Il telescopio spaziale Euclid lunedì 7 novembre ha trasmesso le prime immagini della missione che promette di svelare l’universo oscuro. La missione da 1 miliardo di euro dell’Agenzia spaziale europea (Esa) si concentra sulla materia oscura e sull’energia oscura, che insieme costituiscono il 95 per cento dell’universo ma la loro natura è quasi del tutto sconosciuta.
BREAKING : These are the first images from ESA's new Euclid space telescope pic.twitter.com/8zbGO7T6uu
— Latest in space (@latestinspace) November 7, 2023
Gli obiettivi della missione di Euclid
Come esseri umani, siamo riusciti a capire come funziona il 5 per cento dell’universo e abbiamo anche scoperto che c’è un altro 95 per cento che ci rimane sconosciuto. Il telescopio spaziale dell’Esa, lanciato con un razzo Falcon 9 di SpaceX a luglio del 2023, è in grado di rilevare galassie fino a 10 miliardi di anni luce (l’universo ha un’età di circa 13,787 miliardi di anni luce) e potrebbe aiutarci a capire nuove cose su quel 95 per cento ancora oscuro. L’obiettivo di Euclid, infatti, è quello di creare la più grande mappa cosmica 3D mai realizzata. Ciò consentirà agli astronomi di dedurre la distribuzione su larga scala della materia oscura e di rivelare l’influenza dell’energia oscura nell’universo primordiale. L’energia oscura è il nome dato a una forza enigmatica che costituisce il 25 per cento del contenuto dell’universo e si ritiene stia accelerando l’espansione di quest’ultimo. La materia oscura invece costituisce il 75 per cento e agisce come un collante cosmico che tiene insieme le galassie. Sappiamo della sua esistenza quindi per l’influenza gravitazionale che ha sulla materia ordinaria circostante, per esempio sul moto di stelle e galassie.
Perché alcune galassie riprese da Euclid sembrano “piegate”
Nei prossimi sei anni Euclid osserverà circa 8 miliardi di galassie utilizzando la luce visibile e infrarossa. In alcuni casi, la luce proveniente da questi corpi distanti passerà vicino alla materia oscura nel suo viaggio verso la Terra. La presenza del campo gravitazionale della materia oscura altera il tessuto spazio-temporale piegando il percorso della luce, e quando ciò accade le galassie nelle immagini di Euclid ci appaiono distorte. Questo effetto è chiamato “lente gravitazionale” e, analizzando le sue distorsioni, gli astronomi potranno dedurre la distribuzione della materia oscura nel cielo notturno e nella storia dell’universo. Si parla di “distribuzione” perché inizialmente la missione potrebbe non svelare cosa siano la materia e l’energia oscure, ma dovrebbe almeno rivelare dove si trovano e come hanno contribuito alla formazione e all’evoluzione dell’universo.
Oltre 200 scienziati italiani hanno lavorato su Euclid
Il telescopio spaziale Euclid è alto 1,2 metri con una risoluzione di 0,2 secondo d’arco, paragonabile al telescopio della Nasa Hubble. È costituito da tre componenti principali: il telescopio vero e proprio, il modulo di servizio per le comunicazioni con la Terra e per il generale funzionamento del satellite, e lo scudo solare rivesto in kapton, un materiale in grado di schermare l’intensa radiazione solare. L’Italia ha partecipato alla missione Euclid in diversi modi. L’Agenzia spaziale italiana (Asi) è stata una delle tre principali agenzie finanziatrici del progetto, contribuendo con circa il 13 per cento del costo totale. L’Asi ha anche fornito il modulo di servizio del telescopio, che ospita i sistemi di propulsione, alimentazione e controllo. L’Italia ha inoltre contribuito alla componente scientifica della missione. Oltre 200 scienziati italiani sono coinvolti nel progetto, provenienti principalmente dall’Istituto nazionale di astrofisica e dall’Istituto nazionale di fisica nucleare.