SACE lancia il primo Young Advisory Board per disegnare le risposte alle sfide del futuro

Immaginare la SACE del prossimo decennio per accompagnare le imprese italiane nel futuro. Con questo obiettivo, il gruppo assicurativo-finanziario, direttamente controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze guidato da Alessandra Ricci, ha istituito lo Young Advisory Board, il nuovo comitato composto da 15 giovani talenti che contribuiranno a disegnare le nuove direzioni di sviluppo dell’azienda.

Le nuove generazioni per affrontare al meglio i cambiamenti in atto 

Il mercato globale in continua evoluzione richiede alle aziende la capacità di cambiare rapidamente, un cambiamento che proprio le giovani generazioni di professionals riescono naturalmente a intercettare. Lo Young Advisory Board non avrà responsabilità di governance, ma giocherà un ruolo strategico nello stimolare prospettive innovative e non convenzionali rispetto alle opportunità aziendali, adottando soluzioni creative. Analizzare i megatrends, esplorare e raccomandare nuove opportunità di crescita e innovazione e contribuire alla trasformazione culturale, alla ricerca di nuovi modelli di business, tecnologie e processi, alla pianificazione strategica, cercando e indicando nuove direzioni e soluzioni. Queste le sfide sulle quali i partecipanti al board sono chiamati a confrontarsi. Lo Young Advisory Board rientra nel percorso avviato con il piano industriale Insieme 2025, con il quale SACE ha ridisegnato il proprio modello organizzativo intorno a gruppi di lavoro autonomi e cross funzionali, costruiti sulla contaminazione generazionale. Un modello di cui la sostenibilità e l’inclusione sono un pilastro e l’innovazione tecnologica e digitale un fattore abilitante.

Sace lancia il primo Young Advisory Board per disegnare le risposte alle sfide del futuro
I 15 giovani dello Young Advisory Board (Sace).

I nomi e i ruoli dei 15 giovani talenti del team

Gianfranco Chimirri, chief people officer di SACE, ha sottolineato: «In un mondo in costante metamorfosi, crediamo che il futuro appartenga a coloro che abbracciano il cambiamento con audacia. Siamo pronti ad accogliere le idee audaci, le visioni innovative, ma anche le criticità che questo team porterà alla nostra visione su come affrontare le sfide dirimenti del futuro, quali ad esempio gli Esg o l’intelligenza artificiale generativa. Benvenuti a bordo, futuri leader!». Lo Young Advisory Board, che sarà rinnovato ogni anno, è composto da: Erika Campedelli Claims, Flavio Castri Rete internazionale, Alessio Cerini Sales pmi, Akwah Lum Chifen Internal audit, Camilla D’Alessandro Credit & restructuring, Maria Cristina Grechi Legal affairs, Cecilia Guagnini Ufficio studi, Claudia Missaglia People care, Giuseppe Modugno Cybersecurity, Adriano Monacelli Risk management, Chiara Piani Business corporate, Fabio Ponti Corporate identity and communication, Luca Saccani Sustainability, Matteo Viola Business corporate e Arianna Savioli, Business in Sace Fct. 

TIM, grande successo per la 4 Weeks 4 Inclusion: oltre 1.000 ospiti e 300 eventi

Si è chiusa mercoledì 14 novembre 2023 la quarta edizione di 4 Weeks 4 Inclusion, la maratona interaziendale sulla diversità e l’inclusione ideata e promossa da TIM che nel 2023 ha coinvolto più di 400 partner in quattro settimane consecutive di eventi digitali tramessi live e on demand. Complessivamente sono state prodotte più di 600 ore di diretta, che hanno avuto come ospiti oltre 1.000 tra manager delle principali aziende italiane, artisti, giornalisti, rappresentanti del mondo della cultura e influencer, generando circa 25 mila interazioni social e più di 4 milioni di visualizzazioni.

I dati raccolti sulla diversità e l’inclusione

L’evento conclusivo, trasmesso dalle 17 alle 20 del 14 novembre, sarà l’occasione per fare il punto sulla sempre maggior consapevolezza sulle tematiche di diversità e inclusione, ma anche su una crescente attenzione al merito evidenziate dalle indagini Quanto ne sai di D&I, realizzata da Work wide women, e Meritorg Check, presentata dal Forum della meritocrazia. Dalla ricerca di Work wide women, che ha registrato più di 15 mila interazioni durante la durata della manifestazione, è emerso che il 63 per cento delle persone coinvolte è a conoscenza di quali sono le difficoltà lavorative post-maternità (child penalty gap), mentre il 97,9 per cento conosce le definizioni di cultura, interculturalità e multiculturalità e il 59 per cento delle persone adotta correttamente un linguaggio inclusivo nei confronti di persone con disabilità. Negli ambiti legati alle tematiche Lgbtqia+ e generazionali si è registrata, invece, una leggera confusione sui termini più appropriati da utilizzare. Sul fronte del merito, le organizzazioni che hanno partecipato al sondaggio hanno ottenuto un punteggio complessivo di 69/100, dimostrando un livello di meritocrazia soddisfacente. Analizzando i risultati in dettaglio, i pilastri con le performance più elevate sono stati quelli delle pari opportunità (84/100), seguito da qualità e sviluppo del capitale umano (77/100), performance e carriera (65/100), attrattività per i talenti (64/100) e regole e trasparenza (57/100).

Il programma dell’evento di chiusura

L’evento di chiusura, disponibile in streaming sul sito 4w4i.it, sarà l’occasione per fare un bilancio della manifestazione, con il racconto dei partner, la presentazione delle ricerche e la consegna dei premi della 4W4I. Dopo i saluti di Paolo Chiriotti, responsabile Human resources & organization di TIM e di Andrea Laudadio, responsabile di TIM Academy & development, fra i protagonisti della serata ci saranno i The Pills, gruppo comico di content creator che animerà due live podcast dialogando con tre ospiti di eccezione: la modella Oxana Likpa, il giornalista crossdresser Stefano Ferri, la comica e presentatrice Michela Giraud ed Enrico Galletti, giornalista di Rtl 102.5, che manterrà un filo conduttore con il pubblico in sala e con quello collegato in streaming attraverso WhatsApp. L’edizione 2023 si concluderà definitivamente con lo spettacolo Up&Down messo in scena da Paolo Ruffini, assieme alla compagnia teatrale Mayor Von Frinzius composta da attori neurodivergenti.

Truth Social ha perso 73 milioni di dollari dal lancio

Nell’ottobre 2021, da poco bandito dall’allora Twitter e da Meta, Donald Trump annunciò il suo Truth Social, piattaforma che «avrebbe tenuto testa alle grandi aziende tech» e che debuttò nel febbraio dell’anno seguente. Quasi 24 mesi dopo, però, il quadro sembra nettamente diverso. Stando a un nuovo rapporto della Digital World Acquisition Corp (Dwac), la Spac che intende fondersi con Trump Media & Technology Group che possiede il social, dal lancio il network avrebbe perso 73 milioni di dollari (circa 68 milioni di euro). Nettamente più bassi i dati relativi al fatturato netto, che si è assestato attorno ai 3,7 milioni di dollari (3,4 milioni di euro). Numeri che, stando a quanto riporta l’Hollywood Reporter, farebbero anche temere per il futuro dell’azienda.

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Truth Social, nei primi sei mesi del 2023 persi 23 milioni di dollari

Come ha sottolineato anche Forbes, si tratta della prima condivisione pubblica dei dati finanziari su Truth Social. Scendendo nel dettaglio, si nota come la piattaforma abbia perso 50 milioni di dollari solamente nel 2022, a fronte di un fatturato netto di soli 1,4 milioni. Una tendenza che non è cambiata nel nuovo anno, con ulteriori perdite di 23 milioni di dollari nonostante le vendite siano salite a 2,3 milioni. La situazione finanziaria è dunque molto preoccupante tanto che, stando al documento della Digital World Acquisition Corp, solleverebbe «sostanziali dubbi sulla sua capacità di continuare a operare». «Il management», si legge ancora nelle 530 pagine del rapporto «dubita che la società disporrà di fondi sufficienti per far fronte al passivo. In caso di mancata fusione con Dwac, Trump Media & Technology Group potrebbe non sopravvivere».

Un fatturato netto di 3,7 milioni e perdite per 73 milioni di dollari. I dati sulla condizione finanziaria di Truth Social di Donald Trump.
Donald Trump durante un suo comizio elettorale (Getty Images).

Il mancato decollo di Truth Social e le sostanziali perdite avrebbero anche drasticamente modificato i piani per il futuro. Sembra ormai accantonato infatti un aggiornamento che avrebbe portato lo streaming video sulla piattaforma entro pochi mesi. «Per ora è fuori discussione», hanno spiegato gli analisti. Sotto accusa anche numerosi licenziamenti operati dal Trump Media & Technology Group nel 2023. L’1 marzo, infatti, sono saltate diverse posizioni con una revisione generale e una riorganizzazione di tutti i dipartimenti, con un impatto considerevole sulla salute della piattaforma social. Il documento ha sottolineato infine che il successo dell’azienda è fortemente legato alla «reputazione e popolarità» di Trump e «potrebbe diminuire» se il consenso dell’ex presidente «dovesse crollare». Evidenziando i numerosi casi legali in corso del tycoon, Dwac ha spiegato come un esito negativo nei processi avrebbe un impatto disastroso su Truth Social.

Finvacchi rileva il 100 per cento di Sele

Finvacchi, la holding di investimenti che fa capo a Bernardo Vacchi, ha rilevato in asta giudiziale il 100 per cento di Sele Srl, salvando così la storica azienda di Castenaso (Bologna) specializzata nella progettazione, produzione, installazione e manutenzione di sistemi di sollevamento verticale (ascensori, montacarichi, scale e tappeti mobili). Fondata nel 1989 da un gruppo di installatori italiani, la società è considerata un’eccellenza per la tecnologia e il design nella realizzazione di prodotti unici, personalizzabili e attenti all’ambiente che portano la tradizione della manifattura italiana a livelli altamente competitivi in tutto il mondo. Con più di 45 mila sistemi installati, Sele è presente in cinque continenti e 35 Paesi.

Vacchi sull’acquisizione di Sele: «Lavoreremo a un piano industriale ambizioso»

A essersi aggiudicato l’asta per l’acquisizione è stata Boato Spa, la società della Finvacchi leader nell’ingegneria, nella progettazione di impianti per la produzione di materiali bituminosi impermeabilizzanti. Grande la soddisfazione di Bernardo Vacchi, che così ha commentato la nuova acquisizione: «Finvacchi ha saputo fin da subito ben selezionare progetti di investimenti e timing di ingresso negli stessi. Abbiamo dedicato un team di analisti molto bravi che analizzano, valutano e individuano opportunità di interesse. Siamo sulla strada giusta per diventare un player di investimento importante nel panorama dei Family Office nazionali. Boato e Sele si collocano con specializzazioni e lavorazioni diverse a monte nella filiera del settore delle costruzioni e ristrutturazioni edili. Ci proponiamo di ricercare e realizzare forti sinergie commerciali e industriali, caratterizzandoci per le nostre capacità innovative. Lavoreremo fin da subito allo sviluppo di un piano industriale ambizioso, che preveda una forte spinta sia sul prodotto di Sele sia sui mercati nazionale e internazionale». L’imprenditore bolognese aggiunge così un altro asset di pregio confermandosi un investitore molto dinamico e attento a cogliere tutte le opportunità che il variegato mondo dell PMI italiane offre. Finvacchi vanta un portafoglio di tredici partecipazioni industriali, e una partecipazione di rilievo nella Banca del Fucino, di cui è tra i principali azionisti. Nel pirmo semestre 2023 la sua holding ha registrato un attivo netto di oltre 200 milioni di euro e un net asset value di 180.

