Velo, riscatto, conversione: le polemiche sul ritorno di Silvia Romano

L'arrivo a Ciampino vestita da donna musulmana e il nuovo nome Aisha scatenano la Rete. Mentre per Salvini «è stato uno spot gratuito ai terroristi». E aggiunge: «Se fossi stato al governo avrei tenuto un profilo più basso».

La conversione, il riscatto, il velo. E quel nome – Aisha – assunto durante la prigionia. Non si placano le polemiche, social e politiche, su Silvia Romano rientrata in Italia il 10 maggio dopo 18 mesi di prigionia.

In Rete è un fiorire di analisi psicologiche sulla scelta della cooperante italiana di abbracciare l’Islam, come fa notare su Twitter Marco Cappato.

Attacchi violenti che possono essere riassunti dal post, poi rimosso, del vicepresidente dell’Assemblea regionale del Veneto Massimo Giorgetti (FdI) che domenica aveva commentato: «Ora avremo una musulmana in più e 4 milionin in meno. Un affare proprio»

SALVINI: «SPOT GRATUITO AI TERRORISTI»

Anche Matteo Salvini unedì è tornato all’attacco. «Il giorno della festa è il giorno della festa e salvare una vita è fondamentale, ma se mi chiede come mi sarei comportato al governo io, probabilmente, avrei tenuto un atteggiamento da parte delle istituzioni più sobrio, un profilo più basso», ha detto parlando a Rtl 102.5. «Perché mettetevi nei panni di quei terroristi islamici maledetti che hanno rapito questa splendida ragazza: l’hanno vista scendere col velo islamico, ha detto che è stata trattata bene, ha studiato l’arabo, letto il Corano, si è convertita, in più hanno preso dei soldi, io penso che un ritorno più riservato avrebbe evitato pubblicità gratuita a questi infami che nel nome della loro religione hanno ammazzato migliaia di persone». Certo, ha aggiunto il segretario della Lega, «qualche domanda deve avere una risposta. In Kenya le donne valgono molto meno dell’uomo perché l’uomo può sposare quante donne vuole e la donna no, visto che c’è la poligamia per legge, e i soldi che sarebbero stati pagati per il riscatto sarebbero stati incassati da questa associazione terroristica al-Shabaab che con attentati e autobombe ha ucciso migliaia di persone».

IL POST DEL CONSIGLIERE REGIONALE LEGHISTA IN ABRUZZO

Nella Lega i toni però sono stati ben diversi. Come dimostra il post su Facebook del consigliere regionale in Abruzzo e sindaco di Ovindoli Simone Angelosante che aveva commentato: «Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?».

Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?

Posted by Simone Angelosante on Monday, May 11, 2020

«L’ho sentita questa mattina su Radio Maria, non sono l’unico a pensarla così», si è poi giustificato. «Non mi sembra di aver detto niente di negativo, ho solo riportato un dato storico e oltre tutto non ho fatto nessun nome della ragazza. Ma comunque è una idea che gira sulle radio nazionali».

CIVATI: «SILVIA ROMANO È LIBERA. SCUSATE»

Alle polemiche risponde con un post su Fb Pippo Civati. «Si parla di un riscatto. Non ne sappiamo nulla ma dovremmo sapere che si paga sempre. Lo fanno tutti i Paesi occidentali. Non lo dicono mai ma lo fanno. E speriamo lo facciano per salvare vite umane anche per i religiosi Maccalli e Dall’Oglio (che peraltro sono cattolici, quindi nessuno avrebbe nulla da ridire, giusto?)», ha scritto.

Silvia Romano è libera. Scusate.Il ritorno di Silvia Romano ha una potenza liberatoria tale da provocare reazioni…

Posted by Giuseppe Civati on Monday, May 11, 2020

«È successo agli americani – che hanno addirittura liberato prigionieri di Guantanamo per sbloccare una “trattativa” -, è successo per i giornalisti francesi, succede puntualmente. Questa notizia per darvi un’idea di ciò di cui parlo. Più del velo preoccupano le veline e avremmo avuto bisogno di maggiore sobrietà anche da parte degli esponenti del governo e del loro entourage. Pare abbiano anche litigato per chi lo diceva prima. Velo pietoso, appunto». «Abbandonati per un attimo gli studi di specializzazione in virologia, sono tutti diventati esperti di sindrome di Stoccolma», chiude Civato, «di islamismo (anzi di “quell’islamismo”) e di spionaggio internazionale».

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