«Abisso democratico». «Barbarie giuridica». «Creano emergenza permanente». Ma allora perché adesso che sono al governo, i dem non li cancellano? Civati: «Abbiamo passato un anno a denunciare i soprusi. Ora siamo al grottesco: le risposte finora sono state ridicole».
Sono passati ormai quasi cinque mesi dalla nascita del governo Conte bis.
Non è stato certamente un periodo sereno all’interno della maggioranza ma, specie per il Pd, un punto programmatico pareva chiaro: garantire discontinuità rispetto al passato a partire dalla cancellazione dei decreti Sicurezza di Matteo Salvini.
Esattamente un mese prima del giuramento ufficiale dell’esecutivo davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella d’altronde, era stato il segretario dem Nicola Zingaretti a tuonare contro il dl Sicurezza-bis appena approvato: «Il decreto Salvini è passato, l’Italia è più insicura. La situazione nelle città e nei quartieri rimarrà la stessa, anzi peggiorerà. Il crimine ringrazia, le persone sono sempre sole e le paure aumentano. Salvini ci campa» (5 agosto 2019).
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A fargli eco il giorno dopo (6 agosto 2019) la deputata Pd Rosa Maria di Giorgi: «Il decreto sicurezza bis rappresenta un ulteriore passo verso l’abisso democratico in cui il governo gialloverde sta trascinando il nostro Paese».
GLI ATTACCHI PD E 5 STELLE
E, ovviamente, lo stesso trattamento era stato riservato anche al primo dei due decreti Salvini. «Con questo provvedimento state creando degli invisibili senza volto», aveva sottolineato già il 28 novembre 2018 il capogruppo del Pd Graziano Delrio. Per Monica Cirinnà si trattava, addirittura, di «un atto di barbarie giuridica che colpisce le fondamenta umanitarie presenti nella Costituzione e in tutto il nostro ordinamento» (24 settembre 2018), al punto che Maurizio Martina propose anche la raccolta di firme «per la sua abrogazione» (17 settembre 2018). E non sono mancate nei mesi scorsi voci critiche anche nei 5 stelle. Una su tutte, quella del senatore Matteo Mantero che aveva parlato, a inizio 2019, di un «decreto incostituzionale e stupido, a solo scopo propagandistico, che auspicabilmente sarà smontato dalla Consulta: creare illegalità dove non c’era, ridurre l’integrazione peggiorando le condizioni di vita di italiani e stranieri».
#ABOLITEQUEIDECRETI, LA CAMPAGNA DI POSSIBILE
La domanda che nasce spontanea a questo punto è perché nulla sia stato fatto se, come ha detto il dem Emanuele Fiano, «il decreto sicurezza è l’emblema di una sintesi culturale che noi non potremo mai accettare» (24 settembre 2018). Ed è per questa ragione che Possibile ha lanciato la campagna #abolitequeidecreti ricordando la marea di dichiarazioni critiche nei confronti dei decreti Sicurezza da parte di chi, oggi, potrebbe cancellare quei provvedimenti.

«Se non si vuole che ci sia Salvini al governo, bisogna cominciare a cancellare quello che ha fatto», spiega Pippo Civati. «Ci vorrebbe un minimo di logica e coerenza: abbiamo passato un anno a dirne giustamente di tutti i colori, a rivelare l’incostituzionalità, a denunciare i soprusi. Ora sta diventando tutto grottesco: le risposte finora sono state ridicole».
LE IPOTESI DELLA MAGGIORANZA: TRA ABOLIZIONE E MODIFICHE
E se Civati non ha dubbi su cosa bisognerebbe fare («I due decreti sono entrambi sbagliati da capo a piedi, strumentali ed eccessivi: vanno cancellati di sana pianta»), nella maggioranza si ragiona sulla strada da seguire, tra abolizione tout-court e modifiche limitate a pochi punti.
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L’ultima a parlarne è stata la nuova inquilina del Viminale al posto proprio del segretario leghista, Luciana Lamorgese, che, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, ha sottolineato la necessità di «ampliare la categoria dei permessi umanitari per evitare quello che stava succedendo a dicembre e sul quale siamo dovuti intervenire». E cosa stava succedendo lo ha spiegato la stessa ministra: «Tutti quelli che non avevano il permesso umanitario in base al decreto poi venivano buttati fuori per strada e quindi ce li trovavamo nelle piazze nelle strade e nelle stazioni».
LA PROFEZIA DI ZINGARETTI
Zingaretti, d’altronde, l’aveva pronosticato: «Il decreto genererà caos, emarginazione e uno stato di emergenza permanente» (3 dicembre 2018), esattamente come detto pochi giorni prima anche dal deputato Walter Verini: «Moltissimi saranno in giro per le strade senza nome e senza speranza. Salvini è il ministro della paura e dell’insicurezza».
DA GIUGNO 2018, 26 MILA NUOVI IRREGOLARI
Alla teoria, però, dopo cinque mesi non c’è stata alcuna pratica. I numeri, d’altronde, parlano per tutti: come spiega a Lettera43.it Matteo Villa, ricercatore ed esperto di immigrazione dell’Ispi (Istituto Studi Politica Internazionale): «Con l’abolizione dei permessi umanitari abbiamo stimato da giugno 2018 a oggi la presenza di circa 26 mila nuovi irregolari, che porta il numero totale dei clandestini in Italia a oltre 90 mila». In altre parole, l’unica emergenza clandestini in Italia è quella causata dallo stesso Salvini con i decreti Sicurezza.
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