Elon Musk risulta sotto indagine da parte della Securities and Exchange Commission Usa (SEC) per l’acquisto, nel 2022, di Twitter poi ribattezzato X. Finora rimasta segreta, l’indagine è stata resa nota giovedì 5 ottobre dopo che l’agenzia ha fatto causa al miliardario per costringerlo a testimoniare dopo ripetuti rifiuti. L’ipotesi è che Musk abbia violato le leggi federali sui titoli azionari quando acquistò il social depositando i documenti sull’accordo in ritardo.
L’acquisizione di Twitter per 44 miliardi di dollari
Nel marzo 2022, Musk acquistò una partecipazione del 9,2 per cento di Twitter, diventando l’azionista di maggioranza della società. Dopo aver accettato di entrare a far parte del board – posizione che gli avrebbe impedito di acquisire più azioni – fece però un passo indietro. Cercò addirittura di uscire dall’accordo sostenendo che Twitter non stava rendendo nota la portata dell’attività dei bot sulla sua piattaforma. Poi, sotto pressione, l’ultima giravolta: acquistò infatti le azioni rimanenti per 44 miliardi di dollari rilevando la società nell’ottobre 2022.

Il rifiuto di testimoniare per la SEC
La SEC aveva citato in giudizio Musk già lo scorso maggio chiedendogli di presentarsi presso l’ufficio dell’agenzia a San Francisco. Dopo aver accettato, due giorni prima della testimonianza il patron Tesla fece però marcia indietro, rifiutando anche la proposta dell’Agenzia di condurre la deposizione in Texas, dove risiede, a ottobre o novembre. Musk dal canto suo ha obiettato che la SEC lo starebbe «molestando» e che il suo legale aveva bisogno di più tempo per controllare e rivedere materiale potenzialmente rilevante contenuto nella sua nuova biografia scritta da Walter Isaacson e pubblicata a settembre. «La SEC ha già raccolto la testimonianza di Musk più volte in questa indagine, basta è troppo», ha commentato Alex Spiro, uno dei legali del miliardario.
La ‘faida’ tra Musk e l’agenzia
Non è la prima volta che Musk si scontra con la SEC. La ‘faida’ risale al 2018 quando Musk in un tweet annunciò di essersi assicurato i finanziamenti per far uscire Tesla dal mercato azionario. L’acquisizione non si concretizzò mai e la SEC lo multò per 20 milioni di dollari per aver ingannato gli investitori costringendolo a dimettersi dalla carica di presidente. Da allora, Musk se l’è legata al dito e ha ripetutamente attaccato l’agenzia, che nel corso degli anni ha aperto numerose indagini sull’imprenditore. «È assolutamente necessaria una revisione completa di queste agenzie, insieme a una commissione che intraprenda azioni punitive contro quegli individui che hanno abusato del loro potere di regolamentazione per guadagni personali e politici», aveva sentenziato Musk su X.
LEGGI ANCHE: Musk prende in giro Zelensky con un meme