 

Intesa Sanpaolo presenta i risultati della ricerca Welfare for people

Sono stati presentati mercoledì 8 novembre 2023, presso l’Accademia nazionale di San Luca, i risultati della ricerca Welfare for people. Sesto Rapporto ADAPT su welfare occupazionale e aziendale in Italia condotta da Fondazione ADAPT in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Presi in considerazione 22 diversi CCNL

Lo studio, curato dalla Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro di ADAPT con il supporto di Gruppo Intesa Sanpaolo, testimonia – a fronte di una popolazione sempre più longeva e di un tasso di denatalità importante – la comune volontà di approfondire il tema del welfare aziendale e occupazionale. Esso rappresenta infatti un fondamentale strumento di integrazione del welfare state e di democrazia economica. Il rapporto si propone, in continuità con le indagini condotte nelle edizioni precedenti, di cogliere i tratti evolutivi del welfare occupazionale e aziendale, passando per un costante sforzo di verifica sul campo, possibile grazie al dialogo con gli operatori e i principali protagonisti del welfare in diversi settori economici, territori e sistemi di relazioni industriali. Per questa edizione sono stati analizzati 22 CCNL afferenti ai settori metalmeccanico, chimico-farmaceutico, industria alimentare, terziario distribuzione e servizi e artigianato. L’analisi, anche di tipo longitudinale, ha preso in considerazione sia gli ultimi rinnovi sia i testi contrattuali a partire dal 2003. Per la contrattazione aziendale, si è attinto dalla banca dati FareContrattazione (che conta più di 5 mila contratti di secondo livello) sottoscritti nei cinque macrosettori contrattuali richiamati, arrivando a individuare una serie di buone pratiche.

Analizzato il welfare occupazionale esistente nel comparto artigiano

Sin dal primo rapporto, nel 2018, il lavoro di analisi e mappatura della contrattazione collettiva secondo una prospettiva metodologica di relazioni industriali ha permesso di ricondurre a sistema una pluralità di frammenti di welfare che, se visti in modo isolato, portano a una lettura parziale e distorta del fenomeno. In questa VI edizione del rapporto è stata offerta un’analisi del welfare occupazionale esistente nel comparto artigiano, dando conto del ruolo importante svolto dalla bilateralità a livello nazionale e territoriale, e si è proseguito con l’analisi delle modalità di raccordo tra welfare occupazionale e dinamiche del mercato del lavoro con un nuovo focus geografico che ha riguardato la Regione Lazio. L’approfondimento tematico, infine, si è focalizzato sul rapporto tra salute e lavoro, in virtù della crescente attenzione per il tema della salute all’interno delle organizzazioni, rilevata nelle precedenti edizioni, e dell’evoluzione del ruolo dei fondi sanitari integrativi istituiti dalla contrattazione collettiva.

Tiraboschi (ADAPT): «Welfare parte della trasformazione del lavoro»

«Con questo sesto rapporto ci proponiamo di continuare a offrire e aggiornare un quadro sufficientemente ampio e attendibile di informazioni, modelli e linee di azione, utile a orientare le scelte di lavoratori e imprese, e contribuire a ricondurre in una logica di sistema le molteplici e variegate esperienze in atto», ha spiegato Michele Tiraboschi, coordinatore scientifico ADAPT «Il nostro intento è quello di inquadrare il tema nell’ambito di quella che, come gruppo di ricerca ADAPT, abbiamo da tempo definito la nuova grande trasformazione del lavoro. Una trasformazione rispetto alla quale il welfare, se utilizzato correttamente, può rappresentare uno dei principali ambiti entro cui delineare un nuovo ordine economico e sociale, sostenibile per la finanza pubblica e funzionale al giusto equilibro tra istanze della produzione e istanze della giustizia sociale», ha aggiunto.

Lamberti (Intesa): «Piani di welfare aziendale volano di sviluppo economico»

«Il nostro obiettivo», gli ha fatto eco Tiziana Lamberti, executive director Wealth Management & Protection di Intesa Sanpaolo, «è essere un punto di riferimento per le esigenze delle aziende e dei dipendenti, forti anche dell’esperienza virtuosa maturata nel nostro contesto aziendale. Abbiamo per questo messo a punto una piattaforma digitale per agevolare la fruizione dei diversi programmi di welfare aziendale disponibili. In collaborazione con la nostra Divisione Insurance, abbiamo infine attivato un ecosistema di prodotti e servizi pensato per la clientela senior, ed i caregiver che li assistono». «I piani di welfare aziendale», ha aggiunto, «sono anche volano di sviluppo economico, stimolo all’incremento della produttività, facilitatore del dialogo tra azienda e lavoratori e strumento di rafforzamento del rapporto con il territorio di riferimento».

Intesa Sanpaolo ha presentato i risultati della ricerca Welfare for people: ecco tutto quello che è emerso.
Tiziana Lamberti (Imagoeconomica).

Intesa Sanpaolo presenta il Rapporto Analisi dei settori industriali

Intesa Sanpaolo ha presentato insieme a Prometeia il Rapporto Analisi dei settori industriali ottobre 2023 che esamina l’andamento delle imprese manifatturiere italiane nei primi sette mesi del 2023. Dallo studio, eseguito su un campione di circa 40 mila aziende, è emerso che l’industria italiana ha chiuso il 2022 con ottimi risultati di bilancio e che la crescita è stata sostenuta e diffusa a tutte le classi dimensionali. La competitività delle nostre imprese nell’alto di gamma e nelle nicchie a elevato contenuto tecnologico ha consentito una tenuta dell’export italiano (in crescita del 3,6 per cento a valori correnti, nei primi sette mesi del 2023, stabile a prezzi costanti), nonostante il rallentamento del commercio mondiale, con effetti positivi sul saldo commerciale. La propensione all’export si attesterà su livelli stabilmente superiori al 50 per cento, consentendo all’attivo commerciale di oltrepassare i 106 miliardi di euro nel 2025.

I settori legati alla transizione digitale ed energetica chiuderanno il 2023 in positivo

Il traino del canale estero e la spinta inflativa ancora intensa nel 2023 sosterranno il fatturato a valori correnti dell’industria italiana, che a fine anno dovrebbe confermare il raggiungimento di un massimo storico a 1.169 miliardi di euro. I settori legati alla transizione digitale ed energetica chiuderanno il 2023 in positivo, anche a prezzi costanti, a fronte di un fatturato deflazionato in calo del -0,6 per cento per l’aggregato manifatturiero: autoveicoli e moto (+7,9 per cento, frutto del rimbalzo dai minimi degli scorsi anni), elettronica (+2,9 per cento) ed elettrotecnica (+2 per cento). Stabile il fatturato della meccanica (+0,3 per cento). Anche largo consumo (+2,7) e farmaceutica (+2,5) si collocheranno nella parte alta del ranking, grazie alla migliore tenuta sui mercati internazionali. Le difficoltà maggiori riguarderanno, invece, i produttori di intermedi, in particolare intermedi chimici (-7,8 per cento il fatturato deflazionato 2023), prodotti e materiali da costruzione (-4,6) e metallurgia (-3,3), penalizzati dalla minor dinamica dell’edilizia residenziale e dalla prudenza nella ricostituzione dei magazzini. In calo anche i produttori di beni durevoli per la casa (elettrodomestici e mobili, dopo l’exploit degli anni pandemici), il sistema moda e l’alimentare e bevande che, sul mercato interno, accusano l’impatto dei vincoli di bilancio sui consumi delle famiglie.

Il manifatturiero crescerà a ritmi inferiori all’1 per cento medio annuo

Nel biennio 2024-25, saranno sempre i settori legati alla doppia transizione a presentare prospettive migliori, sostenuti dai finanziamenti europei del NGEU. Il manifatturiero nel suo complesso, invece, è atteso crescere a ritmi inferiori all’1 per cento medio annuo, a prezzi costanti, in uno scenario in cui le politiche monetarie restrittive e le tensioni geopolitiche continueranno a vincolare il recupero della domanda. Alla luce delle prospettive sempre più sfidanti che le imprese dovranno affrontare, gli investimenti volti a rafforzare il posizionamento competitivo rappresentano una strada obbligata. Come testimoniano le analisi relative al quadriennio 2019-22 presentate nel Rapporto, le imprese top performer per margini sono quelle che più di altre hanno puntato su leve strategiche chiave, dall’innovazione tecnologica ai marchi, dagli investimenti diretti esteri all’autoproduzione di elettricità attraverso impianti alimentati da fonti rinnovabili, a conferma della crucialità della variabile energetica per affrontare al meglio le fasi di elevata incertezza e volatilità.

FS e ministero della Giustizia, al via il progetto per il reinserimento dei detenuti

Entra nel vivo il primo accordo attuativo del Protocollo d’intesa tra ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e FS Italiane Mi riscatto per il futuro, che prevede l’attivazione di percorsi volti a favorire il reinserimento sociale dei detenuti. Cinque di loro, tutti provenienti dalla casa di reclusione di Milano Opera, sono stati assunti, con contratti a tempo determinato di sei mesi, da Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia, rispettivamente capofila dei poli Infrastrutture e Passeggeri del Gruppo. Dopo aver completato un percorso di formazione dedicato, lavorano all’interno delle stazioni e degli uffici ferroviari. L’obiettivo è estendere il progetto anche ad altri istituti penitenziari della Penisola.

I detenuti sono stati selezionati da magistratura e addetti alle risorse umane di FS

I primi cinque detenuti che hanno preso parte al progetto sono stati selezionati con la supervisione della magistratura di sorveglianza e sono stati individuati insieme a rappresentanti delle Risorse Umane delle società del Gruppo FS. Tre di loro sono stati assegnati al servizio con Rete Ferroviaria Italiana rispettivamente nei ruoli di addetto alla Sala Blu per i servizi di assistenza ai viaggiatori con ridotta mobilità, addetto a supporto del referente di stazione e addetto a supporto dello staff di formazione della scuola professionale. Gli altri due operano in Trenitalia, in qualità di addetti alla segreteria tecnica di impianto.

FS e ministero della Giustizia, al via il progetto per il reinserimento dei detenuti
Presentazione bilancio accordo tra FS e Mig (Gruppo FS).

Ostellari: «Lavoro utile per abbattere la recidiva e recuperare i condannati»

Un primo bilancio del protocollo, firmato nel luglio 2022 da ministero della Giustizia e Gruppo FS Italiane, è stato presentato martedì 7 novembre 2023 da Andrea Ostellari, sottosegretario di Stato al Mig: «Le nostre carceri accolgono e custodiscono donne e uomini privati della libertà, ma non della loro dignità. Il compito principale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria è collaborare al loro pieno recupero e al successivo reinserimento. La bella notizia è che questo compito si può svolgere insieme ad altri attori: imprese e aziende italiane che scelgono di formare e avviare al lavoro detenuti e persone sottoposte a misure restrittive. Ferrovie dello Stato è una di queste e merita la nostra gratitudine e il nostro incoraggiamento. Grazie all’accordo sottoscritto con il ministero della Giustizia, cinque detenuti, formati e abili, hanno iniziato oggi un percorso lavorativo. L’auspicio è che domani possano essere sempre di più. I dati parlano chiaro: il lavoro non è un premio, ma lo strumento più utile per abbattere la recidiva e recuperare i condannati. Promuoverlo significa investire nella sicurezza delle nostre Comunità».

FS e ministero della Giustizia, al via il progetto per il reinserimento dei detenuti
Andrea Ostellari (Gruppo FS).

Ferraris: «Cambiamenti necessari allo sviluppo del Paese»

Gli ha fatto eco Luigi Ferraris, amministratore delegato del Gruppo FS, ha dichiarato: «Oggi diamo concreta attuazione a un impegno, che è anzitutto sociale, siglato lo scorso anno, con l’auspicio di estendere tale iniziativa a un numero sempre maggiore di penitenziari. Ringraziamo il ministero della Giustizia e il DAP per la collaborazione e per aver contribuito alla diffusione di una cultura della responsabilità, presupposto fondamentale per sostenere quei cambiamenti necessari allo sviluppo del sistema Paese e di cui il Gruppo FS si rende portatore».

FS e ministero della Giustizia, al via il progetto per il reinserimento dei detenuti
Luigi Ferraris (Gruppo FS).

Queste infine le parole del capo del DAP Giovanni Russo: «Abbiamo avviato una importantissima sinergia con uno dei più importanti gruppi industriali del Paese che, come l’amministrazione penitenziaria, si estende e raggiunge tutto il territorio nazionale. E quindi, per questo, è potenzialmente in grado di interessare e coinvolgere tutti i 190 istituti penitenziari della Penisola in opportunità di rieducazione e reinserimento della popolazione detenuta. La nostra amministrazione guarda al futuro con occhi nuovi e propositivi e io ringrazio il Gruppo Ferrovie dello Stato per aver deciso di affiancarci in questo impegno per la realizzazione di politiche di sviluppo inclusivo che possono dimostrarsi un grande investimento in campo sociale».

FS e ministero della Giustizia, al via il progetto per il reinserimento dei detenuti
Giovanni Russo (Gruppo FS).

