Lampedusa: a 10 anni dalla strage, gli sbarchi continuano

A Lampedusa, durante le commemorazioni per il decennale del naufragio che uccise 368 migranti, i barchini hanno continuato ad essere soccorsi davanti alle isole Pelagie, e ancora nel Sud della Sardegna e davanti Roccella Ionica in Calabria. I nomi delle vittime sono stati letti davanti al monumento che li ricorda, alla presenza di alcuni superstiti e dei familiari delle vittime. Assenti, come rimarcano gli organizzatori, i rappresentanti del governo.

La marcia verso Porta d’Europa, davanti alla quale sono stati lanciati in mare mazzi di fiori, è stata aperta dallo striscione con la scritta «Basta morti invisibili». A sorreggerlo alcuni dei sopravvissuti che, come ogni anno, sono tornati a chiedere canali di ingresso regolari. «Si mettano da parte le ideologie, i colori politici e si lavori per arrivare a una soluzione condivisa il prima possibile» – ha ribadito il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino. «La vera sfida per l’Italia e per l’Europa» ha aggiunto «deve essere quella di far sì che questi viaggi avvengano per scelta e non più per costrizione e per obbligo»

«Qualunque autorità nazionale e internazionale venendo qua ha detto: mai più morti, invece siamo ancora qua» – ha sbottato Tareke Bhrane, il presidente del Comitato 3 ottobre – «Bisogna lavorare a monte, nei Paesi di origine e di transito. Ringrazio i sopravvissuti che ogni anno tornano a Lampedusa da cittadini europei: c’è chi è diventato norvegese, svedese, olandese».

Centinaia anche gli studenti europei che hanno partecipato alla marcia silenziosa. A loro si è rivolto il prefetto di Agrigento, Filippo Romano: «Quello che è successo dieci anni fa a Lampedusa non è soltanto un episodio, ma la punta di un iceberg. Non esistono soluzioni semplici, la ricetta ideologica non funziona. Le scelte spettano al Parlamento, ma noi dobbiamo imparare a essere fratelli fra noi, altrimenti non potremmo esserlo con chi è altro da noi».

«È necessaria una politica europea di migrazione legale, solo così si può contrastare l’irregolarità e si può battere l’attività dei trafficanti di esseri umani» ha detto la vice presidente del Senato, Maria Domenica Castellone (M5s) intervenendo alla manifestazione. Da Roma, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «La gestione del fenomeno ha assunto una dimensione mai vista prima, che richiede soluzioni stabili e durature, con l’assunzione di forti responsabilità da parte di tutta la comunità internazionale. Per evitare i morti in mare dobbiamo fermare le partenze e offrire una alternativa attraverso la creazione, come sta facendo il nostro governo, di canali di ingresso che consentano poi l’effettivo inserimento nel nostro tessuto economico».