
Elisabetta Canalis è in vacanza in Sardegna e sui social documenta le sue giornate trascorse tra mare e piscina. Di recente si è lasciata immortalare mentre fa la doccia con indosso un micro bikini dark.
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Nadir Caselli, nata a Pisa il 31 gennaio 1989, è un’attrice e modella. Laureata in mediazione linguistica dell’Università di Roma Tre, ha lavorato per diversi anni nella moda prima di approdare al cinema nel 2008 con Un gioco da ragazze di Matteo Rovere.
Nel 2009 ha debuttato anche in televisione in R.I.S. 5 – Delitti imperfetti, regia di Fabio Tagliavia, seguita dalla miniserie La scelta di Laura, regia di Alessandro Piva, sempre nello stesso anno. L’anno seguente ha continuato a recitare in serie tv come Tutti per Bruno, dove ha interpretato Sara, la figlia di Bruno (Claudio Amendola), e sul grande schermo ha recitato in Baciami ancora, regia di Gabriele Muccino. Ha poi preso parte nel 2011 al film Immaturi, regia di Paolo Genovese (2011) e La peggior settimana della mia vita di Alessandro Genovesi (2011). Tra gli altri film in cui ha recitato vi sono Posti in piedi in paradiso, regia di Carlo Verdone (2012), Universitari – Molto più che amici, regia di Federico Moccia (2013), Benvenuto Presidente!, di Riccardo Milani (2013) e Smetto quando voglio, regia di Sydney Sibilia (2014).
Ha interpretato diversi ruoli anche in serie, fiction e miniserie tv come Il commissario Manara 2 (2011), Ho sposato uno sbirro 2, regia di Carmine Elia (2011), Don Matteo, regia di Monica Vullo, Luca Ribuoli e Jan Maria Michelini (nel 2014-2016 e nel 2020), dove ha interpretato la nipote del maresciallo Cecchini (Nino Frassica), e Complimenti per la connessione, regia di Valerio Bergesio (2017).
L’attrice è legata sentimentalmente a Marco Barboni, che non fa parte del mondo dello spettacolo. Nel 2017 la coppia ha avuto un figlio.
Il 18enne egiziano Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla sarebbe stato ucciso perché si era licenziato e stava per andare a lavorare per un concorrente. Questo è quanto emerge dagli interrogatori in procura dei due indagati, il 26enne Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e il 27enne Mohamed Ali Abdelghani, accusati di omicidio e soppressione di cadavere. Secondo l’accusa, il ragazzo aveva deciso di dimettersi dal negozio di barbiere di Gamal Kamel. Quest’ultimo avrebbe visto poi alcune foto postate sui social dal 18enne mentre tagliava i capelli in una barberia concorrente. Da lì l’aggressione e l’omicidio.
Secondo gli investigatori, l’omicidio sarebbe stato compiuto a casa del datore di lavoro domenica 23 luglio. Il cadavere è stato poi ritrovato senza testa e mani, due giorni dopo in mare, davanti a Santa Margherita Ligure. Dall’autopsia sono emerse anche altre ferite all’addome e al cuore. Dopo averlo ucciso e smembrato, i due uomini hanno utilizzato probabilmente due valigie, trasportate su un taxi fino a Chiavari. Sono stati interrogati anche alcuni connazionali, dipendenti della barberia, e uno di loro ha parlato per primo della lite tra il presunto killer e vittima.
Tra gli interrogati c’è anche un amico di Abdalla. Il 18enne, ha raccontato, si lamentava da tempo delle condizioni di lavoro vissute ogni giorno. I problemi principali erano il dover pagare da solo il pranzo e lo stipendio, che non bastava per mandare anche soldi alla famiglia. Per risalire agli assassini sono state analizzate anche le celle telefoniche, con cui sono stati ricostruiti i movimenti della vittima. Nelle ore della sparizione è stato geolocalizzato a Chiavari, negli stessi punti di Abdalla, anche Abdelghani. E infine le telecamere. Gli investigatori hanno analizzato diverse ore di filmati, trovando spesso i due presunti assassini in compagnia della vittima.
