Da Primo Levi a Liliana Segre, passando per Elie Wiesel ed Elisa Springer. Le citazioni che ricordano la Shoah nel Giorno della Memoria.
Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria. È stata istituita il primo novembre 2005 dall’Onu, con lo scopo di commemorare tutte le vittime dell’Olocausto e rammentare che quanto è successo non deve accadere mai più, nonostante si susseguano inquietanti episodi di antisemitismo. Ma nei campi di sterminio nazisti non morirono solo ebrei. Secondo le stime a essere uccisi furono tra i 12 e i 17 milioni di persone: c’erano anche prigionieri di guerra sovietici, polacchi, rom, sinti, disabili, pentecostali, massoni, omosessuali, testimoni di Geova, dissidenti politici, slavi. Tante sono le testimonianze di chi è sopravvissuto a quei tragici anni. Ecco le più toccanti.
LILIANA SEGRE
«Non mandate i figli in gita ai campi di sterminio. Lì si va in pellegrinaggio. Sono posti da visitare con gli occhi bassi, meglio in inverno con vestiti leggeri, senza mangiare il giorno prima, avendo fame per qualche ora». Dal discorso tenuto da Liliana Segre a Villa Giulia a Pallanza nel corso del convegno E ora sono nel vento.
PRIMO LEVI
«Parte del nostro esistere ha sede nelle anime di chi ci accosta: ecco perché è non-umana l’esperienza di chi ha vissuto giorni in cui l’uomo è stato una cosa agli occhi dell’uomo». Dal romanzo Se questo è un uomo di Primo Levi.
SIMON WIESENTHAL
«Chiunque contesti l’esistenza delle camere a gas di Auschwitz è sempre o un vecchio nazista o un neonazista». Dal libro Giustizia, non vendetta di Simon Wiesenthal diventato noto per la sua caccia ai criminali nazisti fuggiti dopo la caduta del Reich.
SAM PIVNIK
«Alcuni sopravvissuti dicono di aver sentito la presenza di Dio accanto a loro nonostante tutto ciò che accadeva. Io non riuscii mai a percepirlo. Auschwitz-Birkenau e Fürstegrube non hanno fatto di me un ateo, ma mi hanno reso consapevole di una cosa: a Dio non era permesso l’ingresso oltre la recinzione perimetrale e il filo spinato». Dal romanzo diaristico L’ultimo sopravvissuto di Sam Pivnik.
AHARON APPELFELD
«L’Olocausto ha segnato le vite di molte persone, ma è diventato anche metafora del nostro tempo». Dall’intervista di Aharon Appelfeld alla televisione israeliana della Iba.
ELIE WIESEL
«Se con l’Olocausto Dio ha scelto di interrogare l’uomo, spetta a questi rispondere con una ricerca che ha Dio per oggetto». Da La notte, romanzo autobiografico di Elie Wiesel.
EPITAFFIO DI AUSCHWITZ
«Grido di disperazione ed ammonimento all’umanità sia per sempre questo luogo dove i nazisti uccisero circa un milione e mezzo di uomini, donne e bambini, principalmente ebrei, da vari Paesi d’Europa. Auschwitz-Birkenau 1940-1945». Dall’epitaffio posto all’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz.
TESTIMONIANZA AL PROCESSO EICHMAN
«Gli abitanti del pianeta Auschwitz non avevano nomi. Non avevano né genitori né figli. Non si vestivano come si veste la gente qui. Non erano nati lì né li concepivano. Respiravano secondo le leggi di un’altra natura e non vivevano né morivano secondo le leggi di questo mondo. Il loro nome era Ka-Tzenik e la loro identità era quella del numero tatuato nella carne dell’avambraccio sinistro». Da una delle testimonianze rese al processo Eichmann a Gerusalemme.
VIKTOR FRANKL
«La maggioranza dei prigionieri è, comprensibilmente, tormentata da una sorta di complesso d’inferiorità. Ognuno di noi è stato, molto tempo fa, qualcuno o credeva almeno di essere qualcuno. Ora invece, qui, ci trattano letteralmente come se non esistessimo neppure». Da Lettere di un sopravvissuto. Ciò che mi ha salvato dal lager di Viktor Frankl.
ELISA SPRINGER
«Oggi più che mai, è necessario che i giovani sappiano, capiscano e comprendano: è l’unico modo per sperare che quell’indicibile orrore non si ripeta, è l’unico modo per farci uscire dall’oscurità. E allora, se la mia testimonianza, il mio racconto di sopravvissuta ai campi di sterminio, la mia presenza nel cuore di chi comprende la pietà, serve a far crescere comprensione e amore, anch’io allora, potrò pensare che, nella vita, tutto ciò che è stato assurdo e tremendo, potrà essere servito come riscatto per il sacrificio di tanti innocenti, amore e consolazione verso chi è solo, sarà servito per costruire un mondo migliore senza odio, né barriere. Un mondo in cui, uomini liberi, capaci e non schiavi della propria intolleranza, abbattendo i confini del proprio egoismo avranno restituito, alla vita e a tutti gli altri uomini, il significato della parola Libertà. Oggi ho compreso che Dio mi ha concesso di liberarmi dalla prigionia del passato, attraverso le pagine di questo libro». Dall’incipit de Il silenzio dei vivi di Elisa Springer.
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