Nel 2023 le imprese mostrano una propensione all’assunzione più elevata rispetto all’anno precedente, ma riscontrano difficoltà nel reperire lavoratori con le competenze richieste. Il Bollettino annuale 2023 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, fornisce uno sguardo approfondito sulla situazione. Il report evidenzia che le aziende hanno programmato oltre 5,5 milioni di assunzioni nel 2023, sia con contratti a tempo indeterminato sia determinato, registrando un aumento di 330 mila unità rispetto al 2022 (+6,4 per cento) e quasi 894 mila rispetto al 2019 (+19,4 per cento). Tuttavia, il problema per i datori di lavoro è il cosiddetto mismatch, ovvero il disallineamento tra domanda e offerta.
Tra gli “introvabili” spiccano ingegneri e operatori sanitari
Analizzando i settori, si osserva che la filiera del turismo guida le assunzioni con oltre un milione e 100 mila contratti previsti (+160 mila rispetto al 2022 e +291 mila rispetto al 2019), seguita dal commercio con quasi 749 mila contratti (+77 mila e +59 mila rispettivamente), dalle costruzioni (+40 mila e +177 mila, per un totale di 549 mila assunzioni) e dalle industrie manifatturiere (con 957 mila entrate, +22 mila sul 2022 e +103 mila sul 2019). Si registra, però, una quota di criticità del 60,3 per cento per gli operai specializzati. Tra le figure professionali introvabili spiccano gli ingegneri (con un 80,7 per cento di criticità su quasi 5 mila assunzioni programmate), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (all’80,3 per cento su 42 mila ricerche delle imprese) e i tecnici delle costruzioni civili (con il 79,3 per cento di difficoltà rispetto alle oltre 8 mila assunzioni).
Le difficoltà di reperimento più significative al Nord-Est
La richiesta è elevata, ma la disponibilità di lavoratori è limitata per varie ragioni, dalle dinamiche demografiche ai salari contenuti, dalla formazione inadeguata alle prospettive di carriera più favorevoli (non solo in termini salariali) all’estero. Si legge nel report: «Le difficoltà di reperimento più significative si registrano nell’area del Nord-Est (50,4 per cento). Prossime al valore medio le criticità che emergono nel Nord-Ovest (al 45,9 per cento), mentre i dati sono più contenuti per il Centro (43,2 per cento) e per il Sud e Isole (40,9 per cento). Tutte le aree condividono comunque difficoltà di reperimento in aumento rispetto al 2022».