Nessuna preoccupazione. E zero commenti anche nelle chat dei parlamentari. Dalle parti di Fratelli d’Italia il convegno di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e già dirigente di Alleanza nazionale, è stato bellamente ignorato. O almeno così dicono parlamentari e staff all’indomani del Forum dell’Indipendenza Italiana che domenica 30 luglio ha riunito a Orvieto pezzi di mondo della destra (ma non solo) che non si sentono rappresentati dal governo di Giorgia Meloni, dai no green pass ai cattolici integralisti passando per i nuovi pacifisti, coloro, cioè, che considerano le posizioni italiane troppo schiacciate sul fronte Nato nella guerra in Ucraina. Un mondo che secondo Alemanno sarebbe pronto a votarlo, arrivando a raccogliere un 10 per cento dei consensi. I meloniani, però, non credono che Alemanno possa attrarre eventuali scontenti tra le fila di FdI, nonostante i richiami alla destra sociale (che nei giorni in cui scoppia la protesta per lo stop al Reddito di cittadinanza potrebbe far presa). Qualche parlamentare, piuttosto, lascia aperta la possibilità che l’ex sindaco capitolino possa affascinare semmai qualche esponente della Lega, soprattutto per le posizioni in politica estera, più apertamente filorusse. Classico gioco delle parti.
Eppure qualcosa a destra pare muoversi. A settembre, il 9 e il 10, si terrà il convegno Le Tavole di Assisi proprio nella città di San Francesco. A riunirsi sarà la destra cattolica conservatrice che si riconosce nello slogan “Dalla parte della vita, della famiglia, dei valori. Contro il pensiero unico del politicamente corrotto, delle ideologie gender, woke e della cancel culture”. Nell’invito all’evento si sottolinea come «le sfide che attendono l’Italia e l’intero Occidente siano ormai evidenti, e sempre più spesso gli esponenti del mondo conservatore soffrono di una sorta di ‘inferiorità culturale’ che li porta ad allinearsi al pensiero unico liberal, globalista, anticristiano e in definitiva anti-umano». Il parterre è di tutto rispetto.
Oltre allo stesso Alemanno, che interverrà a un panel dal titolo L’Italia ripudia la guerra, sono attesi Simone Pillon, ex senatore della Lega noto per le sue posizioni anti gender, e Massimo Gandolfini, animatore del Family Day. Di ‘Inverno demografico e neo-malthusianesimo’ parleranno invece l’ex presidente Istat (che la Lega avrebbe voluto riconfermare) Gian Carlo Blangiardo e l’ex presidente dell’Istituto per le opere di religione-Ior, Ettore Gotti Tedeschi. Spazio anche all’ex presidente Rai ai tempi del Conte I e a cui viale Mazzini ha recentemente affidato una trasmissione radiofonica su Radio 1, Marcello Foa. Tra i giornalisti, attesi anche Francesco Borgonovo (firma ‘sovranista’ de La Verità di cui è stato invitato anche il direttore, Maurizio Belpietro), l’opinionista Hoara Borselli (volto tv, da qualche tempo su posizioni filo centrodestra) e Francesco Giubilei, anche lui prezzemolino del piccolo schermo e già consigliere del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Tra gli invitati proprio il sottosegretario di Sangiuliano, Vittorio Sgarbi. Dovrebbe parlare di ‘La Bellezza salverà il mondo: Giotto racconta san Francesco e il cantico delle Creature’.
Artem Tkachuk, l’attore che interpreta il personaggio di Pino in Mare Fuori, ha chiesto alla fidanzata Gioia D’Ambrosio di sposarlo. La tiktoker ha mostrato felicissima l’anello ai suoi follower.
Il ventitreenne ha chiesto la mano alla sua compagna che nelle sue storie Instagram ha condiviso una foto con l’anello al dito e la scritta «I said yes» (Ho detto sì). Non emergono altri dettagli, né la data del matrimonio. Gioia D’Ambrosio è una tiktoker seguita da oltre 40 mila persone e ha voluto stupire i suoi fan con la notizia del futuro matrimonio, mentre il giovane attore ha sempre preferito mantenere lontano dai riflettori la sua storia d’amore. Artem Tkachuk ha parlato raramente della sua fidanzata, tra cui in un’intervista a Vanity Fair: «Gratitudine e amore sono i due sentimenti che dovrebbero guidarci. Con l’amore cambiano le giornate, cambiano le prospettive. L’amore ha un sapore buono, è come un fuoco dentro. Quando stai lontano da questa persona, è come se ti mancasse l’aria. Io l’ho incontrata prima di partire con la carriera, è Dio che me l’ha mandata».
