Filomena Rosamilia: «La Provincia non sia più l’ente di secondo livello, bene il voto»

di Erika Noschese
Cerca la riconferma a Palazzo Sant’Agostino la consigliera provinciale Filomena Rosamilia, con delega alle Politiche Sociali, Sanitarie e Pari Opportunità. «La riconferma, onestamente, mi permetterebbe di continuare e portare a termine importanti progetti che su tutto il territorio provinciale ho avviato sin dall’inizio del mio incarico. Oggi le Province non hanno risorse ma con la grande collaborazione e la grande professionalità degli enti del terzo settore abbiamo messo in campo una rete sociale provinciale davvero unica».
Consigliera, il prossimo 20 dicembre si torna al voto per il rinnovo del consiglio provinciale, ultima volta con l’attuale sistema. Qual è il bilancio di questa esperienza?
«Il bilancio di questa esperienza è un bilancio molto positivo: sia dal punto di vista politico amministrativo, sia sotto il profilo dei  rapporti umani che per me sono sempre al primo posto. Anche durante questa legislatura ho instaurato importanti rapporti istituzionali con i colleghi e con le realtà imprenditoriali e del terzo settore che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere. Noi abbiamo la fortuna di vivere in una Provincia meravigliosa, con tante risorse, culla di cultura e bacino di tradizione».
Cerca la riconferma a Palazzo Sant’Agostino? Quale impegno vorrebbe portare a termine?
«La riconferma, onestamente, mi permetterebbe di continuare e portare a termine importanti progetti che su tutto il territorio provinciale ho avviato sin dall’inizio del mio incarico. Oggi le Province non hanno risorse ma con la grande collaborazione e la grande professionalità degli enti del terzo settore abbiamo messo in campo una rete sociale provinciale davvero unica. Ho tenuto un dialogo costante con le istituzioni comunali, con i sindaci e gli amministratori per portare avanti importanti progetti ma anche con gli organismi sociali e con le associazioni del terzo settore che operano sui vari territori. Ovunque ho riscontrato grande collaborazione, grande professionalità, grande voglia di lavorare e fare rete».
Qual è l’attuale situazione sul suo territorio?
«La situazione attuale sul mio territorio, se per “mio territorio” intendiamo il Comune di Eboli, devo purtroppo dire che stiamo vivendo uno dei periodi peggiori per la città. Eppure, nonostante io sia tra le fila dell’opposizione in Consiglio Comunale sto comunque cercando di fare l’impossibile tramite il mio ruolo in Provincia per garantire interventi importanti e la presenza dell’istituzione provinciale dov’è quella comunale langue».
Si ritiene soddisfatta dell’amministrazione Alfieri?
«Sono molto soddisfatta del lavoro che abbiamo svolto al fianco del Presidente Alfieri. Dal punto di vista istituzionale ed amministrativo abbiamo dato una svolta significativa alla nostra Provincia guardando ai centri più grandi e senza mai lasciare indietro i piccoli centri salernitani. Alfieri è un Presidente fattivo, capace, competente oltre ad essere un ottimo padre di famiglia, lui riesce sempre a trovare una soluzione ai problemi e a coinvolgere e a far crescere chi lavora con lui. Posso dire che grazie a lui l’esperienza in Provincia mi ha arricchita tantissimo, dal punto di vista umano e amministrativo. Il Presidente ha riposto in me grande fiducia affidandomi deleghe importanti e sono convinta di aver fatto un buon lavoro seguendo sempre i suoi indirizzi».
Nel 2024 si dovrebbe tornare al voto restituendo la parola ai cittadini. Cosa ne pensa?
«Credo che andare al voto restituendo la parola ai cittadini sia la scelta migliore: sia perché una istituzione come la Provincia di Salerno non può continuare ad essere una struttura di secondo livello, sia per le competenze che tiene e che mi auguro possa riavere. Una Regione così popolosa come la Campania, con la stessa provincia di Salerno che conta 158 Comuni, con una estensione territoriale tra le più estese d’Italia, con oltre 1 milione di persone, deve avere sempre un ruolo da protagonista».
Lei ha la delega alle Politiche Sociali, un settore particolarmente delicato. Quali iniziative vorrebbe concretizzare ancora?
«La delega che mi ha attributo il Presidente Strianese prima e il Presidente Alfieri dopo è una delega importante, prevalentemente istituzionale. Ma posso dire che siamo riusciti a mettere in campo una rete sociale importante con l’istituzione della Prima Consulta del Terzo Settore coinvolgendo oltre sessanta realtà del territorio; Istituito il Tavolo Interistituzionale Violenza di genere, proceduto con l’istituzione e l’inaugurazione dei Centri Anti Violenza in diversi Comuni della Provincia; a Serre abbiamo organizzato la “Prima Giornata dell’Inclusione” un progetto destinato a diventare capofila di una rete istituzionale; abbiamo prestato attenzione alle Politiche Sanitarie e organizzato convegni anche rivolti alla “Salute delle donne in medicina integrata” e convegni sulle Politiche Sociali e Autismo. Stiamo lavorando alla stipula di un protocollo d’intesa con le carceri per l’apertura degli Sportelli Sociali negli istituti di pena».
Cosa si potrebbe fare ancora per le scuole e la viabilità di competenza della Provincia?
«Abbiamo lavorato tanto e tanto ancora si potrebbe fare per la nostra Provincia e per i nostri territori ma, nonostante le poche risorse a disposizione, tantissimo abbiamo fatto anche in materia di edilizia scolastica e viabilità, forti della grande esperienza del nostro Presidente Alfieri, che ha sempre dimostrato la sua grande capacità amministrativa ed è per questo che risulta essere tra i migliori amministratori in Italia».