Italiani e percezione del tempo: i vantaggi di gestire online pagamenti e burocrazia

Secondo una ricerca sull’uso del tempo commissionata a SWG da NeN Energia, prima enertech italiana del Gruppo A2A che vende gas e luce 100 per cento green utilizzando esclusivamente canali digitali, molte persone avvertono di gestirlo sufficientemente bene anche grazie all’aiuto della tecnologia.

Scegliere strumenti digitali è considerata la strategia più utile per risparmiare tempo

L’indagine ha coinvolto un campione di 1.200 intervistati di diversa provenienza geografica e anagrafica e ha evidenziato una buona preferenza delle persone a servirsi del digitale per gestire le incombenze periodiche come il pagamento di bollette (64 per cento), di mutui o affitti (60 per cento) e delle tasse (57 per cento). Un po’ indietro la prenotazione per visite mediche o pratiche amministrative (il 25 per cento prenota solo online, il 50 per cento sia online che fisicamente e il 25 per cento solo fisicamente). Scegliere strumenti digitali è considerata la strategia più utile per risparmiare tempo, in particolare per quanto riguarda la gestione dei pagamenti (83 per cento degli intervistati). Gestire online queste pratiche sembra aiutare le persone ad avere un rapporto migliore col tempo che, se “sprecato”, può generare ansia (60 per cento), sensazione di averlo usato per cose che non rendono davvero felici (53 per cento) e desiderio di riavere indietro le ore perdute (69 per cento).

Pagamento online delle bollette percepito come grande vantaggio per gestire il tempo

Le attività gestite attraverso canali fisici che più delle altre vengono associate a una “perdita di tempo di cui si farebbe volentieri a meno” sono il pagamento di tasse e bollette, che il 62 per cento delle persone ritiene del tutto o in parte uno spreco di tempo, seguito dalle attività burocratiche (48 per cento), le riunioni condominiali e scolastiche (41 per cento) e gli spostamenti per lavoro e scuola (34 per cento). Chi usa strumenti o canali digitali percepisce molto meno, invece, la sensazione di perdere tempo. Il 60 per cento di questo campione valuta infatti questi momenti come “per niente una perdita di tempo”, e proprio il pagamento online di bollette e altre incombenze burocratiche viene percepito come un grande vantaggio in termini di gestione del tempo. L’89 per cento delle persone intervistate ha a tal proposito affermato che affrontare queste incombenze online sia molto d’aiuto – così come lo è, o lo sarebbe, potersi occupare in via telematica anche di altri pagamenti o delle prenotazioni per visite mediche o pratiche amministrative. Pagare e gestire online farebbe risparmiare circa 40 minuti al mese rispetto alle stesse attività fatte esclusivamente su canali fisici. Le persone credono che digitalizzare totalmente questi compiti farebbe risparmiare loro del tempo che userebbero volentieri per i propri familiari (23 per cento), per hobby e passioni (35 per cento) o che, in generale, dedicherebbero a se stessi (37 per cento).

Poste Italiane, utile e ricavi in crescita: bonus da 1.000 euro ai dipendenti

Poste Italiane ha comunicato che i ricavi del terzo trimestre 2023 sono stati pari a 2,8 miliardi di euro, in crescita del 3,6 per cento a/a. Salgono così a 8,9 miliardi i ricavi dei primi nove mesi dell’anno, +6,8 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022. L’utile netto del periodo luglio-settembre ammonta a 382 milioni, in calo del 15,9 per cento su base annua rispetto al terzo trimestre del 2022. Nei primi nove mesi dell’anno è salito 1,5 miliardi, in crescita del 5,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022.

Costi totali pari a 2,3 miliardi, ebit a 539 milioni

In dettaglio, i ricavi da corrispondenza, pacchi e distribuzione del terzo trimestre del 2023 sono aumentati dell’1,9 per cento su base annua a 860 milioni (2,8 miliardi nei primi nove mesi del 2023, in crescita del 4,0 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022), grazie ai volumi dei pacchi in aumento, alle azioni di repricing sulle tariffe e a un migliore mix di prodotti nella corrispondenza. I ricavi totali dei servizi finanziari ammontano a 1,4 miliardi nel terzo trimestre 2023, in calo del 3,1 per cento su base annua, (+3,9 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022, pari a 4,5 miliardi nei primi nove mesi del 2023), con una solida crescita del margine di interesse. I ricavi dei servizi assicurativi sono stati pari a 371 milioni, in crescita del +6,5 per cento rispetto al terzo trimestre del 2022 (-0,1 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022, pari a €1,1 miliardi nei primi nove mesi del 2023). I ricavi netti del comparto assicurativo danni sono aumentati del 27 per cento nel trimestre, mentre quelli da pagamenti e mobile sono stati pari a 405 milioni, +36,6 per cento su base annua rispetto al terzo trimestre del 2022 (+44,2 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022, pari a 1,1 miliardi nei primi nove mesi del 2023). Quanto agli altri dati, i costi totali del terzo trimestre 2023 sono stati pari a 2,3 miliardi, +10,5 per cento su base annua rispetto al terzo trimestre del 2022 (+8,5 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022), pari a 6,8 miliardi nei primi nove mesi del 2023. Infine, il risultato operativo (ebit) del trimestre ammonta a 539 milioni, in calo del 18,0 per cento su base annua (2,1 miliardi nei primi nove mesi del 2023, in crescita dell’1,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022).

L’ad Del Fante annuncia un premio per i dipendenti

In un’intervista al TGPoste, l’amministratore delegato Matteo Del Fante ha dichiarato che «le attività dell’azienda hanno orizzonti temporali lunghi e sono figlie di scelte strategiche declinate nei piani industriali presentati a partire dal 2018». Sostenendo che «la forza di Poste risiede nella dedizione che i nostri colleghi mettono in campo ogni giorno», come dimostra il fatto che «nel 2018 abbiamo chiesto di consegnare i pacchi e in tre anni siamo diventati il primo operatore nel mercato b2c», il manager ha annunciato un premio di risultato di 1.000 euro, «un riconoscimento doveroso per la dedizione delle nostre persone, la grande forza e l’anima di questa meravigliosa azienda». Il bonus, concordato ad agosto, verrà pagato ai dipendenti a novembre.

Thomas J. Ciampa nuovo chief operating officer del Gruppo Rainbow

Thomas J. Ciampa assume il ruolo di chief operating officer (coo) del Gruppo Rainbow, entrando a far parte del colosso indipendente dell’entertainment Made in Italy che raggiunge gli schermi di tutto il mondo con uno straordinario portafoglio di titoli e licenze grazie ai propri studi Rainbow, Rainbow CGI, Bardel Entertainment Canada e Colorado Film. Il manager italoamericano cresciuto in casa Warner Bros vanta una carriera di 25 anni all’interno della major dove ha ricoperto ruoli chiave sia per il mercato italiano sia per quello internazionale, fino a ricoprire la carica di presidente WarnerMedia Italia, Spagna, Portogallo. Nel suo nuovo incarico, Ciampa avrà un ruolo chiave nello sviluppo strategico del portfolio del Gruppo Rainbow, contribuendo a ideare nuove strategie di sviluppo e investimento.

«Entusiasta di iniziare questa nuova avventura»

Questo il commento di Iginio Straffi, fondatore, presidente e ceo del Gruppo Rainbow: «Thomas è un grande professionista che conosco e stimo da tanti anni, sono davvero felice di dargli il benvenuto nella grande famiglia Rainbow. Avrà il compito di occuparsi dello sviluppo di tutte le divisioni del gruppo con particolare attenzione ai progetti internazionali e alle coproduzioni. Sarà un vero piacere lavorare con Thomas al mio fianco ai tanti progetti sfidanti che ci siamo prefissi di portare al successo nei prossimi anni». Lo stesso Ciampa si è detto «entusiasta di iniziare questa nuova avventura in Rainbow e di lavorare con Iginio Straffi, straordinario rappresentante del Made in Italy nel mondo, un vero orgoglio nazionale». «Iginio, con la sua visione e determinazione, è riuscito a costruire contenuti in grado di emozionare il pubblico italiano ed internazionale. Non vedo l’ora di conoscere nel dettaglio la squadra e contribuire tutti insieme al successo globale di Rainbow», ha aggiunto.

Il Gruppo si è affermato come uno degli studi leader in Europa

Il Gruppo Rainbow vanta quasi 30 anni di successi nel settore dell’intrattenimento e, partendo dalla produzione di contenuti animati per bambini, è arrivato a coprire tutte le fasce di target e segmenti di mercato. Un gruppo indipendente attivo nella creazione, distribuzione, concessione di licenze e merchandising di marchi di proprietà e di terze parti per l’industria dell’animazione e del live-action. Il Gruppo collabora costantemente con le principali società di intrattenimento ed emittenti del mondo e si è affermato come uno degli studi leader in Europa e tra i primi 150 licensor a livello globale.

UniCredit Foundation e Teach For All, partnership paneuropea da 5,5 milioni di euro

UniCredit Foundation e il network globale per l’istruzione Teach For All hanno avviato una partnership triennale del valore di 5,5 milioni di euro per fornire un’istruzione di qualità agli studenti delle scuole europee che versano in condizioni di povertà educativa e promuovere le pari opportunità in questo ambito in tutto il continente. L’accordo si concentrerà su sei Paesi in cui la banca opera, ovvero Italia, Germania, Austria, Bulgaria, Romania e Slovacchia. In questo modo, la Fondazione incrementerà anche il sostegno a Teach For All per la formazione di docenti che lavorano nelle scuole dai contesti più svantaggiati di questi Paesi.

L’accordo per combattere le disparità educative dei bambini in Europa

Grazie a questo impegno multimilionario e al potenziamento del sostegno, le due realtà combatteranno le disparità educative dei bambini in tutta Europa e preverranno i tassi di abbandono scolastico tra i giovani, offrendo loro l’istruzione di qualità che meritano per cercare nuove opportunità e realizzare le loro ambizioni di carriera. La nuova partnership costruisce le sue fondamenta sulla base della forte relazione tra Teach For All e il Gruppo UniCredit, istituita per la prima volta nel 2022, che con un investimento di circa 2 milioni di euro nel 2022 ha avuto un impatto profondo sull’istruzione dei giovani in tutta Europa. In un solo anno sono stati formati con successo 592 diversi insegnanti all’interno della rete Teach For All in Europa, migliorando le esperienze educative di oltre 40.600 studenti in tutto il continente.

In Italia il 12,5 per cento dei ragazzi non finisce le scuole superiori

Tra i paesi coinvolti, particolare attenzione viene prestata all’Italia, in cui la diseguaglianza educativa rappresenta una vera e propria emergenza. Qui, infatti, solo il 6 per cento dei bambini i cui genitori non hanno terminato le scuole superiori riesce ad ottenere la laurea. La quota di giovani che non finisce le scuole superiori nel nostro Paese è inoltre tra le più alte in Europa (12,5 per cento). Nelle regioni del Sud la media si alza al 17 per cento, con un picco del 21,1 per cento in Sicilia. Degli studenti che hanno affrontato la maturità nel 2023, 34.850 sono usciti dal nostro sistema formativo senza aver raggiunto il livello minimo di competenze in italiano, matematica e inglese. I tassi più elevati sono in Campania e Sardegna, sopra il 15 per cento, seguiti da Sicilia, Calabria e Basilicata. A questi dati si aggiungono 3 milioni di NEET (Not engaged in Education, Employment or Training), ovvero il 23 per cento dei giovani tra i 15 e i 29 anni. La quota è 10 punti percentuali superiore a quella europea (13,1 per cento). La cifra si alza nel Sud e nelle Isole, con percentuali di NEET che toccano punte del 40 per cento in alcune regioni.

L’obiettivo è raggiungere 7.200 studenti entro il 2026

La collaborazione dell’anno scorso con Teach for All ha consentito, in Italia, di raggiungere ben 3.700 studenti e, con la nuova partnership, la Fondazione supporterà Teach for Italy a raggiungerne 7.200 entro il 2026. L’investimento di 5,5 milioni di euro aiuterà infatti la Fondazione e Teach For All a ottenere risultati ancora più significativi, consentendo agli insegnanti della rete Teach For All in formazione e alle comunità locali di reimmaginare i sistemi educativi in aree con scarse risorse e di costruire ambienti scolastici più inclusivi che offrano un’istruzione di qualità a tutti i bambini, anno dopo anno. La Fondazione e i partner della rete Teach For All formeranno pertanto oltre 1.400 insegnanti trasformativi, che forniranno istruzione a oltre 83 mila studenti entro il 2026. L’ impegno sottolinea la dedizione di UniCredit Foundation alla causa e il suo ruolo centrale all’interno della più ampia strategia sociale della banca, che ha visto il gruppo emettere un volume totale di circa 8 miliardi di euro in finanziamenti sociali attraverso microcredito, impact financing e prestiti alle aree svantaggiate.