Il passato di Tkachuk, di origini ucraine, non è stato facile. L’attore è nato ad Afragola e proprio grazie alla recitazione ha superato momenti difficili, come ha raccontato lui stesso in un’intervista a Serena Bortone nel programma Oggi è un altro giorno: «Fino a qualche anno fa stavo sul marciapiede del mio quartiere e il cinema mi ha salvato la vita. Sul marciapiede capitano tantissime cose e quindi non sai cosa ti aspetta. Mare Fuori è l’esempio dei ragazzi di strada, io sono l’esempio di un ragazzo di strada che ce l’ha fatta». Il suo personaggio, Pino ‘o pazzo, è tra i più amati della serie e, come ha confermato l’attore, ci sarà anche nella quarta stagione.
Un uomo ha fatto irruzione nella stanza del sindaco e ha tentato di bruciare tutto per protesta dopo aver perso il reddito di cittadinanza. È successo al municipio di Terrasini, in provincia di Palermo, dove un disoccupato di 60 anni ha minacciato di dar fuoco a tutto, proprio a causa della notizia appena appresa. Dopo aver cosparso tutto di benzina, l’uomo è stato fermato dal segretario generale Cristofaro Ricupati, che ha tentato di parlargli. A convincerlo definitivamente è stato il presidente del consiglio comunale Marcello Maniaci. Sul posto anche carabinieri e un’ambulanza del 118, che hanno trasportato il protagonista della storia all’ospedale di Partinico, per accertamenti. Il 60enne è apparso in forte stato confusionale e alterato.
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Il primo cittadino di Terrasini, Giosuè Maniaci, lancia un appello: «Stanno passando dei messaggi distorti in questi giorni. I percettori che si sono visti togliere il reddito di cittadinanza vengono sollecitati a rivolgersi ai Comuni. È chiaro che i Comuni da soli, se non c’è uno strumento legislativo, se non c’è il governo, se non c’è un intervento della Regione, non possono essere in grado di aiutare tutte queste famiglie che hanno goduto del beneficio. Come sindaci ogni giorno ci battiamo con l’obiettivo di creare economia ed è quello che stiamo facendo dalla mattina alla sera. Ma è evidente che non possiamo soddisfare la singola richiesta di un soggetto. Con questa persona abbiamo anche cercato un confronto nel tempo e gli sono state anche offerte delle occasioni di lavoro ma ha evidenziato di essere impossibilitato per una serie di presunti problemi fisici».
Mentre il governo tira dritto e specifica che si trattava di «un sussidio a termine», l’Anci lancia l’allarme. L’Associazione nazionale italiana comuni spiega che l’Inps non avrebbe a disposizioni tutti i dati dei beneficiari e questo ha creato difficoltà e problemi ai Comuni. Quest’ultimi sono chiamati a redigere gli elenchi dei nuclei familiari fragili.
Remi Lucidi, acrobata francese noto sui social come Remi Enigma, è morto precipitando da un palazzo di Hong Kong. L’influencer 30enne è caduto dal 68esimo piano della Tregunter Tower che aveva raggiunto forse per scattare uno dei suoi virali selfie ad alto rischio. Lo riporta l’Independent, che ha citato alcuni media locali. «La vita è troppo breve per inseguire gli unicorni», aveva scritto in uno dei suoi ultimi post il 16 luglio scorso. Nella sua breve carriera ha scalato enormi strutture senza l’ausilio di imbracature in tutto il mondo, da Dubai alla sua Francia fino all’Ucraina. Numerosi i commenti dei circa 8 mila follower che lo seguivano costantemente su Instagram. «Hai vissuto cercando sempre l’avventura», ha scritto un utente. «Non hai mai lasciato posto alla paura, riposa in pace fratello».
Secondo le ultime ricostruzioni, Remi Enigma era giunto a Hong Kong con l’obiettivo di realizzare una nuova impresa. «Mi ha detto che avrebbe scalato una montagna», ha raccontato all’Independent il gestore dell’hotel in cui alloggiava. «Mi ha parlato di alcune escursioni che sperava di poter fare». Secondo il South China Morning Post, il giovane acrobata francese si è presentato alla Tregunter Tower sabato 29 luglio alle 18 ora locale affermando di voler fare visita a un amico che alloggiava al 40esimo piano. Una menzogna, come ha scoperto un agente della sicurezza, architettata solo per raggiungere il tetto. Una volta dentro, infatti, come dimostrano le telecamere di videosorveglianza Enigma ha proseguito fino al 49esimo grazie a un ascensore. Successivamente, si è diretto verso il 68esimo utilizzando le scale interne.