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Sinner ci ricorda il nostro rapporto ambivalente con l’Alto Adige

Potremmo chiamarla, in modo un po’ grossolano, dissonanza etnico-competitiva. È la bizzarra sindrome che induce spettatori e tifosi a definire la nazionalità, l’origine o lo status di un atleta in base ai suoi risultati. Il caso più classico riguarda Alberto Tomba, che quando vinceva era «lo sciatore di Bologna» e quando perdeva «il carabiniere di Sestola». Esempi più recenti, il calciatore della nazionale tedesca Mesut Özil, tedesco di terza generazione, che si è visto rinfacciare i nonni turchi dopo il flop al Mondiali in Russia nel 2018, e Fabio Quartararo, motociclista del team Yamaha, francese figlio di siciliani, che per gli appassionati italiani è italiano quando vince e francese quando perde.

C’è ancora chi crede che Sinner sia straniero anche se è nato a San Candido ed è italiano fin dalla sala parto

Jannik Sinner, il golden boy del tennis che ha riportato in Italia la Coppa Davis dopo quasi mezzo secolo, è vittima di due dissonanze etnico-competitive incrociate e sovrapposte. Per gli austriaci è italiano quando perde e sudtirolese quando vince, mentre alcuni italiani sembrano più propensi a vederlo come un connazionale nelle sconfitte e come uno straniero naturalizzato di fresco nelle vittorie. Come ha fatto Giancarlo Dotto sulla Gazzetta dello Sport dopo la vittoria di Sinner su Djokovic a Torino: «Jannik ha scoperto la bellezza di essere nostro e di ritrovarsi italiano. Sentirsi italiani per adozione conclamata e plebiscitaria. Cosa c’è di più bello?». Bè, ritrovarsi italiani senza tante pippe burocratiche dopo essere cresciuti in Italia e frequentato le nostre scuole fin dall’asilo, risponderebbero Alessia Korotkov, Sirine Chaarabi e tanti altri giovani campioni che non possono indossare la maglia azzurra perché non hanno ancora la cittadinanza. L’ultimo dei problemi per Sinner, che essendo nato a San Candido, Italia (per soli sei chilometri, d’accordo) è italiano fin dalla sala parto, anche se quelli come Dotto, cui non è ancora arrivata la notizia degli accordi De Gasperi-Gruber, non se ne capacitano, sviati forse anche dall’aspetto fisico e dall’aplomb del tennista. Vabbè, il look di Sinner non sarà tipicamente mediterraneo, ma nemmeno crucco come ce lo immaginiamo di solito, cioè non evoca né Mino Reitano né Walter Reder, e fa pensare piuttosto a latitudini scozzesi o scandinave. Buffo che ci lamentiamo degli stereotipi sugli italiani («non siamo tutti bassi, bruni, baffuti e chiassosi»), e poi siamo i primi ad applicarli quando la genetica si dimostra più fantasiosa di noi.

Sinner ci ricorda il nostro rapporto ambivalente con l'Alto Adige
Jannik Sinner dopo la vittoria contro Alex De Minaur (Getty Images).