Il presidente di UniCredit Foundation Orcel: «Guidiamo la trasformazione della società»

Il presidente di UniCredit Foundation Andrea Orcel ha così commentato l’iniziativa: «Sono lieto di annunciare la partnership di UniCredit Foundation con Teach For All. L’Europa ha il potenziale per diventare un grande blocco economico in grado di guidare il progresso economico globale, promuovendo un futuro di prosperità condivisa. È per questo che la nostra Banca e la Fondazione si sono date come missione comune quella di sviluppare questo potenziale. UniCredit Foundation si impegna a fornire agli studenti gli strumenti essenziali per costruire un futuro migliore per loro stessi, per le loro comunità e per il nostro continente. Insieme a Teach For All, promuoveremo un’istruzione equa in sei regioni in cui opera UniCredit, alimentando la leadership collettiva dei giovani e, a lungo termine, guidando la trasformazione della società».

UniCredit Foundation e Teach For All firmano una partnership paneuropea da 5,5 milioni di euro
Andrea Orcel, presidente di UniCredit Foundation (Imagoeconomica).

Pastorelli, ad Teach For Italy: «Moltiplichiamo il nostro impatto sul sistema educativo italiano»

Gli ha fatto eco Andrea Pastorelli, direttore generale di Teach For Italy: «Questa partnership ci permetterà di moltiplicare il nostro impatto sul sistema educativo italiano. Grazie ad UniCredit Foundation, infatti, Teach For Italy riuscirà a essere presente in un minimo di 100 scuole in contesti di povertà educativa in tutta Italia entro il 2025-26, tramite la selezione, formazione e l’accompagnamento di un minimo di 120 docenti fellows all’anno. Giovani talenti, altamente formati, che nel breve periodo lavoreranno per trasformare i risultati didattici e le opportunità degli studenti più bisognosi del nostro paese, mentre nel lungo periodo diventeranno agenti del cambiamento all’interno del sistema scolastico italiano».

UniCredit Foundation e Teach For All firmano una partnership paneuropea da 5,5 milioni di euro
Andrea Pastorelli, direttore generale di Teach For Italy (Imagoeconomica)

Il gigante degli uffici condivisi WeWork ha dichiarato fallimento

Il colosso degli uffici condivisi WeWork, da anni in gravi difficoltà finanziarie, ha ufficialmente presentato istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 presso la corte federale del New Jersey, nel tentativo di negoziare la riduzione del proprio debito. Le cause sono rintracciabili nelle perdite finanziarie, nel fabbisogno di liquidità e nel calo del numero dei clienti. La società ha affermato che la misura avrà un impatto sulle operazioni negli Stati Uniti e in Canada, aggiungendo che «secondo le previsioni quelle globali continueranno come al solito».

Il gigante degli uffici condivisi WeWork ha dichiarato fallimento: la misura avrà un impatto sulle operazioni negli Stati Uniti e in Canada.
Uffici WeWork (Getty Images).

La società ha dichiarato passività che vanno dai 10 ai 50 miliardi di dollari

«Ora è il momento per noi di andare avanti affrontando i nostri contratti di locazione preesistenti e migliorando notevolmente il nostro bilancio», ha affermato in una nota l’amministratore delegato David Tolley. Stando a quanto depositato, la società ha dichiarato passività che vanno dai 10 ai 50 miliardi di dollari. «Abbiamo definito una nuova categoria di lavoro e questi passi ci consentiranno di rimanere leader globali nel lavoro flessibile».

Fino al 2019 WeWork era una delle startup di maggior valore al mondo

«Esistono dubbi sostanziali sulla capacità dell’azienda di continuare ad operare». Così all’inizio di agosto WeWork aveva avvertito l’autorità di regolamentazione del mercato azionario statunitense Sec, che temeva per la sua sopravvivenza. L’azienda aveva spiegato di aver perso miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2023, a causa di un calo della domanda legato alle cattive condizioni economiche. Fino al 2019 WeWork era una delle startup di maggior valore al mondo e, per un certo periodo, anche quella di maggior valore negli Stati Uniti: vantava infatti il maggior numero di uffici di tutta Manhattan. Poi, con lo scoppio della pandemia di Covid-19, lo smart working ha preso il sopravvento.

Amplifon, Enrico Vita nominato miglior CEO in Europa nel settore Medtech

Enrico Vita, amministratore delegato di Amplifon, società leader mondiale nelle soluzioni per la cura dell’udito, ha ottenuto il riconoscimento di Best CEO del settore Medical Technology & Services (MedTech) in Europa per i rapporti con la comunità finanziaria nell’ambito della classifica annuale All-Developed Europe Executive Team stilata dall’istituto Institutional Investor. Oltre a questo riconoscimento, Institutional Investor ha premiato il Cfo, Gabriele Galli, al secondo posto nella categoria Best Cfo e I’Investor Relations & Sustainability Sr Director, Francesca Rambaudi, al primo posto della categoria Best IR Professionals. Amplifon si è anche posizionata ai vertici della classifica per gli aspetti ESG, programmi di Investor Relations e IR team. Institutional Investor è un istituto di ricerca indipendente, con una elevata reputazione presso investitori istituzionali ed analisti finanziari, che opera sul mercato da oltre 50 anni.

Chi è Enrico Vita, la carriera dell’amministratore delegato di Amplifon

Nato nel 1969, Enrico Vita ha conseguito nel 1993 la laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università degli Studi di Ancona. I suoi primi passi nel mondo aziendale li ha mossi all’interno di Indesit, quando ancora l’azienda si chiamava Merloni Elettrodomestici. Vita ha lavorato in un primo momento nella divisione industriale ricoprendo, per quasi 20 anni, ruoli come Plant Manager in Turchia o ancora Direttore Ricerca e Sviluppo nella divisione Cooling, giusto per fare un paio di esempi. Nel 2007 il manager ha poi assunto il ruolo di Managing Director per le attività commerciali nel Regno Unito e in Irlanda, che in quel periodo rappresentavano i primi mercati dell’azienda a livello di fatturato. Vita ha iniziato la sua avventura in Amplifon nel 2014 in veste di Executive Vice President EMEA. Appena un anno dopo, nel 2015, ha assunto il ruolo di Chief Operating Officer. La nomina ad amministratore delegato dell’azienda è arrivata nell’ottobre del 2015: grazie alla sua guida, Amplifon è riuscita a fare aumentare il valore del suo titolo da 4,5 euro a 33,32, con un fatturato che secondo gli ultimi dati rilevati nel 2022 è più che raddoppiato.

BEI e Intesa Sanpaolo, 200 milioni per la transizione ecologica della Pubblica amministrazione

La Banca europea per gli investimenti (BEI) e Intesa Sanpaolo hanno siglato un accordo per un finanziamento da 100 milioni di euro per sostenere la transizione ecologica della Pubblica amministrazione e delle sue società controllate.

I fondi potranno essere investiti in trasporto pubblico, approvvigionamento idrico o raccolta differenziata

Grazie a questa iniziativa, che rappresenta il primo finanziamento concesso dalla Banca dell’Ue a una banca commerciale in Italia per supportare investimenti sostenibili promossi dalla Pubblica amministrazione, la Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, guidata da Mauro Micillo, favorirà investimenti per 200 milioni di euro realizzati da enti locali e pubblici. Saranno eleggibili, ad esempio, investimenti come l’acquisto di autobus a basso impatto ambientale per il trasporto pubblico, il ripristino o miglioramento delle reti e delle infrastrutture di approvvigionamento idrico, nonché l’acquisto di veicoli, attrezzature e infrastrutture dedicate alla raccolta differenziata. Le risorse messe a disposizione dalla BEI e Intesa Sanpaolo potranno essere allocate anche a investimenti e progetti che riceveranno fondi dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’accordo tra i due istituti apre nuove prospettive per gli enti pubblici, offrendo condizioni di finanziamento favorevoli tra cui scadenze più lunghe, con durata massima fino a 15 anni, erogazioni e piani d’ammortamento flessibili e tassi di interesse competitivi. Negli ultimi cinque anni, la BEI e Intesa Sanpaolo hanno firmato 15 operazioni per quasi 2,4 miliardi di euro, sostenendo l’accesso al credito di pmi e midcap per oltre 4,5 miliardi di euro e supportando la realizzazione di grandi opere infrastrutturali come la tratta ferroviaria Palermo-Catania e l’ammodernamento del porto di La Spezia.

Neutralità climatica ed economia a basse emissioni tra gli obiettivi dell’accordo

Gelsomina Vigliotti, vicepresidente BEI, ha così commentato l’operazione: «Gli investimenti volti a promuovere l’efficienza del settore idrico, la mobilità a basso impatto ambientale e il miglioramento della gestione dei rifiuti sono cruciali per raggiungere la neutralità climatica. La collaborazione tra BEI e Intesa Sanpaolo conferma l’impegno comune per la transizione verso una società e un’economia sostenibili». Le ha fatto eco Nicola Doninelli, responsabile Distribution Platforms & GTB della Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo: «L’accordo firmato con BEI conferma l’impegno comune per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni. Supportare l’ammodernamento dei servizi pubblici in chiave sostenibile è un atto importante e concreto per favorire lo sviluppo del nostro Paese».

Autostrade per l’Italia, stazioni di servizio alimentate dall’energia cinetica delle auto

Prosegue l’impegno di Autostrade per l’Italia nella promozione di soluzioni green e tech per lo sviluppo e la gestione sostenibile della rete autostradale. Illuminare una stazione di servizio o far funzionare un casello in autostrada grazie al passaggio dei veicoli sono solo alcuni dei risultati che saranno possibili grazie al progetto Kinetic energy harvesting from vehicles (KEHV), la prima sperimentazione al mondo in autostrada che prevede l’utilizzo di una piattaforma tecnologica capace di trasformare l’energia cinetica dei veicoli in decelerazione in energia elettrica, altrimenti dissipata in calore ai freni. Questa tecnologia è stata sviluppata da Movyon, centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Autostrade per l’Italia e leader nello sviluppo e nell’integrazione di soluzioni avanzate di Intelligent Transport Systems e monitoraggio delle infrastrutture.

I primi test sulla A1 in Toscana

L’innovazione parte dalla Toscana. I test sono partiti in A1 nell’area di servizio di Arno Est e proseguiranno nei prossimi mesi anche con la sperimentazione in una pista di esazione. L’obiettivo di Autostrade per l’Italia è realizzare una piattaforma, integrata con i principali sistemi di gestione e monitoraggio dell’infrastruttura autostradale, che possa produrre energia pulita oltre a quella tipica del fotovoltaico. Secondo le prime stime, grazie al passaggio medio giornaliero di 9 mila veicoli, con un unico modulo sarà possibile produrre 30 Megawattora all’anno pari a una riduzione di 11 tonnellate di CO2. Un valore che corrisponde al consumo annuo di elettricità di un condominio composto da 10 famiglie. In una barriera autostradale come Firenze Ovest, per esempio, il consumo di elettricità è pari a circa 60 MWh/anno. Grazie all’installazione di due impianti sarà quindi possibile azzerare completamente il fabbisogno energetico della stazione.

Come funziona l’impianto LYBRA

Il progetto KEHV è basato sull’impianto LYBRA sviluppato dalla startup 20energy s.r.l. Un veicolo che passa sopra al modulo attiva un generatore elettromeccanico e l’energia elettrica viene resa fruibile mediante un convertitore elettronico che ne permette la connessione alla rete. In un’area di servizio, per esempio, l’energia prodotta potrebbe essere utilizzata per alimentare l’illuminazione, la cartellonistica pubblicitaria e anche per i generatori di ricarica dei veicoli elettrici. Nel caso della stazione di esazione, l’energia generata potrà essere utilizzata dall’impianto del casello (casse, sbarre e illuminazione).

Autostrade per l'Italia, stazioni di servizio alimentate dall'energia cinetica delle auto
Stazioni di servizio alimentate dall’energia cinetica delle auto (Autostrade).

