La marijuana può essere nociva? Sì, soprattutto in età adolescenziale e in presenza di alcune patologie. E quella light? Non ha effetti psicotropi. L'esperto riporta il dibattito dalla propaganda alla scienza. Mentre il governo lavora a una stretta contro i pusher.
Se il governo pensa a un inasprimento delle pene per gli spacciatori (l’ipotesi è alzare la pena minima per i recidivi in modo che non possano sfuggire all’arresto), la legalizzazione della cannabis e la diatriba sui suoi effetti sul corpo umano sono ancora intossicati da posizioni ideologiche che bloccano sul nascere ogni possibile legge sul tema.
Bisognerebbe, invece, interrogarsi realmente sugli effetti dei cannabinoidi e confrontarli con quelli di altre sostanze legali che nessuno si sognerebbe mai di proibire.
È quello che chiede Raffaele Lovaste, direttore dell’Istituto europeo per il trattamento delle dipendenze (IEuD), «una struttura non ideologica, che non giudica le persone, che permette l’accesso alle cure con riservatezza a chi sarebbe invece ghettizzato in un contesto pubblico e moralistico». Un luogo in cui non si è obbligati a disintossicarsi, piuttosto si viene accompagnati «a riprendere il controllo della propria vita se lo si è perso a causa di una sostanza o di un comportamento additivo», spiega Lovaste a Lettera43.it. «Non curiamo solo chi vuole smettere, ma lo portiamo a scelte consapevoli ed equilibrate».

DOMANDA. Legalizzare sì o no?
RISPOSTA. Come tutte le cose complesse non si può dare una risposta così secca. Il problema è molto ampio. I favorevoli alla legalizzazione sostengono che legalizzare la cannabis porterebbe a una riduzione della criminalità legata al suo consumo e della possibilità di venire a contatto con altre sostanze molto più pericolose. I contrari dicono che in realtà abbattiamo un’altra barriera, che non si ottiene un risultato permettendo tutto.
E come se ne esce?
Parlando di dati scientifici concreti, con i quali ogni giorno noi di IEuD ci confrontiamo. Prendiamo l’alcol, per esempio, una sostanza legale. Eppure è quella che produce più morti e patologie. Può essere legale? Sì, se accompagniamo la sua vendita all’educazione a un uso consapevole. In tanti Paesi in cui si porta avanti la scelta della legalizzazione della cannabis, parallelamente si dovrebbe sviluppare la capacità di autocontrollo dei singoli individui.
Prendiamo l’alcol, una sostanza legale. Eppure è quella che produce più morti e patologie. Può essere legale? Sì, se accompagniamo la sua vendita all’educazione a un uso consapevole
La cannabis fa male?
Può far male, certo. Prendete il caso di un utilizzo in età adolescenziale che può determinare lo sviluppo di patologie psichiatriche. Serve qualcuno che controlli l’individuo, identifichi la patologia e la cause, informi il paziente e gli dica che deve smettere. Però la cannabis può avere anche effetti positivi, è dimostrato: si usa a scopo terapeutico, per l’insonnia, per la nausea, per patologie molto gravi.
Qualcuno dice che si comincia con la cannabis e poi si passa ad altre sostanze.
Sì. Non è affatto detto che tutti quelli che hanno fumato i cannabinoidi consumino o consumeranno eroina o cocaina, anche se è vero il contrario, che tutti quelli che usano cocaina o eroina hanno iniziato coi cannabinoidi.
Anche la Croazia va verso la legalizzazione, da noi la proposta di legge continua a essere ostacolata e la sua discussione rimandata. Perché?
Di certo non perché in Italia l’effetto della cannabis sia diverso dagli Stati Uniti o dalla Spagna. È un problema ideologico e politico. L’argomento smette di essere trattato scientificamente e diventa bandiera ideologica e politica. Non dovremmo cadere in questo errore.
Eppure il disegno di legge per la legalizzazione è stato firmato da 218 parlamentari di tutti gli schieramenti. Un passo avanti.
Sicuramente, qualcosa si sta muovendo. La politica evolve come evolve la popolazione. L’obiettivo di un politico è inseguire il consenso: se riesce a intuire un argomento di consenso in un substrato della popolazione ancora un po’ nascosto, il politico lo cavalcherà.
Matteo Salvini ha provato a tornare indietro anche sulla cannabis light.
Propaganda e ideologia. Sotto lo 0,2 di Thc, ragionevolmente non c’è effetto psicotropo. Il problema è se vogliamo dare credito alle conoscenze scientifiche o alla campagna di un politico. Esistono anche i terrapiattisti e i no-vax, se è per questo, non vuol dire che i loro pareri siano corretti. Noi di IEuD abbiamo un approccio più scientifico al problema.
Sotto lo 0,2 di Thc, ragionevolmente non c’è effetto psicotropo. Il problema è se vogliamo dare credito alle conoscenze scientifiche o alla campagna di un politico
Allora parliamo di scienza: che effetti ha la cannabis light?
Se io fumo un po’ di cannabis allo 0,2 con la speranza di avere un effetto psicotropo non ce l’ho. Però c’è l’effetto placebo e in qualche modo degli stimoli e delle sensazioni si ottengono. Se poi voglio veramente combattere la nausea e l’insonnia, è difficile che funzioni.
Intanto, come spesso capita, la Cassazione ha stabilito che coltivare cannabis in casa non è reato. I magistrati sono davanti alla politica?
Speriamo. Finire in galera perché uno ha una piantina di cannabis sativa in casa sarebbe un po’ troppo.
Quale è l’esperienza del vostro istituto in merito alla dipendenza da droghe leggere?
Intanto come IEuD vorremmo chiarire che i termini droghe leggere e droghe pesanti non hanno alcuna valenza scientifica e sono semplificazioni giornalistiche piuttosto fuorvianti. L’idea che la cannabis sia una droga leggera, che tutti possono utilizzare, è sbagliata. Per un adolescente con problemi psichiatrici è altamente pericoloso anche il contatto con cannabinoidi a concentrazione bassa di Thc.
L’idea che la cannabis sia una droga leggera, che tutti possono utilizzare, è sbagliata. Per un adolescente con problemi psichiatrici è altamente pericoloso anche il contatto con cannabinoidi a concentrazione bassa di Thc
E allora come si possono classificare le droghe?
Per esempio in base alla loro capacità di indurre dipendenza. Ora, escluse eroina e cocaina, il tabacco e l’alcol sono le sostanze che provocano la maggiore assuefazione. Esiste quindi una correlazione tra legalità e pericolosità della sostanza? No. Poi c’è la variabilità individuale: ognuno di noi potrebbe ricordare il nonno che ha fumato il toscano per 50 anni e non ha mai avuto un tumore, ma i grandi numeri ci dicono che il contatto con la nicotina produce neoplasie polmonari. Tempo fa avevano messo in commercio il tabacco light, poi tolto per una class action, perché in realtà era una truffa. Si trattava di un messaggio che non corrispondeva a una validità scientifica.
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