La polizia che sta indagando sull’accaduto ritiene che Remi Enigma abbia forzato una porta sull’attico per uscire all’esterno ma sia rimasto intrappolato. Ha iniziato a battere violentemente contro il vetro di una finestra, attirando l’attenzione di un’addetta delle pulizie per chiedere aiuto, prima di perdere l’equilibrio e precipitare nel vuoto. Una volta giunti sul posto, gli agenti hanno potuto soltanto constatare il decesso del ragazzo. Sull’attico della Tregunter Tower hanno ritrovato la macchina fotografica con cui immortalava le sue imprese. «Era un giovane in forma e con un volto felice», ha proseguito il proprietario dell’hotel. «Mi sento molto triste».
Remi Enigma aveva iniziato a scalare edifici nel 2016, viaggiando per il mondo alla ricerca sempre di una sfida più difficile. Come dimostrano i suoi numerosi scatti su Instagram, dove si faceva chiamare anche Daredevil, amava l’arrampicata estrema tanto da essere un ottimo scalatore. Chi lo conosceva infatti ha detto che ha sempre realizzato i suoi video, seppur pericolosi, dopo un attento studio, raccomandando agli altri di non emularlo. In Rete si trovano immagini incredibili a Dubai, ma anche in Francia e in Polonia, passando per Lisbona e Gabrovro, in Bulgaria. Ha persino scalato alcune strutture di Pripyat, la cittadina ucraina abbandonata nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl.
Ha quasi 100 anni, per la precisione 94, ma non arriverà a compiere un secolo di vita il cinema Odeon di Milano, a due passi da piazza del Duomo. La storica multisala con 10 sale di proiezione e oltre 2 mila posti a sedere, la prima della città, chiuderà i battenti da martedì 1 agosto 2023. Gli ultimi spettacoli sono quelli in programma oggi, 31 luglio, fino alle 22:45 (ora a cui inizierà l’ultima proiezione). È la fine di un’epoca perché la multisala è aperta, prima come teatro e poi come cinema, dal 1929 con la sua architettura unica in stile Art déco.
Al suo posto nascerà un centro commerciale, anche se a pochi passi da lì c’è già La Rinascente. Nell’ultimo giorno di proiezioni i milanesi si sentono un po’ orfani dell’Odeon. Come Lorena, che ha 46 anni e parla di questo cinema con commozione prima di entrare a vedere il film Barbie: «A Milano e soprattutto in centro stanno chiudendo tutti i cinema, io vengo qua da quando ero bambina. I miei genitori mi portavano a vedere i cartoni animati della Disney e da grande ci sono sempre venuta con le amiche. Anche per Nicolas «è una bella botta la chiusura dell’Odeon. Quanti ricordi in queste sale e per cosa? Per l’ennesimo centro commerciale di cui non abbiamo bisogno».
La Polonia ha schierato cecchini al confine con la Bielorussia. Lo ha riferito su Twitter il comando generale delle forze armate di Varsavia, pubblicando diverse foto dei militari con armi da cecchino sullo sfondo di una recinzione al confine polacco-bielorusso, dove da giorni la tensione è altissima. La Polonia teme infatti che i mercenari della Wagner potrebbero potrebbero travestirsi da guardie di frontiera bielorusse e aiutare i migranti clandestini a passare in Polonia (o costringerli a farlo), così come fingersi essi stessi migranti in un ennesimo tentativo di destabilizzazione.
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È questo l’allarme lanciato sabato dal premier polacco Mateusz Morawiecki, secondo cui un centinaio di miliziani della Wagner si sarebbe trasferito nei pressi del corridoio di Suwalki, lembo di terra lungo circa 65 chilometri posto a cavallo del tortuoso confine tra Lituania e Polonia: nato di fatto con il crollo dell’Urss, oggi è molto importante dal punto di vista militare, geopolitico ed economico, in quanto rappresenta la via più breve tra l’exclave russa di Kaliningrad e la Bielorussia.
Putler and Lukashenko are eyeing the Suwałki Gap between Poland and Lithuania so they can have a land corridor to Kaliningrad.
