Iannone (FdI): “Una vergogna la chiusura della biblioteca provinciale”

“Presenterò una interrogazione parlamentare sulla chiusura della biblioteca provinciale. Ormai la Provincia di  Salerno è una Istituzione fantasma. Dopo lo smantellamento della Polizia Provinciale, del Castello Arechi, rimasto chiuso per mesi nello stupore dei turisti, oggi arriva anche la chiusura della biblioteca provinciale a Salerno. Una struttura di riferimento culturale per tantissime persone  di tutto il territorio provinciale che saranno privati della fruizione di un patrimonio straordinario. Chiederò al Ministro della Cultura di approfondire le motivazioni che hanno determinato la chiusura sine die e verificare eventuali responsabilità dell’Amministrazione Provinciale”. Lo dichiara il Senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, Parlamentare del collegio salernitano.

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Ideologico o pragmatico? Scuole di pensiero in politiche da somari

di Aldo Primicerio

Il dibattito su ideologia e pragmatismo – apparentemente sublime, per noi invece più da suola di scarpe – ormai impazza da tempo in politica.  A cavalcarlo oggi sono, sull’ambiente e su COP 29, il presidente ed il vice presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.  La prima raccomanda che l’approccio con l’ambiente deve essere pragmatico e non ideologico. Il secondo, sempre sull’ambiente, ammonisce tutti con un no a ideologia e fanatismo, e con un sì al pragmatismo.  Ma a discettare su questi alti pensieri è stato 30 anni fa Silvio Berlusconi, lui che amava affrontare il mondo reale, non quello ideale. Attenzione, ideale e non ideologico, diceva Silvio, persona intelligente e colta di studi.

I nostri governanti di oggi invece non si pongono il problema della lingua italiana.

Ideale, dal greco ἰδέα e dal latino video, è un aggettivo che indica ciò che si vede, cioè un concetto di rappresentazione del reale. Ideologico indica invece una combinazione di idee e di visioni del mondo, che poi diventa dottrina ed orienta un gruppo sociale. Vaglielo a spiegare a gente che non ha mai studiato nella vita. Quindi, in sostanza, le idee sono percezioni degli individui. Le ideologie sono invece sistemi di idee, con il compito di formare l’opinione pubblica. Ma tutto questo che gliene frega ai nostri due eccelsi governanti in carica? Loro non si pongono il problema semantico e non vanno per il sottile. Per loro non c’è differenza tra ideale e ideologia. Secondo una nota community, l’ideale poggia su un’esperienza presente che rende felici subito, ma che si compirà in futuro. L’ideologia si regge invece su un progetto futuro che si insegue sempre, e che forse non accade mai. L’ideale produce scoperte nuove e personali, perché si realizza a ogni passo. L’ideologia uniforma tutto in ripetizione e discorso. L’ideale genera amicizia, l’ideologia invece burocrazia. L’ideale esalta la comunione, l’ideologia il capo. L’ideale non delude e sprona, l’ideologia invece delude sempre. L’ideale accoglie chiunque, l’ideologia ha bisogno di nemici. Ma la politica, certa politica, deve sforzarsi di capirlo, a cominciare dal nostro Presidente. A proposito, Giorgia non è il nostro premier, come ripete spesso certo giornalismo frettoloso ed un pò incolto. In Italia il premier, o primo ministro, non è eletto a suffragio universale dai cittadini elettori. E’ nominato dal Presidente della Repubblica, dopo essere stato indicato dal partito o dalla coalizione che vince le elezioni.

Il neo euroscetticismo pragmatico meloniano invece del suo vecchio (ideologico) antieuropeismo

Ma tornando al distinguo tra ideologia e pragmatismo, l’euroscetticismo di questa maggioranza si spiega con il suo neo- eurorealismo pragmatico, rispetto al antieuropeismo della destra. Per il governo Meloni il suo neoeuropeismo intende conseguire l’obiettivo di un sostegno all’Europa in una chiave utilitaristica di interesse nazionale, in una visione di “Europa delle patrie”, alla Orban insomma. Il pragmatismo meloniano emerge, ad esempio, dalla linea della destra sul contrasto al cambiamento climatico e sulla transizione energetica. Una linea che mette sull’avviso sui costi sociali ed economici della pur necessaria transizione. Alla COP 29 di Baku (una ridicola conferenza sulle energie alternative svoltasi in Azeirbagian, la patria del petrolio) il nostro presidente ha ripetuto quello già detto alla COP28 di Dubai: garantire una transizione energetica “non ideologica”, che tenga conto delle esigenze di sostenibilità sociale ed economica dei processi di decarbonizzazione.

