gli effetti dell’evoluzione tecnologica e dell’iperconnettività sui modelli di business.
L’iperconnetività, la proliferazione dei dati, il salto quantico nella velocità computazionale e il machine learning sono quattro fenomeni annessi alla disruption dei modelli di business tradizionali.
L’IPERCONNETTIVITÀ
In primo luogo, l’iperconnettività, ha reso persone, aziende e “macchine” che utilizziamo connesse ad internet in molteplici modi (pc, telefono, ipad, televisione, carte di credito). Questo fenomeno è destinato ad incrementare in modo esponenziale nell’immediato futuro. La previsione – ma le stime sono sempre in aumento – è che, entro il 2025, 75 miliardi di oggetti (incluso telefoni etc) saranno connessi ad internet. Le reti di telecomunicazione mobili 5G, in via di installazione, con capacità di trasmissione enorme e grande capillarità fungeranno da ulteriore acceleratore.
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LA PROLIFERAZIONE DEI DATI
Secondariamente, la proliferazione dei dati che ciascuna persona od oggetto genera costantemente, in modo volontario o meno, produce una quantità enorme di informazioni che raccontano tutto su di lui, luoghi, interessi, persone collegate, preferenze, modelli decisionali. Chi ha accesso a questi dati conosce il soggetto che li genera meglio di quanto lui conosca se stesso, anche perché ha modo di analizzare le informazioni storiche in modo scientifico ed oggettivo.
LA VELOCITÀ COMPUTAZIONALE
Nei riguardi dell’aumento nella capacità e velocità computazionale, gli ultimi 50 anni hanno segnato un vero e proprio salto quantico, che ha prodotto una notevole riduzione dei costi di elaborazione e storage. La performance è aumentata di un trilione di volte e non accenna a fermarsi, anzi è destinata ad incrementare esponenzialmente. In questo senso, la creazione dei Cloud ha, infatti, accelerato questo fenomeno, costruendo luoghi virtuali dove i dati risiedono e vengono elaborati da computer che hanno una scala e una potenza infinitamente più grande rispetto a quella che le singole aziende possono avere.
IL MACHINE LEARNING
Infine, il Machine learning ha permesso alle macchine di analizzare dati che a volte sono prodotti dalle macchine stesse. Tramite il machine learning, infatti, le macchine possono “imparare” ad analizzare i dati stessi, supportando decisioni di vario tipo.
COME LA DISRUPTION DIGITALE INFLUENZA I MODELLI DI BUSINESS
Presa consapevolezza dei fenomeni che contraddistinguono la disruption digitale, in che modo questi fenomeni influenzano i modelli di business? In primo luogo, attraverso la personalizzazione dei clienti. In tal senso, i consumatori possono essere approcciati individualmente – il famoso “segmento di 1”. L’offerta e la relazione con il cliente sono assolutamente personalizzate e con una “intimità” assoluta, come altro spiegare quelle pubblicità di produttori di speck mentre eravate in vacanza a Cortina questa estate? Tra l’altro, uno dei dogmi del marketing di 20 anni fa, «impossibile cambiare i comportamenti di acquisto del consumatore», è stato completamente distrutto. I comportamenti sono cambiati enormemente e sono destinati ad evolvere insieme alle aspettative dei clienti.
COME CAMBIANO LE DECISIONI AZIENDALI
Altro modo con cui la “disruption” digitale influenza i modelli di business riguarda le decisioni aziendali. Grazie alle disponibilità dei dati e alla completa automazione, le scelte di un’impresa diventano rapidissime e sempre più precise. Non ci sono istinti o intuizioni o fenomeni di ego, ci sono solo dati e una continua analisi del feedback di queste decisioni per migliorare e affinare ulteriormente le regole di funzionamento. Per poter sfruttare al meglio queste potenzialità, anche i ritmi e i programmi aziendali devono evolversi e diventare più rapidi.
IL POTERE DELLE COMMUNITIES
Infine, il potere delle communities. Creando una piattaforma di aggregazione, si possono creare e monetizzare fenomeni virali rapidissimi e di grande portata, con una limitata necessità di intervento da parte del gestore della piattaforma stessa. Il contenuto viene, infatti, generato e condiviso dagli utenti stessi, ci si può “limitare” ad analizzare quello che succede. Questo permette di generare modelli di business che si pongono come intermediari tra domanda e offerta, sfruttando bisogni dei consumatori insoddisfatti o asset poco utilizzati (sharing economy).
LE REGOLE FONDAMENTALI
Questi nuovi disruptive players, di enorme successo, seguono alcune regole fondamentali: una proposizione al consumatore chiara e semplice e un sistema di relazione e contatto con il cliente estremamente piacevole, facile ed intuitivo, supportato da una catena produttiva e logistica efficiente. Tutto questo è coniugato da strutture di costo ed operative automatizzate al massimo che permettono la massima “scalabilità’”, cioè una crescita rapidissima, che non richieda cambiamenti nella struttura dei costi, eccessivi investimenti o l’aumento di manodopera.
QUINDI, COSA È CAMBIATO?
Ragionando bene, però, nessuna di queste regole di business è nuova o tantomeno rivoluzionaria, anzi, e quindi cosa è cambiato? Ciò che è mutato sono le tecnologie sottostanti di cui abbiamo parlato finora, ma anche, a nostro parere, modelli di organizzazione del lavoro e del talento radicalmente diversi, che permettono di creare dal nulla ed in poco tempo aziende sofisticatissime e con profittabilità enormi. Le aziende tradizionali per continuare ad essere competitive dovranno imparare molto rapidamente a gestire questo connubio tra tecnologia, innovazione e talento. Ne parleremo, magari, in un prossimo articolo.
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