Cambogia, chi sono i tycoon che guardano con attenzione al nuovo premier

Mr. Maniere Forti, il re di Koh Kong, il re del petrolio, il pioniere bancario. I tycoon della nuova Cambogia hanno soprannomi strani, enormi ricchezze da gestire e interessi nei business più disparati. Per la prima volta dal 1985, la nazione affronterà un cruciale passaggio di consegne politiche. Il primo ministro Hun Sen ha infatti lasciato la guida al figlio, Hun Manet. Il prossimo 22 agosto, l’ex khmer rosso farà così spazio al primogenito, generale a capo delle forze armate cambogiane, con studi in Occidente, e da tempo indicato come successore del padre. Quale sarà il futuro, geopolitico ma soprattutto economico, immaginato da Hun Manet per la Cambogia? È questa la domanda che si fanno gli analisti, ma anche i paperoni di Phnom Penh e dintorni.

Cambogia, chi sono i tycoon che guardano con attenzione al nuovo premier
Hun Manet (Getty Images).

Mr Rough Stuff, dal campo di lavoro dei Kmer Rossi alla seconda vita australiana

Stabilità politica, crescita economica, vicinanza con la Cina: i tycoon della Cambogia sperano il ripetersi di un miracolo cinese in salsa cambogiana, e iniziano ad attivare i loro radar per accaparrarsi gli affari migliori. In cima alla lista dei ricconi del Paese troviamo Kith Meng, un self made man. Dotato di doppia cittadinanza, cambogiana e australiana, è presidente e amministratore delegato di The Royal Group, il più grande conglomerato della Cambogia con interessi in vari ambiti, dalle banche alle telecomunicazioni, dai media alle assicurazioni, fino ai resort. Meng è stato soprannominato Mr. Rough Stuff (traducibile in italiano come Mr. Maniere Forti), mentre, nel giugno 2011, un cablogramma diplomatico americano lo definiva un «gangster relativamente giovane e spietato». La sua storia personale è terribile. Ha condotto una vita agiata fino al 1975 quando l’avvento dei Khmer Rossi portò la sua famiglia alla distruzione. I suoi genitori furono presi di mira dalle autorità per via della loro ricchezza e, assieme ad altri parenti, finirono in un campo di lavoro dove morirono di fame. Anche i due figli, Meng compreso, subirono la stessa sorte, ma riuscirono a fuggire in seguito all’invasione del Vietnam. Il futuro tycoon finì in un campo profughi in Thailandia. «Ci misero in un allevamento di maiali. Abbiamo dormito con loro. Non esistevamo più. Non avevamo uno stato. Niente di niente», ha raccontato in un’intervista. Nel 1980, Meng fu trovato da un familiare ed emigrò in Australia. Qui lavorò e frequentò le scuole, a Canberra, fino al ritorno in Cambogia nel 1991.

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Kith Meng (Getty Images).

Dal re di Koh Kong a miss Lim Chhiv Ho: gli altri paperoni della Cambogia

Meng iniziò a vendere mobili e forniture per ufficio alle Nazioni Unite, quindi, assieme al fratello Sophan Kith, gestì un franchising di fotocopiatrici Canon, per poi fondare The Royal Group. Questo gruppo è cresciuto grazie all’abilità di Mr. Rough Stuff di fondare e mantenere partnership con aziende straniere desiderose di investire nel Paese. Oggi Meng controlla operatori di telefonia mobile, banche, infrastrutture e reti televisive. Ha contribuito, a suon di laute donazioni, alle campagne elettorali del Partito popolare cambogiano (Cpp), il partito di Hun Sen. Ha spesso accompagnato il primo ministro all’estero per aiutarlo a promuovere gli interessi nazionali (e i propri). Potrebbe fare lo stesso con Hun junior. Tra gli altri tycoon, spicca Ly Yong Phat, senatore del Cpp e soprannominato il re di Koh Kong, la sua provincia natale. Possiede il conglomerato LYP Group, con interessi in tabacco, elettricità, casinò e turismo; le sue attività sono più volte finito al centro di controversie legate allo sfruttamento di lavoro minorile e espropriazioni forzate di terreni. A loro si aggiunge la businesswoman Lim Chhiv Ho, direttrice del distributore di liquori Attwood Export Import Co Ltd, e finita, come Meng, a capo di un impero dopo esser passata nei campi di prigionia dei Khmer.

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Lim Chhiv Ho.

Mong Reththy, membro del Senato, è invece uno dei magnati più vicini a Hun Sen, oltre che suo consigliere. Cinque dei suoi 12 fratelli morirono sotto il regime di Pol Pot; oggi la sua Mong Reththy Group Limited è la più grande azienda agroindustriale della Cambogia. Tra gli altri paperoni di spicco, ci sono il bancario Pung Kheav Se, fondatore della Canadia Bank, una delle più grandi del Paese, e il re del petrolio Sok Kong, a capo di Sokimex. Tutti ora trattengono il fiato per capire come incrementare i loro business sotto la leadership di Hun Manet.