La crisi delle ideologie di ieri e la ricerca spasmodica del pragmatismo di oggi

Quindi, ci si svuole sbarazzare ovunque delle vecchie ideologie. Sono ritenute responsabili della profonda crisi che stiamo vivendo. E quindi ecco spiegato il pragmatismo. Secondo Meloni-Salvini è la panacea di tutti i mali, la via per liquidare la mano morta del passato, per giudicare finalmente le cose per quelle che sono, legate alla realtà del nostro presente, alla velocità del praticismo che vaporizza le lentezza del teorismo. Forse un giudizio sensato in generale, ma  – cara Giorgia, caro Matteo – un grave errore in politica. L’agire, specie in politica, non può essere guidato dall’empirismo, quell’approccio pratico e sperimentale alla conoscenza teorizzato nel ‘600 dal filosofo inglese John Locke. L’empirismo-pragmatismo è un metodo basato sull’a-posteriori, cioè sull’esperienza del dopo, in quanto la conoscenza non sarebbe universale ma dipendente dall’esperienza del soggetto. E di qui – è la nostra opinione – la scelta, da parte dell’italiano medio, della comoda via del pragmatismo, senza preoccupazione per la moralità.  Il bello e comico è che, per molti di noi, la concezione etica e rigorosa va bene per gli altri, ma quando di tratta di noi stessi, facciamo tutto quello che è pratico conveniente ed utile, senza freni etici.

Secondo noi, il pragmatismo in politica è un grave errore. Se la Meloni ci leggesse, le consiglieremmo di rifletterci su, da persona intelligente quale è. L’azione politica non può essere guidata solo dalla quotidianità. E’ indispensabile che dietro ci sia sempre una visione, un’idea (e non una ideologia) della società che si vuole costruire. Le aspirazioni a lungo termine vanno fondate, devono fondarsi sulle teorie e sui valori. La politica non è solo fare, ma è soprattutto desiderar di fare e di cambiare. Ed il cambiamento, nel promettere progresso, fa immaginare, stimolare visioni, sogni. Per raggiungere uno scopo ci vuole un pensiero, da cui nasce un’azione, che porta a un risultato concreto e soprattutto – ciò che più conta – indica, fissa e conferma un’identità. Il pragmatismo è importante, ma per l’immediato. Se si vuole trasformare e migliorare la società occorrono sogni, visioni e idee. Che poi Meloni, Salvini e compagnia bella, confondono con le ideologie. E di qui il retrocedere del nostro Paese verso tre culture degradanti: quella del sospetto, quella della dietrologia, e quella post-ideologica e pragmatica. Tre culture tipicamente italiane che hanno avvelenato i pozzi di quella democrazia pazientemente costruita dopo la guerra.

E qui, a “certa politica” da somari – senza offesa per questi animali dotati invece di un acuto spirito di osservazione – è utile ricordare una massima di Winston Churchill: “Mi piacciono gli italiani perchè vanno alla guerra come fosse una partita di calcio, e vanno a una partita di calcio come fosse la guerra”. Negli 80 anni che sono passati, da noi non è cambiato nulla. E per cambiare ci vogliono le idee.

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Paolo De Paola: Iervolino ossessionato dai soldi