Continua l’impegno del Gruppo in tema innovazione e sostenibilità

La sperimentazione fa parte dei progetti sviluppati dal Gruppo in tema innovazione e sostenibilità. In base ai risultati ottenuti, anche questo sistema potrà essere inserito all’interno del più ampio programma Mercury Smart Sustainable Mobility, il piano di Autostrade per l’Italia finalizzato alla creazione di un grande polo unitario e coordinato per l’innovazione tecnologica al fine di garantire infrastrutture più sicure e partecipare da protagonisti alla rivoluzione che decarbonizzazione, digitalizzazione e nuovi servizi di trasporto stanno apportando a tutti i sistemi di mobilità.

Poste Italiane ottiene la certificazione per la parità di genere

Poste Italiane ottiene la certificazione UNI/PdR 125:2022 per la sua capacità di garantire la parità di genere nell’ambiente di lavoro. L’attestato, previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stato rilasciato dall’IMQ, organismo internazionale di certificazione, riconoscendo la capacità del Gruppo di garantire concrete condizioni di parità nelle attività di progettazione, indirizzo, controllo, coordinamento ed erogazione di servizi postali, logistici, finanziari, assicurativi e digitali.

Risultati eccellenti in tutte le macro-aree oggetto di valutazione

Poste Italiane ha ottenuto il punteggio complessivo del 96 per cento (rispetto al minimo richiesto di 60 per cento), raggiungendo eccellenti risultati nelle sei macro aree oggetto di valutazione: cultura e strategia, governance, processi del personale (HR), opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. L’organizzazione inclusiva e il rispetto della parità di genere creano valore sociale condiviso e favoriscono l’elevazione del livello di engagement rispetto agli obiettivi aziendali, generando un vantaggio competitivo per l’intero Gruppo. La certificazione ottenuta rappresenta infatti un ulteriore merito dell’Azienda, che va ad aggiungersi ad altri importanti riconoscimenti ottenuti nell’ambito dell’inclusività, tra cui la leadership globale nell’uguaglianza di genere secondo il Gender-Equality Index di Bloomberg e la certificazione Equal Salary.

I vertici: «Importante riconoscimento che ufficializza i risultati raggiunti»

L’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, ha così commentato il riconoscimento: «Siamo orgogliosi di aver tagliato questo nuovo traguardo. La certificazione ufficializza l’importanza dei risultati raggiunti nel nostro percorso con l’obiettivo di costruire un ambiente di lavoro più equo e inclusivo. La diversità di genere è un valore che arricchisce la nostra organizzazione e contribuisce al nostro successo e alla crescita sostenibile». Gli ha fatto eco Giuseppe Lasco, condirettore generale di Poste Italiane: «La certificazione rappresenta un altro importante riconoscimento lungo il percorso di serietà, concretezza e misurabilità dei risultati che l’Azienda sta perseguendo. È importante che ci sia consapevolezza del ruolo di leadership di Poste Italiane e che essa derivi in maniera esclusiva dalla qualità delle donne e degli uomini che ogni giorno svolgono la loro attività con professionalità e dedizione».

Poste Italiane ottiene la certificazione per la parità di genere
Giuseppe Lasco (Poste Italiane).

Queste, infine, le dichiarazioni di Ruggero Lensi, direttore generale di UNI: «Le norme e le Prassi di Riferimento UNI servono a creare un mondo migliore anche e soprattutto in un’ottica di sostenibilità e responsabilità sociale. Sebbene siano presenti in quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana – lavorativa in primis ma anche strettamente personale – non è facile percepirle. Alcuni “grandi esempi” della loro applicazione da parte di organizzazioni sistematicamente in contatto con i cittadini – come quello di Poste Italiane per la gestione della parità di genere – possono aiutare a diffondere la cultura della normazione e farne percepire i benefici nella società».

Tossicodipendenze in Italia: aumenta il consumo di droga e alcol tra i più giovani

L’inchiesta della procura di Torino sulle scommesse nel mondo del calcio ha acceso i riflettori sui rischi derivanti dall’esercizio del gioco d’azzardo su piattaforme illegali, con un allarme riferito soprattutto ai più giovani – protagonisti indiscussi del mondo del web e fascia con maggiore dimestichezza con la tecnologia. Un rischio concreto, considerando che adolescenti di 13-14 anni hanno già avuto esperienze di scommesse, molti sanno come funzionano i bitcoin e altri come si “gioca” in Borsa. Ma, osservando i dati della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2023, raccolti dalle amministrazioni centrali, periferiche, dai centri di ricerca e dagli enti del privato sociale competenti in materia, emerge che i numeri più allarmanti per le nuove generazioni siano quelli riguardanti il consumo di droghe e alcol.

Nel 2022 l’assunzione di sostanze stupefacenti è salita al 27,9 per cento tra i giovani

L’adolescenza e la giovane età adulta costituiscono una fase di vita universalmente riconosciuta come particolarmente delicata, caratterizzata da profondi mutamenti a livello fisico, emotivo e sociale. Durante questo periodo, l’impulsività e la ricerca di nuove esperienze possono indurre i ragazzi ad adottare comportamenti rischiosi tra cui l’uso di sostanze psicoattive, legali e illegali, che risultano piuttosto diffuse tra i ragazzi. Nel 2022 si è osservato un generale aumento dei consumi, che sono tornati a valori in linea o superiori rispetto a quelli prepandemici. L’assunzione di sostanze stupefacenti è infatti cresciuta sia nella fascia 18-64 anni sia nella fascia 15-19 anni, con un preoccupante incremento tra i giovani rispetto ai dati riferiti al 2021 (i consumi sono aumentati dal 18,7 al 27,9 per cento) – soprattutto per quanto riguarda cannabis e NPS (Nuove Sostanze Psicoattive). Si tratta, in quest’ultimo caso, di un insieme ampio e dinamico di composti sintetici che, essendo rapidamente manipolabili, sono difficili da rilevare e contengono sostanze molto pericolose o potenzialmente letali. Circa il 6 per cento degli studenti dai 15 ai 19 anni, equivalente a oltre 140 mila ragazzi, le ha assunte almeno una volta nel 2022. Quelle maggiormente popolari tra la Gen Z sono i cannabinoidi sintetici (4,4 per cento), che hanno visto un ritorno ai valori pre-pandemici, seguiti da oppioidi sintetici (0,9 per cento), ketamina (0,7 per cento) e catinoni (0,5 per cento). La Relazione ha inoltre evidenziato una crescita del consumo di cocaina, tra le sostanze più presenti nel mercato delle droghe in Italia, che nell’anno è stata consumata da circa 44 mila studenti tra 15 e 19 anni, pari al 2 per cento della popolazione studentesca.

Alcol consumato da quasi 2 milioni di studenti

Per quanto riguarda invece le sostanze psicotrope legali, la più diffusa è l’alcol, consumato nel 2022 da circa 1 milione e 900 mila studenti di 15-19 anni. Per oltre 780 mila (33 per cento) si è trattato di un consumo elevato che ha portato all’intossicazione alcolica e, tra i 18-24enni, la quota di quanti si sono ubriacati nell’ultimo anno è circa il 50 per cento. In forte aumento anche l’uso di psicofarmaci senza prescrizione medica, che nell’anno ha coinvolto quasi 270 mila 15-19enni. Queste sostanze risultano da sempre più diffuse tra le studentesse per le quali, nel 2022, si sono registrati i valori di consumo nell’anno più elevati mai osservati (15,1 per cento).

I nuovi rischi legati a Internet 

Oltre all’uso di sostanze, negli ultimi anni, si è assistito all’emergere di ulteriori comportamenti a rischio e potenzialmente additivi, spesso legati alle nuove tecnologie. In seguito alla pandemia si osserva infatti un incremento dell’utilizzo di Internet a rischio e della percentuale di vittime e autori di atti di cyberbullismo. Sempre nel mondo delle relazioni digitali emergono nuovi fenomeni come il ghosting o il ritiro sociale volontario. Il primo, nel 2022, ha coinvolto oltre 850 mila studenti, mentre sono circa 55 mila i ragazzi che sono rimasti isolati per oltre sei mesi. Nello scenario attuale si osserva sempre più frequentemente una concomitanza di questi comportamenti, associati spesso tra loro e al consumo di sostanze psicoattive, legali e illegali. Si configura dunque la necessità di considerare numerose dimensioni di fragilità in una fase dello sviluppo così delicata e l’urgenza di prospettare una presa in carico multidisciplinare capace di accogliere i bisogni dei più giovani.

A Milano Malpensa il primo concept ibrido in Italia a firma Autogrill e Dufry

Al Terminal 2 dell’aeroporto di Milano Malpensa è atterrato il nuovo Hudson Café Milano, il primo concept ibrido in Italia a firma Autogrill e Dufry che combina i business Retail, Bookstore e Food & Beverage. Dopo aver annunciato Avolta, il nome del nuovo gruppo creatosi a seguito della business combination, le due realtà celebrano il proprio connubio rafforzando la presenza all’interno dell’aeroporto intercontinentale di Milano gestito dal Gruppo SEA, creando il primo format che offre una esperienza di consumo pienamente integrata, luogo ideale non solo per fare acquisti ma anche per godersi una pausa rilassante e gustosa.

Libri, giornali e un’ampia scelta di prodotti food nel nuovo punto vendita

Oltre alla vendita al dettaglio di libri e giornali, con un ampio ventaglio di testate e titoli sia best seller che di editoria indipendente, ed essentials per il viaggio, il nuovo store offre un’ampia scelta di prodotti food & beverage, sia italiani che internazionali, scelti tra i best seller di Autogrill. Dalle note calde di un caffè con una miscela ben bilanciata, frutto di un continuo lavoro di analisi e ricerca, ai prodotti di pasticceria, come i croissant dall’impasto di qualità e dalla ricca farcitura, passando per i panini, creati attraverso un’attenta selezione delle materie prime, e le pizze di tipo artigianale. Spazio anche ad alimenti healthy e salutari, come frutta, poke e yogurt, in versione grab & go per il cliente che ha poco tempo a disposizione. Un’offerta ricca e ben bilanciata, in grado di rispondere a tutte le esigenze alimentari, comprese quelle vegetariane e vegane. All’interno del nuovo Hudson Café Milano non mancherà infine una selezione di prodotti confectionary Baci Perugina, grazie alla partnership attivata in occasione dell’apertura con Nestlé Baci Perugina, cioccolatino mito nato nel 1922 a Perugia e riconosciuto oggi in tutto il mondo come icona e simbolo di emozioni, amore e affetto.

A Milano Malpensa il primo concept ibrido in Italia a firma Autogrill e Dufry
Hudson Café Milano (Autogrill).

Autogrill: «Rivoluzioniamo l’esperienza di chi viaggia»

Massimiliano Santoro, ceo di Italy Autogrill, ha così dichiarato in merito all’iniziativa: «Hudson Cafè Milano rappresenta uno dei primi risultati di un lavoro importante di collaborazione tra le nostre due realtà, che si sono unite per dare vita al principale player globale della travel experience, con l’obiettivo di rivoluzionare l’esperienza di chi viaggia». Gli ha fatto eco Luca D’Alba, general manager di Autogrill Italia: «L’impegno condiviso e su cui si fonda la nostra visione comune è, grazie a un continuo processo di ricerca e innovazione, soddisfare le esigenze in evoluzione dei nostri clienti, sviluppando concept sempre più innovativi e caratterizzati da un’offerta multi settore». Ernesto Marro, amministratore delegato di Dufrital, ha infine sottolineato l’importanza della collaborazione con la società SEA che ha reso possibile la realizzazione di questo caffè libreria/edicola, con un brand come Hudson che da più di 30 anni, con oltre 500 negozi nel mondo, vende libri e giornali e si definisce «un ponte culturale tra le nostre città e un mondo di destinazioni».

Profumo su Mps, Vivendi mette in guardia Tim e Sangiuliano filo-ungherese: le pillole della giornata

È la Giornata Mondiale del Risparmio, il “canto del cigno” per il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, e così protagonista diventa Francesco Profumo, presidente di Compagnia San Paolo e di Acri: «Non credo che le fondazioni, a parte forse qualcuna, possano essere interessate a incrementare perché ognuno ha già un impegno rilevante. Ci auguriamo che l’operazione si concluda in tempi brevi ma lo spirito cui abbiamo investito è quello di sistema». Il tema è quello del possibile collocamento di quote azionarie del Monte dei Paschi da parte del Tesoro.

Profumo su Mps, Vivendi mette in guardia Tim e Sangiuliano filo-ungherese: le pillole della giornata
Giancarlo Giorgetti e Francesco Profumo (Imagoeconomica).

