Il mondo del web ha molto riso, a ragione, quando qualche giorno fa Red Ronnie ha spammato sui social la notizia di una sua intervista, via medium, a Jimi Hendrix, genio della sei corde morto oltre 50 anni fa. Ennesima uscita bislacca di colui che per anni è anche stato un divulgatore interessante, ma che ultimamente sembra più la caricatura che di lui fa Maurizio Crozza in tv. Bene, forse ci siamo tutti sbagliati. Forse ancora una volta Red Ronnie ha previsto qualcosa con quel giusto anticipo che a suo tempo ne ha fatto il cantore dei Duran Duran, prima che i Duran Duran divenissero un fenomeno internazionale, o, per rimanere in casa nostra, il primo ad aver ospitato Luciano Ligabue.
Sonia Benassi racconta il contatto con Jimi Hendrix e la conversazione che abbiamo avuto
Immenso scalpore, sorpresa, derisioni, ironie generate dalla notizie che ho dato: grazie alla medium Sonia Benassi ho dialogato con JIMI HENDRIX, https://t.co/S60e9GPSDO— Red Ronnie (@RedRonnie) November 9, 2023
Forse è arrivato il momento del ritorno dei morti viventi, George Romero ci ha costruito su qualche film entrato nella storia del cinema, seguito a ruota da altri registi, recentemente anche di serie tv. Perché giovedì sera, sul palco del terzo live di X Factor 2023, da leggere categoricamente “X Factor 20 23”, scandendo bene prima 20 e poi 23, Francesca Michielin, che di quel programma è stata vincitrice nella quinta edizione e che da un paio d’anni si ritrova alla conduzione, ha riportato momentaneamente in vita Ivan Graziani, ahinoi scomparso nel 1997.
Lo scivolone di Michielin su Graziani e l’imbarazzo evidente di Colapesce
Questi i fatti. Ospiti della puntata sono Colapesce e Dimartino, da poco fuori col loro nuovo album di coppia, Lux Eterna Beach. Dopo aver introdotto la puntata cantando in non troppo buona compagnia dei “talenti in gara”, il duo è tornato in scena per presentare il nuovo singolo, Sesso e architettura. Finita l’esibizione sono stati raggiunti sul palco da una sempre esuberante Francesca Michielin che, a suon di «wow» e «regaz», ha chiesto a un da lì in poi impietrito Colapesce come fosse stato lavorare con Ivan Graziani. Nel disco è presente infatti una collaborazione ovviamente virtuale con il cantautore abruzzese nel brano I marinai. Una operazione nata per volontà della vedova Graziani, e grazie alla collaborazione del figlio Filippo, come Colapesce ha poi, imbarazzatissimo, provato a spiegare. Certo, sentirsi chiedere: «Nel disco c’è, wow, una collaborazione con Ivan Graziani. Come è stato lavorare con lui?», deve essere stato piuttosto choccante, mai quanto deve poi essere stato per Michielin scoprire che Graziani, ahinoi, ci aveva lasciato. Sui social, ovviamente, la cosa non è passata inosservata. Anzi. Ma siccome è l’ennesima gaffe di un giovane “talento” che stiamo trovando praticamente in ogni contesto, qualche domanda sarebbe il caso di farsela.
Non è vero. Non può essere successo veramente pic.twitter.com/R0zKzONTBC
— Shuren (@S_H_U_R_E_N) November 10, 2023
La brillante carriera di Francesca Michielin spalleggiata dalla manager Marta Donà
Lanciata dalla vittoria, giovanissima, di X Factor, a oggi Francesca Michielin ha azzeccato di suo davvero poche canzoni, è un fatto. Ha sfondato collaborando inizialmente con Fedez, ma attribuire a lei il successo di quei brani sembra quantomeno azzardato. È arrivata seconda al Festival di Sanremo 2016 poi vinto dagli Stadio, finendo a rappresentare l’Italia a Eurovision con Nessun grado di separazione, brano che era stato scritto per Laura Pausini e da Laura Pausini scartato, e quel passaggio internazionale, ricordiamolo, era dovuto solo al fatto che gli Stadio avevano clamorosamente dimenticato di iscriversi al contest prima di partecipare a Sanremo. Poi poco altro. Collaborazioni con chiunque, dalla scena indie, che l’ha accolta con la perplessità che si rivolge a chi si presenta a casa tua senza che tu lo abbia invitato, a un po’ chiunque faccia pop e sia, di volta in volta, in hype. Nel mentre, però, in questo avere per manager Marta “La Tarma” Donà – già al fianco di Marco Mengoni, Alessandro Cattelan e per un po’ i Maneskin, discografica anche del nuovo fenomeno Angelina Mango con la sua La Tarma Records – ha aiutato non poco. Così abbiamo visto Francesca Michielin fare di tutto, per altro dando vita a una vera trasformazione anche estetica, da ragazza timida e understatement a ragazzina ye-ye superfashion. Il suo duetto sempre con Fedez a Sanremo 2021, per altro, con il duo decisamente dato per vincitore poi arrivato solo secondo alle spalle dei Maneskin sembra sia alla base della rottura di questi ultimi con la Donà, rea di aver puntato tutto sul cavallo sbagliato. Donà è stata poi sostituita in corsa dalla band con Fabrizio Ferraguzzo, certo con risultati migliori.