Enzo Sica

La questione societaria della Salernitana in primis che non riesce ad avere quello sbocco che tutti vorrebbero e purtroppo, in questo momento, penalizza anche e soprattutto la squadra alle prese con tante difficoltà iniziali e con una difficile situazione di classifica oltre al cambio tecnico dopo 13 giornate di campionato. Ovviamente tutti sperano che, quando riprenderà il campionato la prossima settimana, anche con la nuova guida tecnica possa finalmente cambiare il corso di questa stagione.
Ne abbiamo parlato, di questo e di altro, con Paolo De Paola, ex direttore di Tuttosport e della Gazzetta, conoscitore delle cose di casa granata soprattutto a livello societario.
Direttore, da dove partiamo?
<Diciamo dal cambiamento che non c’è stato, da quel capolinea di illusioni che ha creato l’ex presidente Iervolino, da quelle due salvezze consecutive in serie A che pure ci sono state e che hanno, in un certo qual modo, illuso i tifosi di fede granata. Che speravano nelle parole del patron, che magari potessero essere musica per le loro orecchie con lo stadio nuovo, il centro giovanile da costruire, tante belle cose, solo illusione come quello di vedere la Salernitana nella parte sinistra della classifica in serie A. Tutte promesse non mantenute  che non hanno fatto altro che acuire quella tensione, diciamo frizione che c’era tra proprietà e tifoseria>
Poi la retrocessione in serie B la scorsa stagione nel modo che tutti conosciamo e con l’arrivo, in questa stagione di un direttore sportivo di spessore come Petrachi che ha cercato di far quadrare i conti alla società suscitando anche, poi, anche qualche mugugno come quello dell’amministratore delegato?
<Guardi io sto dalla parte del direttore sportivo anche se MIlan si è risentito e lo stesso Petrachi ha evidenziato che quel monte ingaggi di quattro o cinque calciatori elevato apparteneva solo alla vecchia gestione e gli era stato lasciato in eredità. In questa stagione il direttore ha cercato sempre di essere coerente con le direttive avute riportando il tutto nell’alveo della positività>
Il riferimento, ovviamente, era solo per l’ex presidente Iervolino?
<Ma certo. Lui ha avuto una ossessione negativa dei soldi. Se si compra una società di calcio bisogna capire che ci sono spese iniziali da affrontare ma che poi si rientra. Un esempio lampante è quello dell’Atalanta che ha bilanci attivi da 6-7 anni consecutivi. dunque di cosa parliamo? Di un imprenditore che, secondo me, da osservatore esterno ha fallito in tutti i campi. All’inizio affidandosi a spese fuori luogo, poi cercando di rientrare ma è chiaro che nel calcio ci deve essere un unico obiettivo. Ed è quello che se si giochi in A, B o C di essere attaccati al territorio dove si opera e in questo caso alla maglia della Salernitana. Penso che alla squadra granata sia mancato lui, l’imprenditore che doveva creare e dare tanto alla tifoseria>
Le promesse iniziali, dunque, sono mancate?
<Ma sì ed è evidente che ci deve essere rispetto per il proprietario ma la critica non deve mancare dopo tante promesse che ne hanno in un certo qual modo minato il cammino. Poi la dismissione totale lasciando la carica di presidente e affidandosi ad un altro al vertice della società. Mi faccia anche dire che qualche giorno fa Iervolino ha parlato della vendita di una sua ex società tre volte in più di quanto l’aveva venduta lui. C’è rimasto male, è chiaro, di questa plusvalenza anche se non l’ha dimostrato chiaramente. Consentitemi di dire che vedo una contraddizione in quello che dice, resta in me tanta perplessità e rapportando il tutto al calcio, su questa grande passione che non c’è stata a Salerno non lo ritengo giusto>