Quel rapporto ambivalente tra Italia e Alto Adige: dagli attentati ai tralicci all’arrivo di Lilli Gruber

Va detto che il nostro rapporto con l’Alto Adige è sempre stato ambivalente. Dovremmo essere fieri di ospitare nel nostro territorio uno dei pochi esperimenti riusciti al mondo di convivenza fra culture diverse e di tutela delle minoranze, recentemente additato come modello anche dall’Onu: non “due popoli, due Stati” ma uno Stato e due popoli che, pur non adorandosi, hanno portato la Provincia autonoma di Bolzano al top della classifica sulla qualità della vita. Okay, fino agli Anni 90 girare da quelle parti con una targa italiana da TN in giù comportava un serio rischio di ritrovarsi le gomme tagliate, e l’ultima condanna per vilipendio alla bandiera italiana per Eva Klotz, la leader degli autonomisti sudtirolesi, è solo del 2018, ma non si sente più parlare di attentati alle stazioni dei carabinieri o di bombe sotto i tralicci. Eppure gli altoatesini, tedeschi eppure italiani, italiani eppure inossidabilmente germanici, sono rimasti un enigma, un ossimoro affascinante e respingente al tempo stesso. Poco invadenti, fino a qualche decennio fa si palesavano traumaticamente all’opinione pubblica peninsulare solo nella stagione degli sport invernali, quando in tivù vedevamo gareggiare gente con acrobatici cognomi tedeschi (Kerchbaumer, Runggaldier, Untergassmair, Tschurtschenthaler) e il pettorale tricolore («ah già, è di Bolzano»), oppure in fondo alle tabelle dei risultati elettorali dove appariva un partito dal nome tedesco («ah già, la Südtiroler Volkspartei») che inspiegabilmente era anche quello che apriva le consultazioni al Quirinale per la formazione di ogni nuovo governo. Poi è arrivata Lilli Gruber, che con larghissimo anticipo su Sinner è stata la prima altoatesina a conquistare la fama in un’attività praticabile anche sotto i 600 metri sul livello del mare. Il suo atteggiamento a Otto e mezzo è la perfetta rappresentazione del rapporto fra Bolzano e le altre province italiane: Lilli condivide lo studio con il peggio e con il meglio del giornalismo e della politica italiota, ma si vede benissimo che pensa (in tedesco): «Meno male che non sono come questi qua». E così si becca dai simpaticoni del Giornale nomignoli tipo “radical speck” o l’accusa di voler annettere La7 all’Alto Adige.

Sinner ci ricorda il nostro rapporto ambivalente con l'Alto Adige
Eva Klotz (Getty Images).

Daremo un sacco di soldi all’Alto Adige ma almeno li sanno spendere bene: un’impresa più pazzesca che vincere la Coppa Davis

Del resto noi per primi fatichiamo a credere di essere ancora in Italia (e forse nemmeno nel 2023) quando ci aggiriamo fra casette linde dai balconi fioriti, pittoresche insegne in caratteri gotici e strade pulite come piatti, e ci rivolgiamo ai negozianti scandendo “Buongiorno” per paura che ci apostrofino per primi in tedesco suscitandoci reazioni alla Alberto Sordi nel finale de La grande guerra. Ma non andiamo così volentieri in vacanza in Alto Adige proprio perché sembra di non essere in Italia? D’accordo, gli avremo dato un sacco di soldi, ma almeno gli altoatesini li hanno spesi bene, a differenza di altre regioni autonome. E con buona pace di Jannik Sinner, spendere bene i soldi pubblici in Italia è un’impresa più pazzesca che vincere la Coppa Davis.

Filippo Turetta, oggi l’interrogatorio davanti al gip: sarà il primo dall’omicidio di Giulia Cecchettin


Oggi l'interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta. Sarà il primo colloquio formale dall'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Attualmente detenuto nel carcere di Verona e accusato di omicidio premeditato e sequestro di persona, il ragazzo potrebbe fornire elementi utili sulla premeditazione del delitto, ma anche non rispondere alle domande dei magistrati.
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Gaza, tregua prolungata per liberare altri 20 ostaggi. Israele: poi attaccheremo ovunque

