È la Giornata Mondiale del Risparmio, il “canto del cigno” per il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, e così protagonista diventa Francesco Profumo, presidente di Compagnia San Paolo e di Acri: «Non credo che le fondazioni, a parte forse qualcuna, possano essere interessate a incrementare perché ognuno ha già un impegno rilevante. Ci auguriamo che l’operazione si concluda in tempi brevi ma lo spirito cui abbiamo investito è quello di sistema». Il tema è quello del possibile collocamento di quote azionarie del Monte dei Paschi da parte del Tesoro.
Gli avvertimenti di Vivendi a Tim e governo in vista del cda
Si affilano le armi in vista del decisivo e lungo cda di Tim del 3, 4 e 5 novembre che si dovrà pronunciare sull’accettazione o meno dell’offerta del fondo Kkr per rilevare la rete, supportata dal governo, nonché sul piano alternativo fatto pervenire in zona Cesarini dal fondo Merlyn. Intanto i francesi di Vivendi, azionisti di riferimento che si oppongono allo scorporo della rete (almeno ai prezzi che girano), hanno preso carta e penna per scrivere all’azienda e al governo mettendoli in guardia dal rischio di parti correlate. Ovvero che nella futura Tim privata della rete si ritrovino tra gli azionisti Cdp, e anche con una quota minore il Mef che la controlla. Lapidaria la risposta: per ora il problema non sussiste.
Sangiuliano vs Castoro
«Castoro, scrivi bene, fedelmente, perché poi c’è la registrazione»: dal palco, il ministro della Cultura bacchetta un collega. E per più volte, un vero e proprio tormentone. Ma che avrà fatto Marco Castoro a Gennaro Sangiuliano? Giornalista di lungo corso, Castoro da tempo segue Sangiuliano, da quando era direttore del Tg2, occupandosi di televisione: il ministro della Cultura, che ha una memoria da elefante, da mesi punzecchia Castoro nel corso di eventi pubblici, rivolgendosi al collega quando è presente in sala, puntando il dito contro di lui. È accaduto anche lunedì 30 ottobre a Roma, nella sala convegni dell’Associazione Civita, a piazza Venezia, con Gianni Letta che assisteva incuriosito alla querelle. Sangiuliano, si sa, non ama essere intervistato, e quando sui giornali appaiono sue frasi virgolettate protesta ai massimi livelli: quando gli viene chiesta un’intervista, lui offre subito un fondo da pubblicare, e che come minimo deve occupare mezza pagina. Con Castoro, dicono alcuni, «deve esserci un fatto personale», perché la frequenza dei battibecchi a distanza supera la norma: comunque «è uno spirito libero», e anche quando viene contestato non perde il buonumore.
Gennaro Orban
Sangiuliano è una miniera di notizie: sempre lunedì è andato a Napoli per celebrare Viktor Orban, ma con scaltrezza. «Maria d’Ungheria è il simbolo dei legami storici tra Italia e Ungheria e un modello di regnante attento alla cultura e al benessere del popolo. Contribuì a rendere Napoli uno dei principali centri di irradiazione della cultura del suo tempo e la sua visione ci ispira ancora oggi», ha detto il ministro della Cultura intervenendo alla commemorazione dei 700 anni dalla scomparsa della regina Maria d’Ungheria, consorte di Carlo II d’Angiò, sepolta nella Chiesa di Santa Maria Donnaregina Vecchia, a Napoli. Per l’anniversario, il Museo Diocesano di Napoli e l’Accademia di Ungheria a Roma hanno organizzato una giornata di studi sulla figura storica della regina, che si è conclusa con un concerto di musiche medievali del coro ungherese Sant’Efrem, alla presenza di Sangiuliano e del suo omologo ungherese, Janos Csak. Orban sarà soddisfatto.