Dunque avrebbe potuto fare e dare di più nella nostra città?
<Certo perchè il calcio da voi è davvero una grande passione, un fuoco vivo. E lui poteva ricavarne davvero tanto e non nascondere una verità che non si è investito. Ha sbagliato su tutti i fronti. Vorrei solo ricordare, tornando indietro con la mente, che la vicenda di Paulo Sousa è emblematica. Ricordiamo che il tecnico portoghese poteva firmare per un’altra squadra, non trovò l’accordo con nessuno, tornò alla Salernitana con quei risultati poco esaltanti e si lamentò molto con la società aspettandosi quei rinforzi in quei reparti che mancavano per cercare solidità e dare un’altra dimensione alla stagione ma la società non lo ascoltò. Dunque penso che lui, il proprietario, abbia fatto di tutto per creare disamore con il pubblico salernitano aggrappandosi solo ed esclusivamente alla questione economica>
Parliamo di questo campionato e della difficile situazione della squadra. Lei vede spiragli positivi nella questione?
<Guardi che anche in questa difficile situazione mi schiero ancora una volta con Petrachi. Lui, il direttore, aveva chiesto inizialmente un attaccante di peso che era l’ex attaccante del Cagliari Joao Pedro che poteva risolvere i problemi in fase offensiva. Il veto del proprietario ha impedito a Petrachi questo acquisto. E ci si trova in queste difficile situazione di classifica dalla quale, spero, si possa venir fuori presto>
Il cambio di tecnico lo trova giusto?
<Quando non si ottengono risultati positivi paga per tutti l’allenatore. Attenzione il diesse vedeva bene Martusciello che ha pagato, probabilmente, per alternative di gioco che non ha messo in pratica. Dispiace un pò a tutti questo cambio in panchina ma quando ci si trova in acque agitate bisogna attaccarsi con le unghie e i denti a quelle poche certezze che si hanno>
Dunque Stefano Colantuono è un sostituto che risolleverà le sorti di questa squadra?
<Ne sono convinto anche perchè ci sono calciatori in questa rosa che non dispiacciono. E’ vero che se ci si trova indietro, in questo campionato di serie B, bisogna adoperarsi tanto per risalire la china ma facendo quadrato e soprattutto con una unione di intenti società e calciatori si uscirà dalla situazione>
Secondo lei le tre squadre che sono in testa possono creare il vuoto e mettere tra la terza e la quarta quei tredici punti di differenza che farebbero saltare i play off a fine torneo?
<Siamo solo alla giornata numero 13 e, dunque, non possiamo ipotizzare niente di preciso. La serie B è un torneo di concretezza che ti potrebbe anche riservare, come le riserverà, tante sorprese. Certo Pisa, Sassuolo e Spezia viaggiano bene ma si ricordi che da gennaio in poi inizierà un altro campionato. Ci sarà il mercato di riparazione, qualche squadra non avrà la forza che magari ha in questo girone di andata. La lotta sarà ancora più bella ed interessante con la Salernitana che, sono convinto, anche con qualche altro innesto che il direttore Petrachi ha in animo di fare se, ovviamente, la società glielo consente e con la spinta del suo eccezionale pubblico avrà la forza per lottare con le prime della classe. Ne sono convinto>