Please bookmark, but I won't say "I told you so". #StopPutinNOW pic.twitter.com/FFb0G0nUxy
— Mavka Slavka
(@MavkaSlavka) July 25, 2023
Stanislav Zharin, sottosegretario della presidenza del Consiglio, ha detto che il confine con la Bielorussia, dove «stranieri aggressivi» attaccano le pattuglie locali, «è molto pericoloso». L’allarme a Varsavia è alto da giorni, dopo la denuncia che mercenari della Wagner in Bielorussia sono stati dispiegati al confine con la Polonia. Dopo il fallito ammutinamento il Russia e il trasferimento nel Paese guidato da Alexander Lukashenko, le prime stime polacche indicavano in circa 1.200 il numero di wagneriti in Bielorussia. Il servizio di frontiera ucraino ha invece appena valutato il loro numero in «oltre 5 mila».
Stasera 31 luglio 2023 alle ore 21.00 sul canale Iris andrà in onda il film intitolato La papessa. La pellicola è stata diretta da Sonke Wortmann, regista che ha scritto anche la sceneggiatura in collaborazione con Heinrich Hadding. Nel cast ci sono Johanna Wokalek, John Goodman, David Wenham e Iain Glen.
La trama della pellicola racconta la storia di Johanna (Johanna Wokalek), una donna dell’814 d.C. che non sembra accettare le condizioni delle donne nella sua epoca. Johanna vorrebbe infatti essere libera di intraprendere la vita che vuole in modo indipendente, senza che nessuno decida il suo futuro o il suo modo di fare. Per questa ragione si ribella alla volontà del padre (Iain Glen) e decide di trovare il suo destino da sola. Decide quindi di fingersi uomo e studiare le Sacre Scritture, accedendo a un’istruzione che all’epoca era proibita per le donne.
Johanna arriva fino alla scuola di Dorstadt e qui conosce il conte Gerold (David Weinham), un nobile molto vicino agli ambienti ecclesiastici. Il conte capisce che Johanna è in realtà una donna e tra i due scoppia l’amore. Tuttavia, neanche questo fermerà Johanna dal raggiungere il suo vero e unico obiettivo: riuscire a diventare Papa per poter cambiare definitivamente il volto della chiesa. Johanna sarà pronta a tutto pur di ottenere ciò che vuole, anche a costo di perdere la propria vita ed essere cancellata per sempre dai libri di storia.
Il film non ha un soggetto originale ma è tratto da un romanzo. Nella fattispecie, la storia è ispirata al libro omonimo dell’autrice statunitense Donna Woolfolk Cross uscito nel 1996.
Inizialmente, la produzione aveva affidato il progetto al regista Volker Schlöndorff e aveva in mente di dirigere allo stesso tempo un film per il cinema e una miniserie per la televisione, entrambe le opere basate sul romanzo di Donna Woolfolk Cross. Per Volker Schlöndorff ciò era impossibile e decise di abbandonare il progetto. Anche l’attrice scelta come protagonista, Franka Potente, decise di abbandonare il progetto per lealtà verso il regista.
La storia di un Papa donna si è tramandata di generazione in generazione dal Medioevo fino ai tempi recenti. In realtà, sembra che in alcuni documenti si parli di una Papessa, ma gli studiosi non sono mai riusciti a trovare prove concrete e per questo etichettano tale storia come una leggenda.
Il film è stato girato in diverse location. Alcune scene sono state realizzate a Burg Querfurt, in Sassonia-Anhalt, regione della Germania. Altre al monastero di Pforta e alla Chiesa di San Ciriaco a Gernrode. Le scene di Roma non sono state girate nella capitale italiana bensì a Ouarzazate, in Marocco.
La papessa ha ottenuto buoni incassi al botteghino. Il lungometraggio è stato realizzato con un budget di 22 milioni di euro e ha incassato globalmente circa 27 milioni di dollari.
Sta facendo discutere la decisione di aprire, presso l’ospedale Sant’Anna di Torino, una stanza per offrire supporto concreto e vicinanza alle donne in gravidanza «contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre all’aborto». La convenzione è stata firmata dalla Città della Salute e dalla Federazione Movimento per la vita.
La finalità dell’iniziativa è quella di «fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità nell’ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza di donne che vivono il momento con difficoltà e potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell’interruzione di gravidanza o che si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti». L’ospedale Sant’Anna è il presidio sanitario primo in Italia per numero di parti con 6.590 nuovi nati nel 2022 e l’ospedale piemontese in cui si effettua il maggior numero di interruzioni di gravidanza, con circa 2.500 casi nel 2021 (il 90 per cento delle ivg effettuate a Torino e circa il 50 per cento di quelle a livello regionale). Maurizio Marrone, assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, ha così dichiarato in merito all’iniziativa: «Ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo di fronte a una drammatica sconfitta delle istituzioni. Per questa ragione aprire nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte uno spazio dove donne e coppie in difficoltà possano trovare aiuto nei progetti a sostegno della vita nascente è una conquista sociale per tutta la comunità, soprattutto in questa stagione di preoccupante inverno demografico».