È il 53esimo giorno di guerra: oltre 14.800 palestinesi morti, di cui 5.600 bambini, secondo Hamas. In Israele 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre. Altri due giorni di tregua a Gaza. Grazie alla mediazione di Qatar, Egitto e Usa, Israele e Hamas hanno raggiunto l’intesa che consentirà il rilascio di altri 20 ostaggi israeliani (10 per ogni giorno aggiuntivo di cessate il fuoco) in cambio di 60 detenuti palestinesi nel solito rapporto di 1 a 3. La proroga della tregua, altrimenti scaduta nella mattinata, ha trascinato con sé anche lo sblocco della trattativa sulla quarta tranche di ostaggi che si era complicata. Ma se i civili e gli sfollati di Gaza potranno contare ancora su qualche giorno di quiete, non vuol dire che la guerra non riprenderà. Il ministro della Difesa Yoav Gallant è stato chiaro: «I combattimenti saranno ancora più grandi e si svolgeranno in tutta la Striscia di Gaza. Non ci fermeremo finché non avremo finito».

«Gli 11 israeliani rilasciati ieri sono in condizioni stabili»

Sono in condizioni stabili gli 11 israeliani – nove bambini e due donne – rilasciati ieri da Hamas. Lo hanno riferito il ministero della Sanità e fonti dell’ospedale Ichlov, dove sono stati ricoverati lunedì 27 novembre subito dopo la liberazione. «È stata una notte emozionante e complessa allo stesso tempo», ha detto il dottor Ram Sagi, del ministero della Sanità, precisando che gli ostaggi «hanno incontrato lì le loro famiglie per la prima volta» dal 7 ottobre, e in ospedale «riceveranno cure mediche e psicologiche».

Israele ha ricevuto la nuova lista con i nomi degli ostaggi che saranno rilasciati 

Israele ha ricevuto una nuova lista di ostaggi nella Striscia di Gaza che saranno rilasciati martedì 28 novembre, nell’ambito dell’accordo sull’estensione della tregua per altri due giorni. Lo ha riferito il Times of Israel, che cita l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu, secondo cui i parenti degli ostaggi sono già stati informati del rilascio imminente. Il giornale sottolinea che non è chiaro quante persone verranno rilasciate, mentre altri media palano di dieci ostaggi.

Liberi 33 detenuti palestinesi, donne e minori

In cambio degli 11 ostaggi rilasciati da Hamas nell’ambito dell’accordo sulla tregua, Israele ha liberato altri 33 detenuti palestinesi, donne e minori. Lo ha riferito l’Autorità carceraria israeliana, secondo cui i 33 erano detenuti in diversi penitenziari. Il più giovane dei detenuti ha 14 anni. Arriva così a 150 il numero dei prigionieri palestinesi rilasciati dallo Stato ebraico, in cambio dei 51 ostaggi israeliani liberati finora.

Blinken visiterà Israele e Cisgiordania

Antony Blinken si recherà in Israele e Cisgiordania questa settimana dopo aver partecipato al summit della Nato in Belgio e a quello dell’Osce in Macedonia del Nord. «In Israele e in Cisgiordania Blinken discuterà del diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario internazionale, nonché dei continui sforzi per garantire il rilascio degli ostaggi, proteggere i civili durante le operazioni israeliane a Gaza e accelerare gli aiuti umanitari», si legge in una nota del portavoce del dipartimento Usa.

Iannone, il rapporto Unicef sul Cilento? Grande fallimento di De Luca

“Che 5 giovani su 6 del Cilento e delle aree interne della provincia di Salerno dicano che vogliono andare via è la più grande sconfitta di De Luca e del PD. Hanno governato tutto e dopo lungo tempo questo è il risultato. Anche i giovanissimi pensano che la sanità sia inesistente, nonostante che questa fascia di età per ovvie ragioni ne avverta meno l’importanza; mancanza di infrastrutture e di vere azioni di promozione del territorio che ha tanto da offrire ma non è conosciuto. De Luca e i suoi addetti non sono stati capaci neanche, la scorsa estate, di istituire un metrò del mare. Questa realtà è ancora invisibile a certi Amministratori locali del Cilento? La Regione pensa solo ad estorcere voti con un sistema clientelare nel quale il diritto viene passato per elemosina. La Provincia pensa solo ad organizzare le elezioni farsa che porteranno solo un regalo di Natale a qualche valvassore. Ci voleva il rapporto Unicef, presentato proprio in Regione, per conclamare questo fallimento totale di De Luca e del PD”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, parlamentare del collegio della provincia di Salerno.

