Cosa frulla nella mente di Francesco Milleri sulla partita Mediobanca

In un’italica finanza di calma relativamente piatta, l’unica increspatura arriva dalla partita Mediobanca. Non è uno scontro epocale, ma è comunque una vicenda che tocca gli equilibri del sistema. Nella banca che fu di Enrico Cuccia governa da tempi immemori una diarchia la cui amalgama ha sin qui retto a tutte le forze d’urto che hanno tentato di disgregarla. Riducendo a miti consigli anche chi, come Cesare Geronzi, sulla carta era un avversario nettamente più forte.

Tutti pensavano che Milleri si sarebbe accontentato dei dividendi…

Ora, non ci sarebbe nulla di strano che Renato Pagliaro e Alberto Nagel, dopo anni di felice (con)dominio, avessero voglia di fare altro nella vita. Ma siccome non pare sia così, oltre al ricambio generazionale non c’è motivo di eccepire sul fatto che vogliano restare, forti anche di risultati che fanno contenti tutti i soci, compreso chi li vorrebbe cacciare. E qui veniamo al punto. Tutti pensavano che, morto Leonardo Del Vecchio, il suo successore alla guida dell’impero, Francesco Milleri, si sarebbe accontentato di incassare i pingui dividendi che ogni anno gli arrivano da Milano. E questo per diverse ragioni. La prima è che il suo investimento nella storica banca d’affari è sotto tutela della Bce: non può aumentare senza chiederle il permesso, non può ambire a comandare avendo la sua partecipazione carattere esclusivamente finanziario.

Cosa frulla nella mente di Francesco Milleri sulla partita Mediobanca
Alberto Nagel e Renato Pagliaro (Imagoeconomica).

Nel mirino c’è Pagliaro, reo di essersi messo di traverso a Del Vecchio

Piccolo antefatto per capire gli sviluppi. Del Vecchio aveva cominciato a scalare Mediobanca per uno sghiribizzo di pancia. Voleva diventare il padrone dello Ieo, l’istituto europeo di oncologia nato e cresciuto sotto l’egida di Mediobanca, ma proprio Pagliaro gli ha sbarrato la strada. Da allora il patron di Luxottica, invece che abbozzare e godersi soldi e successo, s’è messo in testa di scalare Piazzetta Cuccia. Puntando proprio Pagliaro, reo di esserglisi messo di traverso. Fedele alle consegne e ai rancori del fondatore, in questo suo tentativo di rovesciare la governance dell’istituto, Milleri ha messo nel mirino proprio Pagliaro, non l’ad Nagel. Ma, come è noto, la ricerca di un’alternativa che mettesse d’accordo i contendenti non è andata a buon fine. Ci voleva un personaggio super partes, che piacesse a tutti. Ma se ne sono trovati solo di partes.

I figli di Leonardo però sconfessano la linea sul dossier

Alla vigilia del deposito della lista per il nuovo consiglio di amministrazione, resta ora solo da vedere se quella che competerà con quella collaudata del cda sarà lunga o corta. Sempre, è bene ricordarlo, di minoranza, anche se avere cinque consiglieri al posto di due qualche fastidio ai guidatori lo può dare. Intanto però sul fronte degli attaccanti si è levato un fuoco amico. Tre dei sei figli di Leonardo si sono rivolti a Delfin, la finanziaria della famiglia che ha in portafoglio le azioni Mediobanca, per sapere se le mosse di Milleri siano state autorizzate dal cda o siano il frutto di una sua personale iniziativa. Una sconfessione, insomma, del suo operato sul dossier.

Cosa frulla nella mente di Francesco Milleri sulla partita Mediobanca
Francesco Milleri con Leonardo Del Vecchio, morto il 27 giugno 2022 (Imagoeconomica).

Un malessere sulla questione ereditaria che non guarisce

Avrebbero sicuramente preferito una soluzione diversa, per esempio la distribuzione pro quota agli eredi delle azioni in modo che ognuno ne avrebbe disposto a piacimento. Questa guerra, ai loro occhi, non s’aveva da fare. L’iniziativa è la spia di un malessere sulla questione ereditaria nato all’indomani della morte di Leonardo, in particolare sui 360 milioni che il fondatore ha lasciato al suo braccio destro Milleri. Il quale, invece che cercare di calmare le acque, le ha agitate ancora di più chiedendo alla famiglia di essere sgravato anche dai 50 milioni di tasse che deve al Fisco. Risultato? Spaccatura con il manager ma anche interna al clan Del Vecchio, dove i figli sono equamente divisi tre contro tre, con il primogenito Claudio che tenta di ricucire e il più giovane, Leonardo Maria, che lavora in Luxottica, schierato decisamente con il suo ad.

Cosa frulla nella mente di Francesco Milleri sulla partita Mediobanca
Leonardo Maria Del Vecchio con la ex moglie Anna Castellini Baldissera (Imagoeconomica).

Leonardino aveva provato a imparentarsi con Mediobanca con un matrimonio

Leonardino, per curiosità, si era simbolicamente imparentato con Mediobanca sposando la nipote di Vincenzo Maranghi, per oltre 40 anni il più fedele collaboratore di Cuccia. Ma il matrimonio è durato molto meno di un segretario del Pd, e lui forte di prestanza ed esuberanza è tornato a popolare le pagine dei settimanali di gossip con le sue nuove conquiste. Aveva in verità anche rilasciato una seriosa intervista al Corriere della sera, in cui oltre a supportare incondizionatamente Milleri si era spinto a dire che tutti in famiglia condividevano l’assunto. Come si vede, non era proprio così.