Gli avvertimenti di Vivendi a Tim e governo in vista del cda

Si affilano le armi in vista del decisivo e lungo cda di Tim del 3, 4 e 5 novembre che si dovrà pronunciare sull’accettazione o meno dell’offerta del fondo Kkr per rilevare la rete, supportata dal governo, nonché sul piano alternativo fatto pervenire in zona Cesarini dal fondo Merlyn. Intanto i francesi di Vivendi, azionisti di riferimento che si oppongono allo scorporo della rete (almeno ai prezzi che girano), hanno preso carta e penna per scrivere all’azienda e al governo mettendoli in guardia dal rischio di parti correlate. Ovvero che nella futura Tim privata della rete si ritrovino tra gli azionisti Cdp, e anche con una quota minore il Mef che la controlla. Lapidaria la risposta: per ora il problema non sussiste.

Profumo su Mps, Vivendi mette in guardia Tim e Sangiuliano filo-ungherese: le pillole della giornata
Arnauld de Puyfontaine, ad di Vivendi (Imagoeconomica).

Sangiuliano vs Castoro

«Castoro, scrivi bene, fedelmente, perché poi c’è la registrazione»: dal palco, il ministro della Cultura bacchetta un collega. E per più volte, un vero e proprio tormentone. Ma che avrà fatto Marco Castoro a Gennaro Sangiuliano? Giornalista di lungo corso, Castoro da tempo segue Sangiuliano, da quando era direttore del Tg2, occupandosi di televisione: il ministro della Cultura, che ha una memoria da elefante, da mesi punzecchia Castoro nel corso di eventi pubblici, rivolgendosi al collega quando è presente in sala, puntando il dito contro di lui. È accaduto anche lunedì 30 ottobre a Roma, nella sala convegni dell’Associazione Civita, a piazza Venezia, con Gianni Letta che assisteva incuriosito alla querelle. Sangiuliano, si sa, non ama essere intervistato, e quando sui giornali appaiono sue frasi virgolettate protesta ai massimi livelli: quando gli viene chiesta un’intervista, lui offre subito un fondo da pubblicare, e che come minimo deve occupare mezza pagina. Con Castoro, dicono alcuni, «deve esserci un fatto personale», perché la frequenza dei battibecchi a distanza supera la norma: comunque «è uno spirito libero», e anche quando viene contestato non perde il buonumore.

Profumo su Mps, Vivendi mette in guardia Tim e Sangiuliano filo-ungherese: le pillole della giornata
Gennaro Sangiuliano (Imagoeconomica).

Gennaro Orban

Sangiuliano è una miniera di notizie: sempre lunedì è andato a Napoli per celebrare Viktor Orban, ma con scaltrezza. «Maria d’Ungheria è il simbolo dei legami storici tra Italia e Ungheria e un modello di regnante attento alla cultura e al benessere del popolo. Contribuì a rendere Napoli uno dei principali centri di irradiazione della cultura del suo tempo e la sua visione ci ispira ancora oggi», ha detto il ministro della Cultura intervenendo alla commemorazione dei 700 anni dalla scomparsa della regina Maria d’Ungheria, consorte di Carlo II d’Angiò, sepolta nella Chiesa di Santa Maria Donnaregina Vecchia, a Napoli. Per l’anniversario, il Museo Diocesano di Napoli e l’Accademia di Ungheria a Roma hanno organizzato una giornata di studi sulla figura storica della regina, che si è conclusa con un concerto di musiche medievali del coro ungherese Sant’Efrem, alla presenza di Sangiuliano e del suo omologo ungherese, Janos Csak. Orban sarà soddisfatto.

Intesa Sanpaolo acquisice First Bank e raddoppia la presenza del Gruppo in Romania

Intesa Sanpaolo rafforza la propria presenza nel Centro-Est Europa attraverso l’acquisizione della rumena First Bank S.A. (Romania) dal fondo di investimento privato statunitense J.C. Flowers & Co. Intesa Sanpaolo e JCF Tiger Holdings S.A.R.L., l’azionista di controllo di First Bank S.A., hanno firmato un accordo per l’acquisizione del 99,98 per cento delle azioni della banca rumena. La transazione dovrebbe chiudersi entro il primo trimestre del 2024, in attesa dell’approvazione delle autorità di regolamentazione competenti.

La banca si concentra sul servizio a PMI e clientela retail

First Bank, con un totale attivo di circa 1,5 miliardi di euro, è una banca commerciale con 40 filiali in Romania – dove si prevede che la crescita del Pil supererà il 3 per cento nei prossimi due anni – e si concentra sul servizio alle PMI e alla clientela retail. Negli ultimi anni, First Bank ha dato priorità agli investimenti nella tecnologia digitale, sviluppando una delle applicazioni di mobile banking più apprezzate del mercato. Intesa Sanpaolo è presente nel paese attraverso Intesa Sanpaolo Bank Romania – parte della Divisione International Subsidiary Banks di Intesa Sanpaolo -, serve circa 60 mila clienti attraverso 34 filiali e ha un totale attivo di circa 1,5 miliardi di euro. La predetta è un attore chiave nel panorama finanziario della regione dell’Europa Centrale e Orientale (CEE). Opera in tre continenti, con 11 banche commerciali nella CEE e in Egitto, oltre a una società di gestione patrimoniale in Cina. Questa vasta rete si rivolge a oltre 7 milioni di clienti attraverso quasi 900 filiali e una forza lavoro dedicata di circa 21 mila dipendenti. Nel primo semestre del 2023, ISBD ha contribuito in modo significativo alla redditività di Intesa Sanpaolo, rappresentando il 17 per cento degli utili del Gruppo, con un utile netto della Divisione più che triplicato a 679 milioni di euro.

Rottigni: «Raddoppiata la nostra presenza in un Paese in forte crescita»

Marco Elio Rottigni, chief Divisione International Subsidiary Banks, ha commentato: «Siamo lieti di dare il benvenuto ai dipendenti e ai clienti di First Bank nel Gruppo Intesa Sanpaolo. Questa operazione, che raddoppia la nostra presenza in un Paese in forte crescita e con forti legami con l’Italia come la Romania, bene si inserisce nella strategia del Gruppo di cogliere opportunità orientate al valore pur mantenendo l’attenzione sulla crescita organica, orientata alla redditività. L’espansione in Romania rafforza la nostra posizione nell’Europa Centro Orientale e conferma il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane; siamo davvero felici di iniziare a lavorare con i nostri nuovi colleghi».

Fondo Merlyn propone un piano alternativo a Kkr per Tim

Il fondo lussemburghese Merlyn Advisors, che fa capo ad Alessandro Barnaba ex Jp Morgan con una quota sotto il 3 per cento di Tim, propone un piano alternativo a Kkr: chiede la rimozione dell’ad Pietro Labriola e candida Stefano Siragusa, l’ex responsabile Network Operations & Wholesale Officer uscito dal gruppo ad agosto. Il piano, scrive il fondo al cda, prevede il mantenimento della rete, «saldamente in mani italiane». Inoltre «non chiede soldi al governo» e promette di far tornare le azioni a 1 euro «preparando la ripresa dei pagamenti dividendi agli azionisti».

La lettera e la richiesta di rimuovere Labriola

Come riporta l’Ansa, Alessandro Barnaba e Stefano Siragusa lo hanno chiamato TimValue e lo usano per opporsi a Pietro Labriola e al suo piano. In una lettera hanno chiesto al cda di rimuovere l’ad dal ruolo di amministratore delegato e di intraprendere tutte le azioni necessarie per cooptare Siragusa, il prima possibile, nel cda e nominarlo nuovo amministratore delegato di Tim. Qualora il Consiglio non adotti alcuna iniziativa, TimValue, riporta l’agenzia, «valuterà la sussistenza delle condizioni economiche e di mercato per aumentare tale partecipazione, come sopra detenuta, leggermente al di sopra del 5 per cento, previo ottenimento delle prescritte autorizzazioni governative in tema di golden power».

Stellantis investe 1,5 miliardi per il 20 per cento della cinese Leapmotor

Stellantis ha annunciato un accordo per acquistare il 20 per cento di Leapmotor, casa automobilistica cinese guidata da Zhu Jiangming e specializzata nella costruzione di veicoli elettrici. L’investimento previsto è di 1,5 miliardi e prevede la creazione di Leapmotor International, una joint venture che vede il gruppo guidato da Carlos Tavares al 51 per cento e Leapmotor al 49, con i diritti esclusivi per le esportazioni e le vendite dei prodotti Leapmotor fuori dalla Cina. «Riteniamo che sia il momento perfetto per assumere un ruolo di guida nel sostenere l’espansione globale di Leapmotor», ha dichiarato il Ceo di Stellantis, gruppo che annovera 14 marchi tra cui Peugeot, Citroen, Fiat, Jeep, Ram e Maserati.

 

Poste Italiane, Progetto Polis: a dicembre passaporti negli uffici postali

Il condirettore generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, ha annunciato al TG Poste le prossime tappe di sviluppo del Progetto Polis per i comuni con meno di 15 mila abitanti che coniuga risultati di business con il supporto al sistema Paese. L’iniziativa, nata per contrastare l’abbandono dei piccoli centri, prevede la diffusione, in quasi 7 mila di questi, di sportelli unici dove erogare i servizi della pubblica amministrazione (oltre che la creazione di una rete di coworking composta da 250 siti).

Lasco: «Da febbraio Cie e servizi dell’AdE negli uffici postali coinvolti nel progetto»

«Al momento stiamo già erogando servizi dell’Inps, certificati anagrafici e giudiziari. A partire da dicembre anche l’ufficio postale potrà erogare il passaporto, mentre da febbraio rilasceremo le carte di identità elettroniche e i servizi dell’Agenzia delle entrate». E in merito agli spazi di coworking: «Vogliamo dare a persone, aziende e professionisti l’opportunità di usarli. Non saranno solo nelle grandi città dove i player del settore sono già presenti, ma soprattutto nelle realtà medio-piccole, per contribuire allo sviluppo sociale ed economico di tutto il Paese».

Nasce Campus Italia, il progetto per creare spazi tecnologici e formativi

Il condirettore ha poi annunciato il lancio di Campus Italia, un progetto nato dall’alleanza tra Poste e le maggiori Università del Paese destinato a dar vita ai primi sei centri di sviluppo e formazione per i dipendenti del Gruppo. Lasco ha spiegato che l’azienda ha stretto «circa 50 accordi con i migliori atenei italiani e con i migliori enti di formazione» per creare spazi tecnologici e formativi avanzati dedicati alla formazione. I centri sorgeranno a Milano, Venezia, Bologna, Roma, Napoli e Palermo, così da poter valorizzare le persone di Poste Italiane su tutto il territorio nazionale. «Campus Italia sarà un progetto di eccellenza, grazie al quale i nostri dipendenti avranno l’opportunità di sviluppare nuove competenze e ottenere certificazioni. Abbiamo sempre ribadito che in questa azienda bisogna elevare al massimo i processi di meritocrazia e la valorizzazione delle persone è uno dei nostri pilastri strategici per continuare a crescere», ha concluso.

UniCredit lancia Buddy R-Evolution

UniCredit ha presentato Buddy R-Evolution, una nuova “filiale remota” che mette i clienti al centro offrendo loro una piattaforma digitale tecnologicamente avanzata grazie alla quale potranno scegliere come e quando accedere al mondo UniCredit ovunque essi siano. Il progetto partirà nel corso del primo trimestre del 2024 con un modello di servizio potenziato e complementare ai canali già esistenti in UniCredit: filiale fisica, call center, internet e mobile.

Si può interagire via chat con un operatore o prenotare un appuntamento 

I clienti potranno scegliere se interagire via chat con un operatore, 24 ore su 24 sette giorni su sette, oppure optare per una interazione fisica, fissando un appuntamento con uno dei 750 agenti finanziari di UniCredit per una consulenza personalizzata, a casa o in altro luogo a propria scelta anche oltre il consueto orario di lavoro. Sarà possibile accedere anche a consulenze professionali in ambito immobiliare tramite la rete di UniCredit Subito Casa. Il Gruppo intende servire i propri clienti nel modo più adatto a loro offrendo scelta, discrezione e flessibilità. Si va oltre il semplice digital banking e Buddy è la scelta giusta per coloro che preferiscono che la filiale li segua ovunque. Questa iniziativa è uno dei tasselli del piano di trasformazione digitale di UniCredit Unlocked, che si basa su importanti investimenti in cloud, dati e tecnologia AI.

