È lunga 91 metri, larga 27, alta come un palazzo di tre piani e si chiama Bibby Stockholm. La chiatta noleggiata per 18 mesi dal governo britannico allo scopo di ospitare circa 500 migranti in attesa di risposta alla propria richiesta d’asilo, appena giunta nel porto della penisola di Portland, nel sud dell’Inghilterra, sta facendo discutere parecchio.
Raggiungerà la capienza massima nel giro di poche settimane
La Bibby Stockholm verrà impiegata per ospitare centinaia di richiedenti asilo in un luogo più facile da controllare e soprattutto più economico rispetto agli alberghi sparsi in tutto il Regno Unito. Al momento sono 51 mila i richiedenti asilo sul suolo britannico: tra vitto e alloggio, la spesa per lo Stato è pari a 6 milioni di sterline (circa 7 milioni di euro) al giorno. Il governo di Rishi Sunak ha reso noto che i primi 50 ospiti arriveranno a breve e che la nave dovrebbe raggiungere la capienza massima nel giro di poche settimane.
La chiatta è già stata usata da Germania e Paesi Bassi
La chiatta, precedentemente utilizzata per ospitare senzatetto e richiedenti asilo in Germania e nei Paesi Bassi, dispone in totale di 222 stanze. Quelle più piccole, in origine singole, sono state riconvertite per ospitare almeno due persone. Nelle cabine più grandi potranno dormire invece in sei. Secondo la scheda informativa fornita dall’azienda proprietaria Bibby Maritime, ogni alloggio ha il bagno privato. In più a bordo ci sono sala tv, area giochi e palestra. Non ci sarà un coprifuoco e i richiedenti asilo non saranno formalmente detenuti, dunque potranno scendere dalla chiatta.
La decisione del governo britannico ha scontentato tutti
L’ormeggio della Bibby Stockholm ha scontentato praticamente tutti. Se da una parte i tabloid di destra hanno definito la chiatta come una «residenza di lusso», gli attivisti per i diritti umano ritengono che le condizioni di vita a bordo della chiatta potrebbero essere problematiche. Altri critici sostengono che l’uso della chiatta non farà risparmiare denaro al governo, considerando che a bordo verrà ospitato appena l’1 per cento del totale dei richiedenti asilo. E poi ci sono i residenti della penisola, i quali non vogliono che un numero così alto di richiedenti asilo alloggi vicino alla loro casa, per motivi di sicurezza e sanitari.