Gas ai massimi da fine agosto, previsti ulteriori aumenti

A seguito della decisione della Russia azzerare le esportazioni di gasolio e di benzina, il gas naturale al Ttf di Amsterdam si è portato sui massimi dal 28 agosto, quando i future su settembre chiusero a 41,5 euro, poco sotto i 41,7 euro registrati cinque giorni prima. I contratti future sul mese di ottobre hanno chiuso la seduta del 22 settembre a 39,79 euro al megawattora.

Attesi altri aumenti nonostante il livello elevato di scorte in Europa

In una settimana i future di Amsterdam hanno guadagnato l’1,8 per cento, ma il prezzo il 22 settembre è salito fino al 7,3 per cento a 41,9 euro, considerando il massimo di giornata. La corsa non è finita però: sono infatti previsti ulteriori aumenti nel corso dell’autunno, nonostante il livello elevato di scorte in Europa, che ha raggiunto il 94,48 per cento a 1.075,88 TWh. Prima è la Germania con 240,22 TWh, pari al 94,61 per cento della capacità di riempimento, seguita dall’Italia, con 185,94 TWh, pari al 95,21 per cento dello stock disponibile. Seguono i Paesi Bassi con il 95,86 per cento a 136,5 TWh e la Francia, con l’89,48 per cento di riempimento a 122 TWh.

La mossa della Russia sui carburanti ha ripercussioni su altre materie prime

Nonostante ciò, la mossa di Mosca di fermare temporaneamente le esportazioni dei carburanti, spiegano gli analisti, ha ripercussioni anche su altre materie prime, come appunto il gas. Attualmente Il 60 per cento di quello consumato in Europa giunge via gasdotto e il 40 per cento è Gnl trasportato su nave, su cui incide il maggior costo dei carburanti. Proprio sul fronte del gas liquido sembrano ormai alle spalle i problemi degli scioperi in Australia, da dove proviene circa il 10 per cento del Gnl mondiale, mentre proseguono le manutenzioni di una piattaforma in Norvegia, principale fornitore del Nord Europa, che incidono sulle estrazioni.