In Russia è ancora possibile guardare al cinema i film di Hollywood grazie a proiezioni illegali che proliferano nelle maggiori città, da Mosca a San Pietroburgo e Kazan. «La gente ritiene di avere il diritto di poter guardare le produzioni occidentali», ha spiegato al Guardian Anton Dolin, ex direttore di una storica rivista cinematografica russa che oggi vive in Lettonia. «La popolarità di tali lungometraggi riflette la quantità di cittadini che non sono d’accordo con l’invasione di Vladimir Putin». Tra i film al cinema non mancano ovviamente i due principali protagonisti dell’estate 2023, Oppenheimer e Barbie, arrivati tramite versioni pirata delle edizioni home video di Usa e Regno Unito. In parallelo le produzioni locali, tra cui anche i documentari nazionalisti sulla guerra in Ucraina, non decollano, registrando continui flop al botteghino.
Da Barbie a Oppenheimer, come arrivano in Russia i film di Hollywood?
I film di Hollywood arrivano in Russia attraverso due strade principali. La più rapida è l’hacking delle edizioni home video rilasciate in Occidente. È quanto successo per esempio con Barbie, giunto a Mosca due giorni dopo essere uscito in digitale negli Usa e nel Regno Unito. In altri casi è possibile far arrivare i file in territorio russo tramite il passaggio illegale dalle nazioni vicine, come il Kazakistan. Curiosamente, a dispetto di quanto si possa credere, per vedere un film non bisogna andare in bunker sotterranei o superare la guardia di buttafuori e sicurezza, ma basta recarsi al cinema. Viktor, un ragazzo di San Pietroburgo, ha però detto al Guardian che non è possibile trovare poster pubblicitari o spot televisivi. L’unico modo per informarsi sulle proiezioni è attraverso una stretta cerchia di amici o conoscenti.
Singolare anche l’acquisto dei biglietti. «Non vendono l’ingresso per i film di Hollywood», ha proseguito Viktor. «Puoi comprare un ticket per una produzione russa e poi, come anteprima gratuita, vedere invece quella americana». Non è raro poi che gli spettacoli vengano pubblicizzati online, soprattutto sui canali social delle catene cinematografiche, sotto falso nome. A Mosca, per esempio, Barbie è diventata Speed Dating, mentre Oppenheimer è stato distribuito con il nome di Dukov. A Kazan, invece, il film con Margot Robbie è stato pubblicizzato come servizio pre-spettacolo di un film locale dal titolo Boom – La figlia del pescatore. «In pratica, se non sapessi cosa proiettano potresti entrare senza nemmeno accorgerti che in una sala c’è un film straniero», ha concluso Viktor. Quanto alla fascia di pubblico, dominano soprattutto i ragazzi fra 15 e 25 anni di età, principalmente nel weekend.
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Flop per le produzioni russe, tra cui i documentari sulla guerra in Ucraina
La grande popolarità di Barbie e Oppenheimer, che secondo alcune stime avrebbero incassato fino a 200 milioni di dollari in Russia, è in netto contrasto con le produzioni locali. Tra questi, anche i documentari nazionalisti sulla guerra in Ucraina, tra cui The Witness, alla cui première si sarebbero presentati appena quattro spettatori. Il film descrive i soldati di Kyiv come un nemico, attribuendo loro il massacro di Bucha e il bombardamento dell’ospedale di Mariupol. Finanziato dal Cremlino con 200 milioni di rubli (circa 2 milioni di euro), secondo il quotidiano indipendente Nastoyashcheye Vremya ne ha incassati al box office appena 8 milioni (meno di 80 mila euro). Nonostante tutto, le autorità non hanno intenzione di porre un freno alla diffusione illegale dei film di Hollywood, a meno che non violino la legge contro la propaganda Lgbtq+.
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