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Le Cronache ritornanoa Bruxelles, seguirà il convegno di oggi

Il quotidiano Le Cronache torna a Bruxelles. È infatti in programma questa mattina la convention, a partire dalle 17, organizzata dall’europarlamentare Piernicola Pedicini. All’incontro interverranno giornalisti, scrittori, politici ed esponenti del mondo delle associazioni. L’appuntamento dunque + nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles, si terrà la convention, organizzata dall’europarlamentare del Gruppo Greens/EFA Piernicola Pedicini, dal titolo “Le Vie della Pace”. L’evento giunge a epilogo di una serie di azioni e iniziative istituzionali tese a sensibilizzare il ruolo di un’Europa che si faccia mediatrice di pace e promotrice di risoluzioni tra i conflitti in corso, in nome dei principi che hanno ispirato la nascita dell’Unione Europea.Un percorso auspicato attraverso una serie di attività promosse, negli ultimi anni, dall’eurodeputato Pedicini e che hanno portato, proprio di recente, a depositare una mozione di sfiducia nei confronti della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, al centro di non poche polemiche per aver assunto una posizione palesemente di parte nel conflitto in Medio Oriente. Una posizione oggetto anche di una lettera di dura critica da parte di oltre 500 funzionari della Commissione Ue.La mozione sta raccogliendo decine di adesioni di parlamentari europei di diversi schieramenti politici, e sarà uno dei temi al centro del dibattito previsto per martedì 28 novembre. All’appuntamento sono previsti interventi di europarlamentari, giornalisti ed esponenti di associazioni operanti in Italia e a livello internazionale. Il dibattito sarà introdotto e moderato da Piernicola Pedicini, a cui saranno affidate le conclusioni.
Previsti interventi di: Michele Santoro (in collegamento dall’Italia), giornalista e scrittore, fondatore del Partito per la Pace; Marta Lorenzo, direttore dell’ufficio di rappresentanza UNRWA presso l’Unione Europea; Hussein Baoumi, responsabile politica estera EMEA (Europa, Medio-Oriente e Africa) di Amnesty International; Martin Konecny, direttore Europe Middle East Project di EUMEP; Pino Cabras, politico e giornalista italiano; David Cormand, deputato europeo del Gruppo Greens/EFA; Clare Daly, deputata europea del Gruppo Left/GUE.Interverranno inoltre i referenti delle associazioni Collettivo Hura’Ya, Oltre I Confini, Archivio Disarmo, Rete Italiana Pace e Disarmo, I Cantieri Giovani e Associazione Non Violenti. Le Cronache seguirà il convegno, invitati dallo staff dell’onorevole Pendicini con interviste, aggiornamenti, dirette social.
red.cro

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Il Sindaco Napoli: “Basta a psicosi terrorismo”

Aspettando il nome dell’artista o degli artisti che si esibiranno sul palco – per il quale la decisione è attesa nelle prossime ore -, il Comune di Salerno è al lavoro per organizzare il capodanno in Piazza della Libertà. Dopo una lunga attesa, la notte di San Silvestro si festeggerà nello slargo sul mare inaugurato da Vincenzo De Luca. Ed è stato proprio il presidente della Regione, in occasione dell’accensione delle Luci d’artista, ad annunciare che il concerto si terrà in Piazza della Libertà.
“Era francamente incomprensibile immaginare che in una delle piazze più belle d’Europa non si potessero tenere eventi perché c’era il rischio di richiamare i terroristi”, ha detto il sindaco Vincenzo Napoli a margine di un incontro in Provincia.
“L’assessore Tringali ha avviato le interlocuzioni per definire il piano di sicurezza, che sarà inossidabile”, ha aggiunto la fascia tricolore.
“Con i rappresentanti di prefettura e questura, che sono persone ragionevoli e assolutamente perbene, troveremo la soluzione migliore per garantire il capodanno in Piazza della Libertà”, la chiosa di Napoli. Intanto qualche rumors (da verificare) parla di collegamento su Raiuno o Canale 5 per la serata di San Silvestro direttamente dalla Piazza.

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Le quotazioni di Borsa italiana e spread oggi 28 novembre 2023

Dopo un lunedì non semplice, c’è grande attesa per l’apertura delle Borse europee e per lo spread tra Btp e Bund tedeschi. Nella giornata di ieri, 27 novembre, Milano ha chiuso in calo dello 0,31%, con l’ultimo indice Ftse Mib a 29.342 punti. Il differenziale riparte da 174 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,29%.