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Di Popolo: “Il Psi voterà il bilancio. Solo errori tecnici. Non c’è falso”

di Erika Noschese
«Errori puramente tecnici, non possiamo parlare di falso». Così il capogruppo del Psi in consiglio comunale Filomeno Di Popolo in merito alle polemiche sul consuntivo 2022 dal quale sono emerse delle irregolarità dopo la denuncia sollevata dal consigliere di opposizione Roberto Celano.
Consigliere Di Popolo, a breve il Consiglio Comunale per approvare il bilancio, Cosa ne pensa della polemica relativa al Consuntivo 2022?
«Dalla relazione inviata a tutti i Consiglieri, si evince che siamo di fronte ad errori puramente tecnici, che tali rimangono, non cose false, come tentano di far credere alcuni esponenti dell’opposizione, che non potendo controbattere su un piano politico, alle azioni dell’Amministrazione, hanno avviato una-spero per loro-proficua carriera ragionieristica».
I Socialisti esprimono in Giunta un Assessore. Tante polemiche sul verde pubblico, ma l’Assessore Natella sta portando avanti un lavoro importante per recuperare i due anni di stop. E’ soddisfatto?
«L’Assessore Natella sta profondendo uno sforzo encomiabile e conseguendo risultati importanti per la Città, come spiegherò tra breve. Quando Natella è stato nominato Assessore c’era un Settore allo sbando per l’azione della Magistratura, ci siamo trovati senza personale e senza mezzi per operare. Oggi la macchina della manutenzione del verde è stata rimessa in movimento e l’emergenza sta rientrando, ma occorre non abbassare la guardia; E’ doveroso evidenziare i vari risultati positivi conseguiti: aumento della percentuale della raccolta differenziata, piano per il posizionamento dei cestini per la raccolta delle deiezioni canine, la pulizia ordinaria e straordinaria delle spiagge, i servizi aggiuntivi di raccolta dei rifiuti per i commercianti, la deblattizzazione, che è un servizio che deve essere erogato dall’ASL, ma stante la mancata programmazione, Natella si è accollato anche quest’onere. Inoltre, in sinergia con altro Assessorato, è stato istituito il servizio delle guardie ambientali ed il nuovo regolamento per l’installazione delle foto trappole, per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e delle discariche abusive. E’ sfuggito ai piu ’il grosso tema del lavoro sincrono svolto per alcune riqualificazioni e manutenzioni che sono possibili, grazie alla sinergia tra Ambiente, Lavori pubblici ed urbanistica, ( v. Ass.re Brigante), come ad esempio la realizzazione del secondo lotto del ripascimento delle spiagge che prevede una novità tecnica e di metodo, come quella di eseguire quasi in contemporanea il rifacimento delle fognature da Torrione a Mercatello ed il riesame dei nodi critici delle fogne con i collettori e canali di scarico a mare. Sottolineo il lavoro di ripresa per la messa in sicurezza e la manutenzione che sta interessando i torrenti della Città, che ha consentito di vedere il Fusandola ripulito, operazione che proseguirà anche per gli altri torrenti. Infine, sono in corso le progettazioni esecutive per gli svincoli autostradali in località Cernicchiara, anche qui si si potrà vedere un cambio di metodo nelle scelte tecniche rivolte alla sicurezza ambientale, idrogeologica. Quello che la stampa ha anticipato non risponde alle informazioni in mio possesso e posso anticipare che sono in campo enormi sforzi per scegliere soluzioni “logiche e compatibili”».
Quale ruolo auspica per il PSI alle provinciali del 2024?
«Che si superi la riforma Delrio. I socialisti sono sempre stati a favore del ritorno al voto diretto degli amministratori provinciali, siamo pronti ad affrontare la competizione elettorale provinciale in attesa della definizione della legge. I risultati percentuali nella nostra Provincia, per il garofano, sono a doppia cifra, merito del lavoro di tutti e grazie al lavoro svolto dal Segretario Provinciale, Silvano Del Duca ed alle indicazioni del nostro segretario nazionale Enzo Maraio. Le provinciali saranno l’ulteriore conferma della tendenza di crescita del Psi in Provincia di Salerno».
Quali, secondo lei, le criticità da risolvere nell’immediato per la città di Salerno?
«Occorre dare maggiore impulso alle manutenzioni, su questo punto bisogna confrontarsi e trovare una soluzione, così come è da porre la questione riguardante l’organico del Corpo della Polizia Municipale e l’individuazione di una nuova sede del Comando, che dovrà essere piu’ centrale. Faremo una proposta articolata in merito che presenteremo a breve, anticipandole il titolo, “Polizia Municipale: Anno Zero”. A Salerno abbiamo le stesse sofferenze che riguardano molte amministrazioni locali, dovute alla progressiva diminuzione dei trasferimenti statali ai Comuni. Oggi i maggiori investimenti sul territorio avvengono attraverso finanziamenti ed impegni della Regione Campania».
Bilancio dell’Amministrazione Napoli: si reputa soddisfatto?
«In questi due anni, abbiamo affrontato tante emergenze che ci hanno costretti a lavorare a “vista.” Oggi l’Amministrazione comunale è in condizione di avviare una programmazione di interventi strategici per la Città, che vanno dal ripascimento delle spiagge, al Parco urbano (ex D’Agostino), alla costruzione del Nuovo Ospedale, ristrutturazione stadio Arechi, alla ripresa dei lavori per il Palazzetto dello Sport, la riqualificazione di via dei Mille, che prevede il nuovo bocciodromo. Importantissime sono le opere che riguarderanno la soppressione del passaggio a livello di via Irno- via F.lli Magnone. Qui è in corso già il lavoro del ponte e quello del bando periferie, al quale si aggiungerà in settimana la conferma Rfi per la realizzazione della nuova rotatoria di raccordo tra le tre opere. A questi vanno aggiunti i piccoli ed importanti lavori come gli edifici di edilizia sociale nel Centro Storico, a S. Eustachio e la creazione di un piccolo impianto sportivo a Mariconda. Come socialisti, vogliamo proporre attraverso un project financing, la costruzione di un nuovo Cimitero, che preveda anche uno spazio per gli animali domestici, il Tempio Crematorio e la creazione di residenze per gli studenti universitari, da ricavare presso i padiglioni dell’attuale Ruggi, una volta costruito il nuovo Ospedale».
I socialisti sono stati più volte nel mirino dei Popolari e Moderati. Pace fatta ora?
«E’ normale che in politica ci sia una dialettica che a volte può essere anche aspra. Auspico però, sempre un confronto nelle sedi opportune, quando si fa parte dello stesso schieramento. Se ci attaccano, però, non mi tiro indietro. Senza serbare rancore. Siamo leali, pretendiamo lealtà. Per noi non è barattabile né rinunciabile la nostra autonomia politica. Avanti Salerno».

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