L’ex funzionario della Chiesa ortodossa russa sospettato di reclutare spie in Usa

Spie russe reclutate negli Usa attraverso i canali della Chiesa ortodossa. È il sospetto – forse qualcosa in più – dell’Fbi che, come scrive il sito Agentura.ru, si sarebbe concentrato su Dmitry Petrovsky, un diplomatico del Patriarcato di Mosca ed ex membro del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne (Decr). Nella primavera 2023 le parrocchie ortodosse degli Stati Uniti avevano ricevuto una allerta sull’attività sotto copertura di alcuni sacerdoti e parrocchiani. Tra cui proprio Petrovsky, 50enne sospettato di essere un reclutatore. Nell’avvertimento diffuso dal Bureau, con tanto di foto, veniva descritto come un uomo di bell’aspetto e con la barba. A una richiesta di chiarimenti, l’Fbi si è limitato a ricordare che «incontra e interagisce regolarmente con i rappresentanti della comunità [ortodossa] per favorire la cooperazione nella lotta alle attività criminali» e incoraggia «i cittadini che assistono ad attività sospette a denunciarle». Il Decr, dal canto suo, ha chiarito ad Agentura.ru che Petrovsky dal giugno 2023 non lavora più per il dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato e che il suo siluramento è stato causato da uno scandalo negli Usa.

La storia del sacerdote ortodosso russo sospettato di reclutatore di spie in Usa
Dmitry Petrovsky (foto da Meduza).

Appassionato di arti marziali e conoscitore dell’Asia: chi è Dmitri Petrovsky

Ma chi è Petrovsky? Laureato all’Istituto di aviazione di Mosca, ha cominciato la carriera nel Decr del Patriarcato di Mosca nel 2001, diventando segretario nel 2018. Era però già noto presso la comunità ortodossa statunitense a partire dagli Anni 90, quando cominciò a viaggiare negli Usa. Conoscitore della Cina e della regione Indo-Pacifica, ha seguito la delegazione russa alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 e a quelle invernali del 2022. Petrovsky è anche un appassionato di arti marziali, tanto da aver organizzato nel 2002 la tavola rotonda “Coscienza ortodossa e arti marziali” presso l’Accademia teologica di Mosca. Di certo la passione per il dojo non è l’unica stranezza di questo “ambasciatore” dell’ortodossia: il suo avatar Whatsapp per esempio è un gatto con una bandana, una mazza e con la scritta “Intelligence militare” sul collare. Non esattamente un modo per passare inosservato.

La storia del sacerdote ortodosso russo sospettato di reclutatore di spie in Usa
L’allerta diffusa dall’Fbi (da Agentura.ru).

I dossier sui sacerdoti ortodossi russi e il memorandum di cooperazione tra Chiesa e Servizi

La sua posizione si è aggravata nel 2021 quando entrando negli Usa fu perquisito e nel suo computer vennero trovati file relativi ai Servizi russi, tra cui dossier su alcuni noti sacerdoti, con tanto di dettagli biografici delle famiglie. Secondo l’Fbi tutte informazioni utili per ricattare i malcapitati in fase di reclutamento. Non solo. Tra i documenti, venne trovato anche un memorandum di tutti i settori di cooperazione tra Chiesa ortodossa russa e i tre Servizi di Mosca: la Svr (competente sulle attività di sicurezza e di contrasto delle minacce provenienti da o verso l’estero), Gru (il servizio segreto militare) e Fsb (il controspionaggio). Il documento si presume risalga al 2009 che, coincidenza, è lo stesso anno in cui Kirillnoto per i suoi legami con il Kgb e poi con l’Fsb – venne eletto patriarca. Tra i diversi campi di collaborazione è menzionata la formazione sia di sacerdoti sia di agenti della Svr. «È possibile», si legge nel memorandum, «coinvolgere funzionari della Chiesa ortodossa russa in attività operative», ma solo con la “benedizione” diretta del patriarca. Non solo. Il memorandum conferma che anche il Gru è «pronto a sviluppare la cooperazione, ma molto gradualmente, in condizioni di stretta riservatezza e sulla base di attività reali sul campo». Per quanto riguarda l’interazione con l’Fsb, invece, i funzionari ecclesiastici ribadiscono che «nell’ambito del Decr c’è interesse nell’interazione con il Servizio di controspionaggio (in tutte le aree regionali), principalmente in termini di interazione tra esperti, lotta alle sette e pratica di azioni paritarie con strutture straniere».

La storia del sacerdote ortodosso russo sospettato di reclutatore di spie in Usa
Il patriarca Kirill (Getty Images).

Il doppio filo che lega la Chiesa ortodossa e Putin

Il memorandum di cooperazione tra Chiesa e Servizi russi non deve stupire più di tanto, vista la loro storica compenetrazione. La collaborazione era in essere già in epoca sovietica con il Kgb. Spie e sacerdoti del resto condividevano la convinzione paranoica che il Paese fosse assediato da nemici e sotto la costante minaccia dell’Occidente. Teorie del complotto che si ritrovano negli anatemi dello stesso Kirill all’indomani dell’invasione dell’Ucraina e nella ideologia putiniana della Grande Russia. E che da sempre sono ben chiare all’Ucraina che a dicembre 2022 ha avviato una serie di perquisizioni in chiese e monasteri del Paese proprio a caccia di spie e di agenti sotto copertura. Del resto il Patriarcato di Mosca ha legato il suo destino alla sopravvivenza del regime del nuovo zar, a cui è funzionale: fornendo una ragione per cui vale la pena morire, è più convincente della macchina di propaganda del Cremlino.