Le quotazioni delle Borse e l’andamento dello spread in tempo reale

1.48 – Tokyo, apertura in lieve rialzo (+0,26%)

La Borsa di Tokyo inizia la seduta col segno più malgrado la battuta d’arresto degli indici statunitensi, con gli investitori che guardano alle nuove indicazioni macroeconomiche e agli spunti dalle prossime riunioni delle principali banche centrali. In apertura l’indice di riferimento Nikkei segna un progresso dello 0,26% a quota 33.535,55, con un aumento di 87 punti. Sul mercato valutario lo yen guadagna nuovamente terreno sul dollaro a 148,40 e sull’euro a 162,60.

 

Tea Siano: Comitato Pari Opportunità al Comune

“Alla luce dei recenti femminicidi nella mia qualità di Presidente della I Commissione Consiliare Permanente Statuto e Regolamenti proporrò l’istituzione del Comitato Pari Opportunità preso il Comune di Salerno”.
Il consigliere comunale Tea Siano, spiega: “Salerno Con Voi, in prima linea nella difesa dei diritti delle donne è entrata in Consiglio Comunale grazie, soprattutto, alla spinta ed al sostegno delle donne. In questa proposta esse hanno riposto la speranza del cambiamento di condizioni di vita, spesso, ancorate al limite della dignità.
A Salerno determinati contesti sembrano immobili, difficili da modificare: chi ricopre cariche istituzionali deve sentire il dovere dell’analisi e trovare il coraggio di intervenire e formare le nuove generazioni. Lo sappiamo bene noi operatrici e professioniste impegnate nel settore del supporto e dell’assistenza alle fasce deboli ed alle donne in difficoltà.
I convegni autoreferenziali lasciano il tempo che trovano. Sono spunto di riflessione ma non volano di proposte se non partoriscono alcuna iniziativa concreta e duratura, se non contribuiscono a modificare una dinamica che, in verità, fatica ad essere raccontata da chi non l’ha conosciuta in anni ed anni di attività.
Affievolito il luccichio della vetrina offerta dalla giornata nazionale contro la violenza sulle donne, svuotato il Salone del Marmi, cosa resta in termini di iniziative concrete?
Da donna, avvocato, operatrice da oltre trent’anni nel settore del supporto, dell’assistenza, della formazione femminile ritengo allora di portare concretamente all’attenzione della Commissione Statuto e Regolamenti che presiedo la proposta di istituzione del Comitato Pari Opportunità.
Organismo permanente che auspico trovi unanime condivisione tra i miei colleghi, molti dei quali sono fortemente sensibili al tema della tutela femminile. Facendo leva sulle esperienze maturate, il Comitato potrà quindi elaborare e portare all’attenzione dell’amministrazione Comunale le iniziative concrete necessarie, avviandosi così fattivamente su una strada lunga ma necessaria.
In tal senso ritengo necessaria la collaborazione in seno all’organismo di tutte le donne di questa consiliatura. Immagino maggioranza ed opposizione unite sulle dinamiche di genere, morali e religiose. Per cui sono convinta non esisteranno divisioni di schieramenti partitiche ma intenti comuni e soluzioni condivise”.

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Televisione: Game of Thrones: George R.R. Martin annuncia che ci saranno almeno altri otto spin-off

Game of Thrones: George R.R. Martin annuncia che ci saranno almeno altri otto spin-off

Ospite di un festival portoghese, l'autore parla dei futuri progetti televisivi legati al mondo del Trono di spade.

HBO ha trovato nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco il suo drago dalle uova d'oro e nel futuro della serialità sembra esserci spazio ancora per molte delle storie di Westeros. Alcune settimane fa l'amministratore delegato di HBO, Casey Bloys, ha affermato che: Abbiamo sempre una sceneggiatura di Game of Thrones in produzione. Abbiamo approvato Dunk e Egg in primavera. Non direi che al momento c'è qualcos'altro di quel momento vicino al via libera, ma siamo sempre al lavoro su diverse sceneggiature e idee. Mentre George R.R. Martin, che è stato recentemente... - Leggi l'articolo

 

SERIE TV - Televisione - 28 novembre 2023 - articolo di Angela Bernardoni