Le trasmissioni tv, i libri, la direzione dell’orchestra all’Ariston, i podcast, i concerti: Michielin non conosce limiti
Quindi eccola presentare un programma di Sky dedicato all’ambiente, Effetto Terra, eccola pubblicare un libro con Mondadori, Il cuore è un organo, eccola approdare alla conduzione di X Factor proprio seguendo le orme del suo collega di scuderia Alessandro Cattelan, la parentesi di Tersigni praticamente cancellata di netto dalla storia del programma. Ma non solo, eccola pubblicare un podcast femminista, Maschiacci, per altro è da poco stata annunciato un tour teatrale che la vedrà portarlo in giro per l’Italia. Eccola dirigere l’orchestra a Sanremo, Emma l’artista con cui ha anche duettato, eccola spiattellata ovunque come polistrumentista, seppur di fatto non sappia suonare davvero nessuno strumento. Il tanto sventolato diploma alla triennale di Canto Jazz non fa certo primavera. Eccola partire per tour che poi vengono annullati per malattia (e anche per pochi biglietti strappati), presto sostituiti da eventi più semplici da veicolare: l’anno scorso i Sabati al Mosso, quest’anno i Sabati all’Arca, locali milanesi dove suonano dal vivo in genere artisti con assai meno riflettori puntati addosso e dove la nostra dà vita a jam che tanto assomigliano al karaoke.
Lo scivolone su Bellissima di Annalisa e la confusione tra tapping e fingerpicking
Un paio di settimane fa, tanto per tornare alle competenze – quelle che in teoria dovrebbe avere per poter fare tutte le cose che fa ma che non prevedevano il sapere che Ivan Graziani era morto da 26 anni – Michielin ha sbeffeggiato Morgan in buona compagnia di Ambra. Lei a dire sul palco che Bellissima di Annalisa aveva in realtà una armonia molto complessa, l’ex leader dei Bluvertigo aveva sostenuto il contrario durante un live di XF, sottolineando che un fa seguito da un re è una bomba. Per i non pratici stiamo parlando del giro di do, la base della musica leggera, quella che anche chi solo strimpella la Canzone del sole di Battisti in spiaggia, d’estate, sa maneggiare. Del resto l’anno scorso, per dimostrare appunto di essere una polistrumentista – tra gli strumenti che non sa suonare ma che annovera nel suo carniere ci sono il basso, il pianoforte, il cembalo e non so che altro – aveva confuso sempre a X Factor il tapping, pratica che vede un bassista colpire le corde direttamente sul manico, la faccio semplice, con il fingerpicking, che invece è una tecnica particolare per suonare la chitarra, altro strafalcione che era diventato piuttosto virale.
Passi per Fremantle, ma se anche il Comune di Milano la incensa allora qualcosa non funziona
Insomma, la sensazione, forte, fortissima, è che la presenza al fianco di Michielin di una potenza come Marta Donà, così come del suo ufficio stampa, Dalia Gaberscik, figlia di Giorgio Gaber e Ombretta Colli (almeno che Giorgio Gaber fosse morto da 10 anni l’ha azzeccata) alla guida da tempo di un colosso della comunicazione come la Goigest – ufficio stampa di tante popstar, Laura Pausini tra le altre – la stia spingendo sempre più in alto, a rischio di fare la fine di Icaro, specie quando poi si pianta contro gaffe che una musicista alle prime armi non si potrebbe permettere, mentre lei sì. Quello che però lascia perplessi – perché in fondo X Factor è un programma Fremantle che va in onda su Sky e se vogliono dar spazio a degli incompetenti saranno pure fatti loro – è come trovi tanto spazio anche in luoghi meno privati. Penso al Festival di Sanremo che le ha fatto impugnare senza titoli la bacchetta da direttrice d’orchestra, anche prima del succitato diploma in Canto Jazz, non in composizione o direzione d’orchestra, o, più recentemente, la Milano Music Week, autoproclamatasi evento dell’anno per quel che riguarda il settore musicale, che la vede al fianco di Nur Al Habash come “curatrice speciale” dell’edizione 2023, sempre 20 e poi 23, mi raccomando. Cioè, siamo sicuri che non ci fossero nomi più accreditati per ricoprire quel ruolo? Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura meneghina che ha lanciato la notizia della sua partecipazione alla Milano Music Week – alla conferenza stampa era annunciata la sua presenza come «straordinaria» – non dovrebbe chiederle di fare un passo indietro? Intendiamoci, sbagliare è umano, farlo molto spesso rende anche simpatici, specie in una società che invece sembra puntare tutto sulla performatività, ma correre il rischio che per la prossima edizione la curatrice speciale pensi alla partecipazione, che so?, di Pierangelo Bertoli, magari lanciato con un «wow» sarebbe forse davvero troppo per un settore che già deve fare i conti con la vacuità della trap e il dominio dello streaming. Gli appassionati di musica, forse, si meritano altro. La speranza, comunque, è che Red Ronnie chieda a Ivan Graziani come la pensa a riguardo. Immaginiamo stia già organizzando l’intervista.