L'ex leader dell'Ulivo ha parlato anche delle Elezioni regionali in Emilia Romagna, della Lega e del futuro del Pd di Zingaretti.
Nega ogni coinvolgimento con il Movimento delle Sardine nato alla fine del 2019, così come il suo ritorno in campo. Lo ha detto Romano Prodi, ex premier e leader dell‘Ulivo, in una lunga e articolata intervista a La Stampa. In cui ha anche parlato della situazione politica che si sta attualmente vivendo in Italia.
IL RAPPORTO CON LE SARDINE
«No, purtroppo non è vero. Avrei voluto essere all’origine delle Sardine che hanno creato un clima molto, molto particolare», ha spiegato Romano Prodi. Che poi ha fatto un excursus su quanto sta accadendo in Emilia Romagna, dove Matteo Salvini spera in una vittoria per dare una spallata definitiva alla sinistra e mettere di conseguenza in difficoltà il governo targato Pd-Movimento 5 stelle. «La Lega vuole prendere l’Emilia per prendersi l’Italia. Perché da noi (in Emilia Romagna, ndr) è nato l’Ulivo, è nato il Vaffa! Anche Grillo cominciò in Emilia», ha aggiunto il professore. Spiegand come questa sia una «regione che è di per se stessa un laboratorio. E non c’è bisogno che Prodi organizzi niente», ha aggiunto facendo ancora riferimento al Movimento delle Sardine.
EMILIA ROMAGNA INCUBATRICE DI MOVIMENTI
L’Emilia, ha spiega ancora Prodi a La Stampa, è l’incubatrice dei «movimenti, non sommovimenti. Altrimenti sembrerebbero animati o finalizzati alla violenza. Questa è una regione dove la gente amava e spero continuerà ad amare lo stare insieme. E dove si sta insieme è facile che si producano i movimenti. Quando qui ho fatto l’Ulivo c’era un’atmosfera che mi aiutava». Poi l’ex premier ha bocciato categoricamente l’idea di un nuovo Ulivo: «Le cose del passato non si ripetono mai. L’esempio emiliano è una larga coalizione». Quindi appoggia Bonaccini: «Ha governato bene, Borgonzoni è inesistente». Ma considera a una nuova versione del Pd elogiando in questo senso l’operato di Zingaretti: «Fa bene a ripensare i Dem. O conseguirà un grandissimo coinvolgimento o servirà a poco».
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