È il 32esimo giorno di guerra: sono oltre 10 mila i morti palestinesi, secondo Hamas; 1400 quelli israeliani; 241 gli ostaggi a Gaza. Israele, ad un mese esatto dal massacro di Hamas del 7 ottobre, continua ad avanzare nell’enclave palestinese dopo aver tagliato in due la Striscia. «Per la prima volta da decenni stiamo combattendo nel cuore di Gaza City, nel cuore del terrore», ha annunciato il comandante israeliano del fronte sud Yaron Finkelman. Israele ha osservato un minuto di silenzio con tantissime manifestazione in tutto il Paese in memoria dei morti e degli ostaggi. Proprio per i rapiti il presidente Usa Joe Biden, secondo quanto riferito da Axios, avrebbe chiesto a Netanyahu «tre giorni di pausa nei combattimenti», per favorire le trattative per la liberazione. Il premier israeliano non arretra di fronte all’alleato Usa. Apre a «piccole interruzioni tattiche» per permettere la partenza dei civili dal Nord di Gaza, ma riafferma che di cessate il fuoco si parlerà soltanto dopo la liberazione di tutti gli ostaggi.
Israele: la Cia al lavoro con noi per gli ostaggi
La Cia sta lavorando con l’intelligence israeliana su piani per salvare gli ostaggi nelle mani di Hamas, secondo le Forze di difesa israeliane (Idf). Il direttore dell’agenzia di spionaggio americana Bill Burns ha discusso martedì 7 novembre dell’argomento con il capo di stato maggiore dell’Idf, Herzi Halevi, ha detto il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari. Durante l’incontro tra Burns e Halevi in Israele sono stati presentati materiali di intelligence e pianificazione operativa per aiutare il rilascio degli ostaggi, secondo Hagari.
Esercito israeliano: in un mese colpiti 14 mila obiettivi di Hamas
A un mese dall’inizio dell’operazione militare contro Hamas le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno effettuato attacchi su più di 14 mila obiettivi nella Striscia di Gaza. In una conferenza stampa il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha detto che sono stati demoliti oltre 100 ingressi di tunnel, distrutte più di 4000 armi di vario tipo e «uccisi molti terroristi di Hamas, anche comandanti». Hagari ha spiegato che molti degli obiettivi colpiti sono stati localizzati in moschee, asili e quartieri residenziali. «Ciò dimostra che Hamas sta cinicamente usando la sua popolazione come scudo umano», ha detto il portavoce dell’esercito israeliano.
Ucciso capo della produzione delle armi di Hamas
L’esercito israeliano ha ucciso nella notte di martedì 7 ottobre, in un attacco aereo mirato, Mohsen Abu Zina, capo della produzione di armi di Hamas. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui Abu Zina è stato «uno dei principali sviluppatori di armi di Hamas ed era un esperto nello sviluppo di armi strategiche e razzi utilizzati dai terroristi». Il portavoce ha poi aggiunto che la notte scorsa è stata eliminata «una cellula terroristica che progettava di lanciare missili anti tank contro i soldati».
Israele: colpiti siti di Hezbollah nel sud Libano
Le forze di difesa israeliane affermano che aerei da combattimento hanno colpito i siti di Hezbollah nel sud del Libano in risposta al lancio di razzi sul nord di Israele in precedenza. Lo riporta The Times of Israel. I siti includevano un deposito di armi, posizioni di lancio di razzi, infrastrutture e siti in cui sono immagazzinati «mezzi tecnologici», ha fatto sapere l’Idf in un aggiornamento sui social.