La notizia ha già scatenato non poche polemiche, a partire da quella del medico dello stesso Sant’Anna Silvio Viale. Da anni impegnato a favore della pillola RU-486 o mifepristone, tecnica per l’aborto farmacologico, e con alle spalle un impegno in politica, ha così attaccato la decisione: «Come nella miglior tradizione della destra golpista i blitz si fanno d’estate, durante le ferie, e l’assessore Marrone non fa eccezione. Non ne sapevo nulla, nessuno mi ha informato e nessuno ha chiesto un mio parere. Di certo non ci sarà nessuna “stanza” del Movimento per la Vita lungo il percorso delle donne che decidono di abortire per qualunque ragione prima e dopo i 90 giorni. Le prenotazioni si continueranno a dare di persona al Day Hospital senza che gli attivisti antiabortisti possano molestare le donne». E ancora: «Siamo abituati ad avere presidi antiabortisti davanti all’ospedale e non hanno mai creato disagio a nessuno. Le donne passano oltre senza badare. Leggero la convenzione. Se la direzione generale vuole dare una sede al Movimento per la Vita questa deve essere il più lontano possibile dai reparti. Se una donna vuole un consulto da loro, potrà continuare a farlo, come accade adesso rivolgendosi direttamente alle loro sedi, ma non accetteremo interferenze e molestie». Critiche anche dal Movimento 5 stelle, con la capogruppo in Regione Sarah Di Sabato che ha scritto: «Marrone non provi a far passare le sue marchette alle associazioni antiabortiste come sostegno alle donne. I suoi progetti oscurantisti non hanno nulla a che vedere col sostegno economico alle famiglie, a maggior ragione se i suoi finti segnali di attenzione arrivano a pochi giorni dalla cancellazione del reddito di cittadinanza. In tutto ciò Cirio tace, imbarazzato. E non è la prima volta».
«Mi hanno girato un video dove a uno di questi semidei contemporanei della rima “cantata” si stacca l’autotune per qualche secondo sul palco, ed è stato come vedere Icaro colare a picco. Hai voglia a sbattere ali di cera». Samuele Bersani, la mattina del 31 luglio in un post su Instagram, si lascia andare a una critica nei confronti della musica trap e dell’uso eccessivo dell’autotune. Sia chiaro, non fa nomi, ma il riferimento sembra proprio a Sfera Ebbasta di cui sta girando un video diventato virale su TikTok, come in tanti fanno notare nei commenti: nelle immagini, riprese durante uno show, al rapper salta l’autotune con evidenti conseguenze sulla performance.
Tra i commenti al post di Bersani, puntuali, arrivano anche quelli dei fan di Sfera, che invitano il cantautore bolognese a una maggiore «onestà intellettuale: il loro Icaro non sarebbe stonato, ma solo vittima di un infausto problema tecnico». Tanti però hanno applaudito la scelta da parte di un «nome eccellente della musica italiana» di farsi sentire. Ma il pubblico è diviso e c’è anche chi gli scrive: «Sei uno dei miei cantanti preferiti, ma sei molto di più di questo posto». Sempre tra i commenti, interviene anche lo stesso Bersani che esprime il proprio dissenso nei confronti del termine “dissing”: «Ma quale dissing d’Egitto».
immagino si riferisca a sfera ebbasta pic.twitter.com/x4GRi1dIFp
— chiara loves & has seen rammstein !!!!!! (@hhemingw4y) July 31, 2023
Il riferimento a dissing, che nella cultura hip hop definisce un brano che prende in giro o attacca un altro artista, nasce da un altro scontro tra musicisti. Si tratta di quello andato in scena nei giorni scorsi tra Paolo Meneguzzi e J-Ax. Il primo ha attaccato il rapper in un’intervista, criticando il suo tormentone estivo Disco Paradise. Il secondo ha risposto per le rime definendolo «la versione ordinata su Wish di Tiziano Ferro» e contrattaccando con il brano L’invida del Peneguzzi. Meneguzzi ha replicato ancora, parlando di «funerale della Pappon Paradise» e chiamando J-Ax «il segretario di Fedez». Per molti fan la battaglia non è ancora finita.