Ruggi. Si accelera per la nomina di Sosto a Dg

Vincenzo D’Amato sembra essere davvero ad un passo dall’addio. La vicenda Coscioni, che ha continuato a gestire il reparto di cardiochirurgia nonostante il provvedimento della Procura, ha “aggravato” la posizione del Dg che avrebbe nuovamente comunicato la sua volontà di fare un passo indietro e raggiungere, come di fatti è stato, la pensione. Un momento che potrebbe segnare la fine per D’Amato che inizerebbe a staccarsi dal Ruggi, azienda che ha creato non pochi grattacapi per la gestione tutt’altro che limpida e trasparente, come il caso Coscioni dimostra. Al posto di D’Amato potrebbe arrivare Gennaro Sosto, direttore generale dell’Asl di Salerno che potrebbe accettare – dopo alcune perplessità già palesato – proprio per la situazione precaria in cui oggi versa l’azienda ospedaliera universitaria di Salerno. Il Dg dell’azienda sanitaria locale in prima battuta avrebbe rifiutato l’incarico, poi nuovamente sollecitato avrebbe fatto sapere di poter accettare. Il Ruggi infatti oggi è al centro di una inchiesta della Procura di Salerno per alcune morti sospette avvenute in pronto soccorso, una di queste ampiamente raccontata attraverso queste colonne. E a chiedere le dimissioni di D’Amato è la dottoressa Silvana Annunziata, dirigente sindacale Fisi che punta il dito contro la gestione messa in atto dal direttore generale: «La notizia secondo la quale il dottore Coscioni, nonostante l’interdizione dalla professione medica per un anno, disposta mesi fa dal Gip del Tribunale di Salerno, continuava a dirigere il reparto di Cardiochirurgia del Ruggi, rappresenta un ulteriore e devastante vulnus per l’azienda Universitaria Ospedaliera di Salerno. Ritengo che con questa condotta, che ha certamente beneficiato di cooperazioni e silenzi a vari livelli, siano stati forzati i muri maestri della fiducia dei pazienti, dei tanti operatori sanitari onesti del Ruggi e di tutta una comunità civile – ha dichiarato la dottoressa Annunziata – Chi ha deciso cosa in questi mesi? I pazienti a chi si affidavano? E chi decideva le liste di attesa, la priorità degli interventi, la tipologia di intervento, ecc.? Mi chiedo se di fronte a condotte cosi disinvolte, attuate in spregio ad un’ordinanza del Tribunale di Salerno, non sia necessaria una risposta altrettanto forte da parte delle Direzione Strategica del Ruggi, considerando la possibilità di dimissioni». La dirigente sindacale parla di «una vicenda così grave non può essere confinata alla esclusiva competenza dei magistrati. Occorre che chi amministra il Ruggi si prenda il carico morale di una vicenda insopportabilmente pesante e inquietante. Sarà poi la magistratura a individuare le responsabilità di chi ha permesso che accadesse tutto ciò. Le azioni di pochi non possono continuare a compromettere e delegittimare il destino di un’Azienda Ospedaliera che deve tutelare la salute di migliaia di cittadini».

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