Per raggiungere la filiale è sufficiente cliccare la “B” alla base dell’app

Lanciata sul mercato italiano nel 2018 al servizio di clienti che desideravano una banca digitale e un servizio accessibile, rapido ed efficiente, Buddybank ha rappresentato un potente motore di acquisizione per UniCredit. Serve oggi 410 mila clienti con una concierge a loro dedicata a Milano che occupa circa 100 dipendenti (24/7) e i servizi sono molto apprezzati, come dimostrato dalle valutazioni dello store (Apple 4.5 e Android 4.2) e da un indice di soddisfazione della chat al termine delle conversazioni del 91 per cento. La filiale di Buddy è facilmente raggiungibile via chat. Basta entrare in app e con un tap sulla “B” alla base dell’applicazione, il cliente può attivare la conversazione direttamente con un operatore di UniCredit, del team di Concierge con un modello di messaggistica che gestisce in media 1.500 conversazioni via chat ogni giorno dell’anno e una Concierge per Lifestyle, sempre h24/7 in collaborazione con Quintessentially.

L’ad Orcel: «Clienti al centro del nostro operato»

Andrea Orcel, head of Italy e ceo del Gruppo UniCredit, ha dichiarato: «Come banca ci impegniamo a mettere i nostri clienti al centro di tutto ciò che facciamo. Questo significa che vogliamo servirli nel modo migliore. Abbiamo ascoltato le loro richieste: volevano una combinazione di assistenza digitale e impegno umano con i nostri team sul territorio. Volevano scelta e flessibilità. Volevano un modo migliore di fare banca. È questo che ha ispirato la creazione di Buddy R-Evolution, che risponde alle richieste dei clienti, offrendo loro un modo migliore di fare banca e permettendogli di gestire al meglio le loro finanze quotidiane. Il viaggio di Buddy R-Evolution è appena iniziato, e continueremo a migliorare ascoltando queste richieste. Questo lancio è una prova importante del nostro impegno a lavorare con i nostri clienti e a dare loro ciò che desiderano. Mettere i nostri clienti veramente al centro del nostro modo di fare business e l’impegno a realizzare una trasformazione digitale sono i pilastri fondamentali di UniCredit Unlocked. Buddy R-Evolution è una dimostrazione tangibile di come riusciamo a realizzare entrambe le cose».

TIM lancia l’app Women Plus per aiutare le donne nella ricerca del lavoro

Fornire uno strumento concreto per far crescere il ruolo delle donne nell’economia, favorendo percorsi professionali e supportandole nell’orientamento del proprio percorso professionale e dando loro la possibilità di formarsi in maniera continua e coerente con il mercato. È questo l’obiettivo di Women Plus, l’app lanciata da TIM e presentata nell’ambito della 4 Weeks 4 Inclusion, la maratona sull’inclusione ideata e promossa dal Gruppo. La soluzione, realizzata da Women at Business, è disponibile da mercoledì 25 ottobre 2023 sui principali store digitali (iOS e Android).

Posizioni aperte, mentoring e formazione in un’unica app

Partendo dall’esperienza di Mulheres Positivas, progetto che TIM ha sostenuto in Brasile con l’imprenditrice Fabi Saad, Women Plus lavorerà su diversi aspetti, permettendo alle donne di trovare in un unico sistema le posizioni aperte, grazie anche a strumenti di matching fra le loro competenze e i lavori disponibili, ma anche mentoring, formazione e talk ispirazionali. Secondo i dati Istat, in Italia le donne occupate sono solo il 55,2 per cento e tra i giovani che non studiano e sono senza lavoro (NEET – Not in Education, Employment or Training) rappresentano il 56 per cento. Sul fronte della formazione, invece, appena il 16 per cento delle ragazze sceglie corsi universitari nelle materie STEM. L’applicazione ha avuto anche il patrocinio della Commissione Europea.

Dalli: «Contribuisce a rimuovere gli ostacoli all’emancipazione economica femminile»

La commissaria europea all’Uguaglianza, Helena Dalli, ha dichiarato: «L’app Women Plus di TIM destinata alle donne in cerca di occupazione è un ottimo esempio di come un’impresa possa contribuire a rimuovere gli ostacoli all’emancipazione economica delle donne. Questa iniziativa rientra in un approccio globale in linea con la nostra strategia per la parità di genere, azioni sulla parità e leadership femminile alla promozione di un’equa ripartizione dei ruoli familiari, all’incoraggiamento della formazione delle donne nelle discipline stem».

Labriola: «Parità di genere al centro del nostro piano»

Gli ha fatto eco l’amministratore delegato di TIM Pietro Labriola: «La nostra missione in TIM è connettere le persone, abbattendo barriere e distanze, lavorando alla crescita di tutta la collettività. Women Plus rappresenta un altro tassello di questo impegno. La parità di genere è uno dei temi più importanti su cui stiamo lavorando, con azioni concrete inserite nel nostro piano: lo abbiamo messo al centro delle nostre attività, perché vogliamo superare gli stereotipi e gli schemi che guardano al passato, per contribuire a un mondo in cui tutti abbiano le stesse opportunità».

TIM lancia l'app Women Plus per aiutare le donne nella ricerca del lavoro
Pietro Labriola (TIM).

Basili: «Opportunità e strumento concreto per cambiamento culturale»

Questo infine il commento di Laura Basili, founder di Women at Business: «Women at Business è stata fin dalla sua nascita un progetto tech, basato sulla valorizzazione delle competenze delle donne per risolvere un problema sociale, quello dell’occupazione femminile in Italia. L’app Women Plus rappresenta per noi, per le donne e gli uomini di questo paese una grandissima opportunità e al contempo uno strumento concreto per generare il cambiamento culturale necessario al raggiungimento di una società più inclusiva, equa e sostenibile».

UniCredit, i risultati dei primi nove mesi del 2023: utile record a 6,7 miliardi

Il 23 ottobre 2023 il Consiglio di amministrazione di UniCredit S.p.A. ha approvato i risultati consolidati di Gruppo al 30 settembre 2023 relativi al terzo trimestre e ai primi nove mesi dell’anno. Un’altra solida serie di risultati finanziari a ulteriore conferma del percorso del Gruppo nella costruzione di un’eccellenza sostenibile. Per l’undicesimo trimestre consecutivo conferma infatti il proprio percorso di trasformazione tramite il conseguimento degli obiettivi prefissati sulle tre leve dei ricavi netti, dei costi e dell’efficienza patrimoniale, con un aumento dei rendimenti di alta qualità aggiustati per il rischio, ben posizionati per far fronte alle incertezze macroeconomiche.

Utile netto +67,7 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2022

La trasformazione della banca è ulteriormente evidenziata dal RoTE1 del terzo trimestre 2023 pari al 23,4 per cento e dall’utile netto contabile del terzo trimestre superiore a 2,3 miliardi di euro. Nei primi nove mesi l’utile netto ha raggiunto la cifra record di 6,7 miliardi, con un aumento del 67,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Il risultato finanziario del terzo trimestre riflette una crescita costante in tutte le aree geografiche, grazie a un modello unico pan-europeo, con ricavi netti di 5,8 miliardi, in crescita del 23,1 per cento anno su anno, sostenuti da un margine di interesse (“NII”) di 3,6 miliardi, in aumento del 45,0 per cento anno su anno, principalmente per effetto dell’aumento dei tassi di interesse e della buona gestione del pass-through dei depositi. Le commissioni si sono attestate a 1,8 miliardi, in calo del 5,2 per cento anno su anno, soprattutto a causa dell’impatto delle riduzioni delle commissioni sui conti correnti in Italia e dei maggiori costi di cartolarizzazione. Al netto di queste componenti, le commissioni sono diminuite dell’1,3 per cento anno su anno, confermando la loro resilienza nonostante il quadro macroeconomico sfavorevole.

Costi operativi, pratiche ESG e digitalizzazione

Le rettifiche su crediti (“LLP”) si sono attestate a 135 milioni di euro nel trimestre, determinando un costo del rischio strutturalmente basso (“CoR”) di 12 punti base. Questo dato, unitamente alla minore volatilità del CoR, riflette la buona qualità degli attivi del Gruppo ed è ulteriormente rafforzato da perdite attese costantemente basse, da un basso livello di esposizioni deteriorate con un’elevata copertura, da bassi tassi di insolvenza, oltre che dagli overlay in essere pari a 1,75 miliardi. La solidità della gestione dello staging, degli overlay e delle rettifiche sui crediti è parzialmente riflessa nelle riprese di valore osservate. Nel terzo trimestre i costi operativi sono stati pari a 2,3 miliardi, stabili trimestre su trimestre e in calo del 2,3 per cento anno su anno nonostante le pressioni inflazionistiche, a conferma della capacità del Gruppo di ridurre strutturalmente la propria base di costi, proteggendo al contempo la crescita dei ricavi e realizzando gli investimenti che garantiranno il successo futuro.  UniCredit conferma l’impegno a sostenere il progresso dei clienti, dei dipendenti e delle comunità in cui opera, e a facilitare i clienti verso una transizione verde giusta ed equa. Gli sforzi del Gruppo per rafforzare l’attenzione alle questioni sociali e l’integrazione delle pratiche ESG nell’erogazione dei prestiti hanno determinato un significativo innalzamento del rating ESG da parte di MSCI ad “AA”. Lo slancio del successo finanziario e degli investimenti strategici del Gruppo nel settore digitale e dei pagamenti è ulteriormente evidenziato dal conferimento del premio The Banker come Migliore banca per l’innovazione nel Digital Banking e Migliore banca per i pagamenti a livello globale. Questi premi testimoniano il successo della trasformazione industriale e digitale in corso e l’impegno e la dedizione del Gruppo nel suo percorso di digitalizzazione.

L’ad Orcel: «Risultati eccellenti»

Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, ha dichiarato: Abbiamo messo a segno un altro trimestre eccellente, generando un utile netto superiore a 2,3 miliardi e una crescita dell’EPS del 54 per cento anno su anno. Continuiamo a differenziarci in tutte le principali metriche finanziarie, con una forte attenzione ai ricavi aggiustati per il rischio di alta qualità, alla disciplina dei costi e al mantenimento di una elevata qualità degli attivi. Stiamo gradualmente sfruttando tutta la potenza della nostra rete commerciale e tutte le aree geografiche stanno registrando una crescita redditizia. Siamo stati in grado di ottenere questi risultati grazie alla avvenuta trasformazione industriale e culturale di UniCredit. Partendo da un insieme eterogeneo di 13 istituzioni, ci siamo evoluti per diventare un singolo Gruppo che lavora in armonia – e che ha accesso a 15 milioni di clienti e 13 mercati in Europa. Procediamo verso la prossima fase della nostra trasformazione, che ci permetterà di rafforzare ancora di più le nostre capacità e di rendere ancora più solidi i nostri risultati finanziari».

Eni a OMC 2023, nuove strategie per la transizione energetica

Anche nel 2023 Eni è presente all’OMC Med Energy Conference, la manifestazione dedicata all’energia giunta alla sua XXX edizione in programma a Ravenna da martedì 24 fino a giovedì 26 ottobre. Un evento in cui operatori del settore energetico, stakeholders e istituzioni italiane e internazionali si confronteranno e dibatteranno sulla “giusta transizione“, un tema che Eni sostiene e condivide nella sua strategia. Spazio, sia fisico che temporale, anche all’innovazione, grazie all’Innovation Room dedicata alle giovani generazioni.

Biocarburanti e decarbonizzazione al centro del racconto di Eni

OMC sarà un’ulteriore occasione per raccontare in modo corale e integrato il percorso di Eni verso la neutralità carbonica, coinvolgendo tutti i suoi business. Sicurezza energetica, sostenibilità ambientale e accessibilità economica all’energia restano infatti obiettivi imprescindibili anche nell’attuale contesto di diversificazione a livello geografico e tecnologico delle fonti energetiche. Diverse le aree tematiche valorizzate nello stand Eni attraverso installazioni, video, talk e presentazioni al pubblico: dallo sviluppo delle tecnologie legate alla cattura, stoccaggio e utilizzo della CO₂ (CCUS), fondamentali per la decarbonizzazione dei processi, ai biocarburanti che saranno sempre più prodotti da residui e scarti biogenici e da materie prime (agri-feedstock) coltivate su terreni degradati, semi-aridi o abbandonati e non utilizzabili per una produzione alimentare.

