L’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi non ha gradito il suo coinvolgimento nella prima prova della maturità 2023, dove il ministero ha proposto, tra le tracce, una lettera aperta di un gruppo di accademici che a fine 2021 si era rivolto a lui per chiedere che nel 2022 venissero ripristinate le tradizionali modalità di svolgimento dell’esame (ridimensionate causa Covid). L’economista ha trovato fuori luogo, offensivo e pretestuoso «offrire ai maturandi una traccia basata su cose vecchie che non si sono avverate».
L’ex ministro Bianchi commenta le tracce della prima prova della maturità 2023
Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex titolare dell’Istruzione ci ha tenuto a rivendicare che la maturità 2022 «non è stata «burletta ma un esame vero e proprio». Il testo scelto dal ministero, ha spiegato, «si riferisce ad un appello del dicembre 2021 basato su indiscrezioni lette sui giornali che non hanno trovato poi fondamento nella realtà». E soprattutto non tiene conto di quello che è successo dopo, ovvero una prova fatta in presenza e con un parziale ripristino della struttura ante pandemia.
Quindi l’attacco: «Trovo offensivo e indecente offrire una traccia così, anche per tutti coloro che con me hanno lavorato per riportare gli studenti in classe, per il bene della scuola e per fare un esame vero lo scorso anno. Se questo deve servire per propugnare un’idea di scuola selettiva, ci si confronta a viso aperto. Non con riferimenti in un tema di maturità. Sono senza parole e lo trovo un attacco vergognoso».
«Il confronto si fa a viso aperto»
Non volendo entrare nel merito della politica, ma solo dell’educazione, ha quindi concluso con parole ulteriormente forti: «Chiedere ai ragazzi un parere su un’opinione superata dai fatti è devastante. Non tenere conto di quello che è successo è come discutere su una chiacchiera. Se invece vogliamo discutere di scuola e sviluppo del paese, due temi che mi stanno a cuore come tutti sanno, sono pronto. Ma a viso aperto».