Benji, un ritorno musicale del quale avremmo voluto fare a meno

Tiziano Ferro deve aver fatto scuola, perché se un tempo vigeva il detto “lavare i propri panni sporchi in casa”, sembra che oggi per promuoversi non ci sia di meglio che andarli a pulire davanti a uno schermo, di una tv o di uno smartphone dove si seguono social e videocast. Ultimo in ordine di tempo dei seguaci ferriani è Benji, al secolo Benjamin Mascolo, un tempo parte del duo Benji e Fede, a lungo in vetta alle classifiche di vendita con titoli fortunatamente presto rimossi dalla memoria collettiva. Diventato habitué  delle cosiddette cronache rosa per la liaison, ora finita, con Bella Thorne, ora è di nuovo pronto a sfornare musica in proprio, vai a capire se è una promessa o una minaccia.

La confessione fraterna a One More Time di Luca Casadei tra sessodipendenza, droghe e alcol

Conscio che oggi è tutto divenuto iperveloce, e quel che funzionava anche solo ieri in un battito d’ali diventa modernariato buono per un mercatino della domenica, Benji –  nonostante abbia 30 anni si fa chiamare ancora come fosse il protagonista di un cartoon giapponese – ha deciso di mettere in piazza un passato prossimo, va detto, piuttosto oscuro. Lo ha fatto andando nel luogo preposto a questo, e no, non sto parlando di Belve, ma di One More Time di Luca Casadei, seguitissimo videocast nel quale il di nero vestito videocaster tira fuori il peggio dai propri ospiti provando poi, come uno sciamano tirato a lucido per la Fashion Week, a farli rialzare. Questo il format del suo show, la storia di chi è caduto ma si è poi rimesso in piedi. Benji, chiamato a inaugurare la nuova stagione, non si è certo tirato indietro, anzi, ha sciorinato per quasi due ore tutti i dettagli più intimi e anche osceni della sua recente vita: il rapporto tossico con la bella Bella, la sessodipendenza, le orge (pensa te come siamo messi che a parlare di orge ancora si fa notizia), passando poi a un altro tipo di tossicità, quella da dipendenze chimiche e alcoliche. Il racconto di Bella che non gli apre la porta e lui, lasciati in casa tutti i vestiti, se ne va in giro nudo per le strade di Los Angeles sembra scritto da uno sceneggiatore che non ha aderito allo sciopero di Hollywood.

Benji, un ritorno musicale del quale avremmo voluto fare a meno
Benji nel video di Sobrio.

Parliamo di tutto tranne che di musica

Preciso preciso, perfetto perfetto, per far parlare di One More Time, Casadei sui social non ha mancato di confessare come il mettersi a nudo di Benji di fronte al microfono abbia in qualche modo creato tra loro un legame che va oltre la professione e anche oltre l’amicizia, quasi una fratellanza. Benji dal canto suo ha raccontato di come fosse diventato semplicemente un’appendice a racconti su altri. Era presente quando Conar McGregor ha steso Francesco Facchinetti, era presente qui e lì a fianco a Bella Thorne, insomma, era arredamento. Di musica, ovviamente, non se n’è parlato, e cosa vorrai mai dire di chi ha regalato al mondo pezzi quali… no, non fatemeli citare, li ho rimossi e così spero voi, e che nel tempo è riuscito a buttare quanto capitalizzato nel giro di pochi anni nel cestino della spazzatura, confermando di aver lavorato solo sulla sua immagine. La lite con Fede, del resto, fu causata da uno scontro dovuto proprio a questo.

Il lancio di Sobrio

Oggi Benji è tornato, di nuovo in piedi, per dirla con Luca Casadei, anche se con voce meno radiofonica e con un po’ più di capelli in testa. Dopo aver fatto un passaggio obbligato in quel de Le Iene – se non fai un monologo lì, vestito di nero, oggi come oggi, in pratica non esisti –  ecco la notizia che sta per tornare anche sul mercato discografico che nel mentre è decisamente cambiato: lo streaming è l’unica via percorribile e la trap la fa da padrona. Titolo della canzone, attenzione, Sobrio. Una canzone che si muove tra pop e urban, di una bruttezza che, come si dice in questi casi, fa il giro, però invece di fermarsi e diventare ai nostri occhi (orecchi) bella, continua come nella Ruota della Fortuna, fermandosi su Perde. Una canzone che parla di Bella Thorne, ovviamente. La sobrietà sarebbe dalle dipendenze in senso generale, quindi anche quella dall’amore tossico provato per lei, ma non fosse per questo mettere in piazza i fatti suoi non meriterebbe neanche uno sbadiglio. Benji è tornato, certo, e si dice sobrio, fatto che ovviamente accogliamo con piacere, per quanto si possa provare piacere per chiunque sta vivendo un buon momento su questo pianeta così martoriato. Ma quel monologo di nero vestito che sembrava tanto il discorso che si fa alla Alcolisti anonimi, anche su questo Tiziano Ferro nella sua docuserie è arrivato per primo, si sgretola nel momento in cui si ha la sensazione che tutto sia solo un goffo tentativo di promuovere un ritorno per il resto irrilevante.

Quell’autobiografismo morboso da cui non riusciamo a liberarci

Negli ultimi anni, forse per questo dominio delle charts da parte dei trapper e dei rapper, è passato per buono il concetto che la musica debba essere giocoforza autobiografica, restringendo in maniera asfissiante il campo visivo di chi scrive, e quindi di chi ascolta, per altro inducendo molti a credere di aver vissuto una vita comunque tale da essere raccontata nei minimi dettagli, e di essere raccontata in una qualche forma d’arte, sia essa musica, di questo parliamo, ma anche letteratura, pensiamo al boom dei memoir e dell’autofiction. Incrociare questo autobiografismo spinto con l’autobiografismo morboso di certi spettacoli televisivi, che non fanno altro che indagare in maniera indiscreta e volgare dentro le vite di gente che spesso conosciamo solo per questo, genera mostri che non credo ci possiamo permettere. La vita è già sufficientemente dura di suo, una nuova canzone di Benji, oggi, è forse troppo anche per noi, che sentita quella canzone tutto vorremmo essere fuorché sobri.