L’Innovation Room dedicata ai più giovani

Come anticipato, la Med Energy Conference conferma inoltre l’impegno per un futuro a misura delle nuove generazioni con l’Innovation Room realizzata con il supporto di Accenture, partner dell’iniziativa. Si tratta di un’area dove studenti delle scuole superiori, università, centri di ricerca, startup ed esperti potranno confrontarsi tra loro e, insieme alle aziende, sviluppare idee, trasformarle in progetti e ideare soluzioni per le sfide energetiche del futuro. Proprio all’interno di questa iniziativa, nel pomeriggio del 24 ottobre troverà spazio il racconto del progetto Ora! Outpost Ravenna for Energy Transition, una piattaforma di innovazione tecnologica sui temi della blue e green economy a supporto delle imprese del territorio. L’iniziativa è promossa da Joule, la scuola di Eni per l’impresa insieme al Comune di Ravenna e al partner tecnico Mind the Bridge. OMC e ORA! hanno fatto uno scouting delle migliori startup che lavorano su soluzioni e tecnologie di transizione energetica. Le idee selezionate avranno uno spazio di presentazione e la possibilità di avere incontri 1 a 1 con i principali operatori interessati a svilupparle. Le migliori saranno premiate alla fine della giornata.

Spazio anche alla mobilità sostenibile

Al centro del dibattito che Eni punta a stimolare durante l’evento OMC vi sarà anche la mobilità sostenibile, per la sua capacità di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo delle zero emissioni nette al 2050 e fornire in prospettiva ai clienti della società una varietà di prodotti e servizi decarbonizzati. Riconducibili all’economia circolare sono, infine, varie iniziative della chimica dalle quali Eni ricava nuovi materiali e, in ottica di complementarità, prodotti da materie prime alternative materiali derivanti dal riciclo di materiali plastici e da fonti rinnovabili di origine vegetale, oltre alle attività di valorizzazione dei terreni industriali, delle acque e dei rifiuti attraverso progetti di bonifica e di recupero efficienti e sostenibili.

Settore orafo, l’export italiano metà del totale Ue anche nel primo semestre 2023

Nel primo semestre 2023, il settore orafo italiano ha realizzato esportazioni per 4,7 miliardi di euro con una crescita del 16,4 per cento, confermando il proprio ruolo di protagonista nel contesto europeo (poco meno della metà delle esportazioni dell’UE27 sono riferite all’Italia). Tra i mercati di sbocco, grazie a una crescita del 68 per cento e un importo di 780 milioni di euro, la Svizzera ha superato gli Stati Uniti, che comunque hanno presentato una crescita sia in valore (5 per cento), sia in quantità (14 per cento) con 578 milioni di euro. Seguono gli Emirati Arabi Uniti con 544 milioni di euro, in linea come valore al dato del primo semestre 2022 e la Francia con 478 milioni di euro. Da rilevare, inoltre, tra i diversi mercati di riferimento, il continuo rafforzamento delle vendite verso l’Irlanda (+21 per cento), che negli ultimi anni ha assunto il ruolo di hub logistico per il gioiello Made in Italy.

Cresce la domanda cinese, giù quella americana

Nel periodo preso in esame, la domanda mondiale di gioielli in oro è stata pari a oltre 950 tonnellate, con una dinamica più vivace nel secondo trimestre (+3,1 per cento) rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Il mercato cinese, per effetto anche del rimbalzo in seguito all’eliminazione delle misure restrittive, presenta una crescita sostenuta (+19 per cento) trainata dalla ripresa della socialità e anche dal ritorno ai matrimoni sospesi negli anni precedenti. In riduzione, invece, la domanda dall’India, che rappresenta il secondo mercato per domanda di gioielli e che ha mostrato un calo pari al -12 per cento e si è attestata a 207
tonnellate. Particolarmente rilevante la crescita della domanda turca, che mostra per il quarto trimestre consecutivo una crescita a doppia cifra e
raggiunge nei primi sei mesi il valore di circa 20 tonnellate, con un incremento dettato soprattutto dalla domanda per investimento. La domanda americana, invece, ha mostrato un calo del 7 per cento, frutto anche di un progressivo spostamento dei consumi verso i servizi e condizionata dall’elevato prezzo dell’oro.

A Qbuzz un contratto da un miliardo di euro per servizi bus in Olanda

Una concessione da un miliardo di euro per 10 anni, dal 2024 al 2034, con la previsione di trasportare 155 milioni di passeggeri ogni anno. Qbuzz, società olandese del Gruppo FS italiane controllata da Busitalia, si è aggiudicata i servizi di Trasporto Pubblico Locale (TPL) nella provincia di Fryslan (Frisia), al nord dell’Olanda, che conta 650 mila abitanti. Un ulteriore passo per il Gruppo guidato da Luigi Ferraris che prevede, secondo gli obiettivi del Piano industriale, un aumento dei ricavi dall’estero da 1,8 miliardi di euro del 2019 a 5 miliardi nel 2031. Questo rientra nel ruolo che FS Italiane vuole rivestire in Europa, sempre più considerato mercato domestico, come multidomestic company condividendo esperienze e conoscenze oltre il confine italiano nel settore del trasporto passeggeri e merci su ferro e gomma.

Qbuzz è leader nell’utilizzo di autobus a basso impatto ambientale

Il servizio, gestito con una flotta di 260 autobus, sarà organizzato attraverso 80 linee con una previsione di 26 milioni di km offerti all’anno ai cittadini dei Paesi Bassi. Il contratto prevede l’ingresso di 660 persone nella squadra di Qbuzz per la gestione della nuova concessione e il valore totale del contratto è la somma fra i biglietti venduti e i corrispettivi. Un’aggiudicazione che ha anche una forte impronta green visto che Qbuzz è leader nell’utilizzo di autobus a basso impatto ambientale (nella sua flotta ci sono 310 bus a zero emissioni, di cui 32 alimentati ad idrogeno e 278 elettrici) e nella sperimentazione di carburanti a basso impatto ambientale come HVO, quest’ultimo già utilizzato con ottimi risultati. Proprio in questo ambito la società del Polo passeggeri del Gruppo FS investirà nel corso della concessione oltre 218 milioni di euro nel rinnovo della flotta e in innovazione tecnologica per migliorare comfort e sostenibilità ambientale dei collegamenti.

La società gestisce i servizi di TPL in altre aree dei Paesi Bassi

Qbuzz, già terzo operatore del trasporto pubblico olandese, continua la sua crescita e ambisce a scalare di una posizione la graduatoria dei più importanti operatori dei Paesi Bassi. Qbuzz già gestisce i servizi di TPL nelle aree di Utrecht, Groningen-Drenthe e DMG (Drechtsteden-Molenlanden-Gorinchem) a cui va aggiunta l’ulteriore concessione aggiudicata nel mese di luglio 2023 (valevole nel periodo dicembre 2024-dicembre 2039) nell’area metropolitana nel Randstad tra Amsterdam e Rotterdam e L’Aia.

Al Gruppo FS un contratto da un miliardo di euro per servizi bus in Olanda
Mappa delle concessioni Qbuzz in Olanda (Gruppo FS).

La Provincia di Fryslan (650 mila abitanti) è caratterizzata da aree rurali e cittadine di medie dimensioni e vanta poli turistici di grande attrazione. Il territorio del Fryslan è adiacente all’Area Groningen –Drenthe (GD) dove Qbuzz già gestisce un’importante concessione con importanti possibili sinergie sia dal punto di vista industriale che commerciale.

UniCredit, i minibond per pmi superano quota 1 miliardo di euro

UniCredit ha superato il traguardo del miliardo di euro mobilitato a favore delle Pmi tramite lo strumento dei minibond, confermandosi leader in Italia nel mercato dei capitali anche nel segmento delle piccole e medie imprese. L’obiettivo è stato raggiunto grazie ai 174 minibond strutturati dalla banca a supporto dei piani di sviluppo e degli investimenti di 160 Pmi italiane da quando, nel 2017, l’istituto è attivo in questo mercato. Numeri che portano UniCredit ad avere una quota di mercato stabilmente superiore al 18 per cento in termini di numero di minibond.

Tra i settori con più emissioni food & beverage, telecom & it e chimico farmaceutico

Da inizio anno sono state 16 le emissioni, per un volume che sfiora i 100 milioni di euro. L’ultima operazione si è conclusa a metà ottobre a favore di Tregenplast, azienda lombarda che opera nel settore del recupero ecologico che ha emesso un minibond ESG da 4 milioni di euro, interamente sottoscritto da UniCredit e con garanzia del Fondo di garanzia per le pmi gestito da Mediocredito Centrale (MCC) per conto del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Proprio il tema della ESG ha assunto un’importanza crescente negli ultimi anni, a partire dal primo minibond ESG emesso nel 2020, tanto che l’81,3 per cento delle operazioni effettuate finora nel 2023 incorporano obiettivi di sostenibilità. Il crescente utilizzo dello strumento è testimoniato anche dai dati Bankitalia, secondo cui mentre a inizio 2012 quasi l’80 per cento del debito finanziario delle imprese italiane era rappresentato dal credito bancario e l’utilizzo di obbligazioni era solo all’8 per cento, a fine 2022 tali quote erano rispettivamente pari al 65 per cento e al 14 per cento, a testimonianza di un cambiamento generale in atto cui hanno contribuito anche minibond, basket bond e bond di filiera. Per quanto riguarda i settori delle imprese che ne usufruiscono, il 21 per cento delle 174 emissioni di minibond curate da UniCredit ha coinvolto aziende del food & beverage. Ma molto recettivi sono stati anche i settori Telecom & IT, quello dei beni di consumo e il chimico farmaceutico, così come i servizi, l’agricoltura e il tessile.

Il 50 per cento delle operazioni effettuato al Nord

Se le imprese delle regioni del Nord del Paese hanno effettuato il 50 per cento delle operazioni, molto attive si stanno mostrando anche le pmi del Mezzogiorno, che si attestano al 40 per cento del totale delle emissioni curate da UniCredit – anche grazie al contributo della banca finalizzato alla diffusione dello strumento. Secondo i dati diffusi dal Politecnico di Milano (nell’Osservatorio dei minibond), infatti, da quando esiste lo strumento dei 208 emittenti del Sud circa un terzo (65) sono stati assistiti da UniCredit, con una quota particolarmente significativa in Puglia (86,8 per cento) e in Sicilia (45,5).

Il contributo offerto dai basket bond

Un decisivo contributo al raggiungimento dei risultati finora conseguiti da UniCredit è arrivato dai basket bond, operazioni di portafoglio di minibond che consentono di aumentare l’interesse degli investitori istituzionali per i piccoli tagli e per le piccole e medie imprese. Dei 55 minibond emessi nell’ambito di queste operazioni, 30 riguardano il Basket Bond Puglia, con garanzia della Regione Puglia, 12 il Basket Bond di Filiera, iniziativa promossa con Cdp per lo sviluppo delle principali filiere dell’economia italiana e 13 il Basket Bond Esg, la prima iniziativa di questo genere in Italia legata a obiettivi ESG, nata in collaborazione con Cdp per sostenere gli investimenti delle aziende finanziandone i piani di sviluppo sostenibile.

Taricani: «Evidenti vantaggi per le imprese che utilizzano i minibond»

«In questa fase dell’economia del nostro Paese è importante aggiungere alla tradizionale attività di supporto dell’economia reale anche lo strumento dei minibond, che consente alle pmi di approcciare il mercato dei capitali, diversificando le proprie fonti di finanziamento», ha dichiarato Remo Taricani, deputy head di UniCredit Italia. «Nel corso degli ultimi anni sono divenuti sempre più evidenti per le imprese i vantaggi derivanti dall’uso di questo strumento, che permette di ottenere funding a lungo termine e avere una maggiore stabilità del credito. Anche per questo le aziende italiane si stanno sempre più orientando verso l’utilizzo di minibond, segno anche di una loro crescente maturità finanziaria».

UniCredit, i minibond per pmi superano quota 1 miliardo di euro
Remo Taricani (Imagoeconomica).

E ancora: «Il processo di emissione dei minibond consente alle imprese di familiarizzare con le dinamiche e regolamentazioni dei capital market e rappresenta per le pmi un messaggio di solidità al mercato, grazie al sostegno che esse possono avere da importanti investitori istituzionali. Proprio per questo, come UniCredit continuiamo a sviluppare questo strumento, anche con formule innovative e grazie a partnership con importanti player istituzionali».